NEWS | Mondo

Le comunità asiatiche in Africa

02 aprile 2024

Le comunità asiatiche in Africa

Condividi su:

Il fervente e coinvolgente colloquio con la professoressa Beatrice Nicolini, docente presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, corso di laurea magistrale in Politiche Internazionali per la Cooperazione allo Sviluppo e International Relations and Global Affairs (IRGA), ha focalizzato l’attenzione sulla profonda intersezione delle comunità asiatiche in Africa. L’analisi ha esplorato tematiche quali la storia, le migrazioni e le discriminazioni contemporanee, delineando una visione complessa e articolata delle dinamiche interculturali in atto. Le radici di questo connubio culturale risalgono alla diffusione dei commerci nell’Oceano Indiano, una forza trainante che ha portato con sé non solo merci e prodotti, ma anche la diffusione della religione musulmana.

Attraverso le scrupolose ricerche condotte da Clifford Pereira, è emerso come tale influenza religiosa abbia fatto il suo ingresso in Africa orientale, raggiungendo persino la regione dei Grandi Laghi e intrecciandosi con le tradizioni delle religioni africane tradizionali. Un capitolo significativo di questo affascinante percorso storico è rappresentato dalla tratta schiavistica. Tuttavia, è cruciale sottolineare che la tratta ‘orientale’ si discostò notevolmente dalla più nota tratta transatlantica, inserendosi in una realtà sociale e interculturale più complessa, permeabile alle dinamiche relazionali tra le comunità africane e asiatiche. Tra queste comunità, spiccano quelle provenienti da Goa, nell’India occidentale, la maggior parte delle quali seguace della fede cattolica a seguito della colonizzazione e dell’evangelizzazione da parte dei portoghesi.

Questi individui emersero come attori fondamentali di supporto sia al potere politico gestito dalle élites arabe in Africa e a Zanzibar, sia al potere militare, gestito da gruppi asiatici provenienti dalle regioni dell’Asia sud-occidentale. Un’affascinante prospettiva si estende fino agli anni delle indipendenze africane e alla rivoluzione a Zanzibar nel 1964, segnando l’inizio dell’era del bipolarismo tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica in Africa. L’eredità coloniale, analizzata da Pereira, ha rivelato un intenso, e spesso molto doloroso, scambio di tradizioni e identità, con un ruolo predominante svolto dalla colonia britannica più preziosa: l’India. Nel contesto di questa ampia panoramica, particolare attenzione è stata riservata al tema della violenza femminile.

L’analisi si è concentrata sull’istituto islamico del kafala, ancora oggi oggetto di numerose critiche per le sue implicazioni legate al traffico di esseri umani e alle discriminazioni basate sulla provenienza geografica. Il colore della pelle, secondo le riflessioni condivise, rappresenta attualmente una barriera socioeconomica e culturale, e si auspica che le generazioni future possano superare. La prospettiva fornita da molteplici lenti di analisi e reinterpretazione delle realtà extraeuropee offre ai nostri studenti magistrali chiavi di lettura fondamentali per comprendere le complesse crisi che affliggono attualmente molte di queste regioni tra Asia e Africa. Si pone, pertanto, l’auspicio che la profonda conoscenza di tali contesti possa contribuire ad affrontare e superare le sfide, promuovendo un futuro più inclusivo ed equo per le generazioni a venire.

 

 


Photo by World Wide on Flickr - Public Domain Mark 1.0 Universal

Un articolo di

Redazione

Redazione

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti