Percorsi interattivi e attività di role taking guidati da tutor con disabilità e da esperti volontari. Simulazioni, per vivere in prima persona le limitazioni funzionali visive e motorie. Sperimentazione, per scoprire le tecnologie accessibili. E poi un laboratorio sensoriale, per esplorare le limitazioni funzionali uditive. Ci sarà questo, e molto altro, nell’edizione 2025 di Mettiti nei miei panni, l’iniziativa fortemente voluta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore per «promuovere la consapevolezza dei bisogni speciali di molte persone che accedono al nostro ateneo», spiega Luigi d’Alonzo, delegato del Rettore per l'inclusione e direttore del Centro studi e ricerche sulla disabilità e la marginalità (CeDisMa). «È un progetto splendido, promosso dai Servizi per l’inclusione del nostro ateneo non solo per sensibilizzare ma anche per provare in prima persona le difficoltà legate alle diverse forme di disabilità».
L’invito, appunto, è a mettersi nei panni di chi affronta ogni giorno le sfide della disabilità. Scoprendo, così, le innumerevoli risorse messe in atto per superarle. Per aprirsi a un mondo di esperienze e di prospettive che spesso sfuggono a chi non le vive direttamente. Proprio per questo «Mettiti nei miei panni non è solo una giornata di sensibilizzazione» prosegue il professor d’Alonzo. «Rappresenta un vero e proprio invito a fare un’esperienza concreta. Nella quale sono gli stessi tutor con disabilità ad aiutare i loro compagni a capire cosa significhi affrontare la loro realtà».