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Novaterra, strategie innovative per vigneti e oliveti

30 luglio 2021

Novaterra, strategie innovative per vigneti e oliveti

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Alle due principali colture mediterranee, vite e olivo, si rivolge il progetto Novaterra, di cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore è partner, con il professor Vittorio Rossi come Principal Investigator. Un progetto che mira a sviluppare nuove combinazioni di prodotti alternativi, non sintetici, e tecniche di controllo biologico per la protezione delle piante, per ridurre l'uso e gli impatti negativi dei prodotti chimici ottimizzando l’applicazione e il dosaggio dei PPP tramite tecnologie di agricoltura di precisione e "smart farming". 

Il progetto Novaterra, che durerà 4 anni, è partito nell’ottobre 2020. Tito Caffi, ricercatore del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili (DI.PRO.VE.S.) della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, lo inquadra spiegando che «l’obiettivo è effettuare studi focalizzati sulla difesa delle piante tramite funghi e batteri, quindi  agenti di biocontrollo, che si insediano nella vegetazione al fine di proteggere la coltura». Il team è composto da patologi che si occupano delle malattie delle piante.

«Gli agenti positivi  - prosegue - producono metaboliti che uccidono il patogeno: occupando lo spazio di fatto lo sottraggono alla malattia, inoltre inducono la resistenza della pianta stimolandone le difese naturali». «Le piante infatti - si sofferma sul punto il ricercatore - hanno la capacità di reagire alle aggressioni dei patogeni, ma solitamente lo fanno in modo blando. Quando si presenta l’agente patogeno, se è stata precedentemente stimolata la resistenza, la risposta è senz’altro più immediata e la malattia si instaura con maggiore difficoltà».

Malattie, appunto. Quali sono quelle che colpiscono vigneti e oliveti? «Il vigneto - spiega Caffi - può essere aggredito dalla peronospora o dalla botrite o ancora da un’altra malattia come l’oidio, conosciuto anche come mal bianco. Per quanto riguarda invece l’olivo le malattie hanno nomi più esotici, come occhio di pavone, che deriva dal fatto che si forma una macchia centrale con attorno un’aureola concentrica che ricorda l’occhio del pavone, alcuni problemi sono poi creati dalla mosca dell’olivo o dall’antracnosi. Si tratta di malattie specifiche in certe zone, che possono causare danni e che generalmente devono essere considerate dalle aziende».

Riguardo agli interventi Caffi chiarisce che non ci si devono attendere dei risultati simili a quelli raggiungibili tramite la difesa chimica, ma «è importante conoscere gli strumenti per integrarli in strategie, usarli al momento giusto e in maniera adeguata».

Intanto a beneficiare di Novaterra, che punta a trovare strategie innovative, sono i terreni della Residenza Gasparini, che proprio grazie al progetto sono stati arricchiti di un piccolo oliveto sperimentale che oltre ad abbellire il luogo servirà per portare avanti gli studi. Al campus di Piacenza, racconta Caffi, si stanno inoltre compiendo prove di compostaggio, ammucchiando foglie, erba tagliata in vigneto e i tralci delle potature per vedere come la fermentazione di questo compost influisce sulla vitalità di alcune malattie.

Un articolo di

Filippo Lezoli

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