NEWS | Il ricordo

Paolo Taggi, un’amicizia indivisibile nata in Cattolica

24 gennaio 2022

Paolo Taggi, un’amicizia indivisibile nata in Cattolica

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Si è spento ieri all'età di 65 al policlinico Umberto I di Roma per le conseguenze del Covid-19 l'autore televisivo Paolo Taggi. Nella sua vita dietro le quinte ha contribuito alla nascita di programmi come "Domenica In" o "Per un pugno di libri". Era stato docente a contratto nei master dell'Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Pubblichiamo di seguito un suo ricordo scritto dal professore Giorgio Simonelli. I funerali si terranno mercoledì 26 gennaio alle ore 12.00 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto - Chiesa degli artisti in Piazza del Popolo a Roma.


Paolo Taggi è – ahimè: era – uno dei miei amici più cari. Un’amicizia lunga più di quarant’anni che ha coinvolto le nostre famiglie, mogli e figli. È nata in Università Cattolica, nei primi anni Ottanta, anzi se la memoria non mi inganna proprio nel 1980. È successo in treno, sul regionale veloce (ma allora aveva un'altra denominazione, che non ricordo) Milano-Torino delle 18. Eravamo due pendolari, io vercellese, lui novarese, e tornavamo a casa ogni lunedì sera dopo una lezione che condividevamo: le esercitazioni del corso di Etica delle comunicazioni sociali tenuto da padre Luigi Bini, uno straordinario docente, grande studioso di cinema che si occupava del San Fedele e della rivista «Letture».

Io, laureato da qualche anno, ero l’esercitatore, lo scalino  più basso della carriera accademica; Paolo, un po’ più giovane di me (era nato il 28 maggio 1956) si era appena laureato in Statale ed era venuto in Cattolica per frequentare la Scuola superiore di comunicazioni sociali, quella che oggi è l’Almed e che all’epoca era l’unica istituzione accademica in Italia in cui gli studenti potessero avere un approccio non solo teorico con il giornalismo, il cinema, la televisione: i media che Paolo amava e in cui aveva già fatto esperienza nelle sua città, in particolare grazie all’avventura di Telebassonovarese.

Nel corso di quei ritorni tardo-pomeridiani da un saluto («Anche lei, anche tu qui?»), da due chiacchiere, poi dall’incontro cercato nel solito scompartimento si è passati alla frequentazione, non solo del lunedì. Al termine dei due anni del corso postlaurea, anzi ancor prima di finirli, Paolo era già in partenza per Roma: il mitico 3131 aveva chiesto alla Scuola di segnalare alcuni giovani da inserire in redazione, una sorta di stage. Paolo fu tra i prescelti e da lì partì la sua strepitosa carriera nei media: redattore e conduttore radiofonico, poi autore radio e televisivo di programmi di grande successo, ma anche scrittore di romanzi e regista cinematografico.

Pur vivendo in due città e in due mondi diversi non ci siamo mai persi di vista. Al contrario, abbiamo fatto di tutto insieme, sia nella vita privata sia in quella professionale. Scampagnate, cene, vacanze famigliari in Sardegna e in Toscana, partite di calcio sugli spalti di stadi di provincia da tifosi avversari, lui del Novara io della Pro Vercelli in un derby infinito. Ma anche sull’altro versante non c’è stata occasione pubblica in cui non ci siamo cercati per collaborare, si sia trattato di un convegno, di un festival culturale, di un master da organizzare in Cattolica, della presentazione di un film o di un libro (anche quelli del figlio Giacomo, precocissimo scrittore) o della costruzione e della realizzazione di un programma televisivo come Il grande talk.

Poi ci sono i libri scritti a quattro mani. Attorno a uno dei quali c’è un aneddoto per me indimenticabile riferitomi da una collega del DAMS di Bologna. Aveva inserito, la collega, nella bibliografia del suo esame il nostro I fantasmi del dialogo, il libro che nei primi anni Ottanta avevamo scritto per analizzare il fenomeno dirompente delle conversazioni telefoniche con il pubblico nei programmi radiotelevisivi. Ebbene molti studenti – mi disse divertita – nel corso dell’esame citavano il libro di Simonelli Taggi, come si trattasse di un solo autore, una sola persona.

Caro Paolo, anche ora che non sei più tra noi, siamo rimasti indivisibili

Un articolo di

Giorgio Simonelli

Giorgio Simonelli

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