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Piacenza, inaugurato l’anno accademico festeggiando i 70 anni della sede e di Scienze Agrarie

02 marzo 2023

Piacenza, inaugurato l’anno accademico festeggiando i 70 anni della sede e di Scienze Agrarie

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«Un punto di riferimento formativo e scientifico, e una leva per lo sviluppo del territorio». Nel discorso per l’inaugurazione dell’anno accademico nella sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore il Rettore, professor Franco Anelli, ricorda l’importanza della prima sede dell’ateneo nata al di fuori della città di Milano e il ruolo strategico della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, realtà che festeggiano entrambe i primi settant’anni dalla loro nascita. «Siamo stati investiti da due delle grandi paure ancestrali dell’umanità: la pestilenza e la guerra», ha detto il Rettore. «E ora si affaccia il timore della carestia». La risposta a queste preoccupazioni «sta nella ricerca scientifica: nello sviluppo di conoscenze che ci permettano di affrontare e risolvere i problemi di scarsità, ai quali per molti aspetti non eravamo più assuefatti: scarsità di risorse energetiche, idriche, di materie prime. Questa Facoltà, questa sede universitaria, sono nate per cercare quel genere di risposte, e hanno dato prova di essere all’altezza del compito. Capaci di dare un contributo concreto e percepibile».

 

Voluta fortemente da padre Agostino Gemelli, fondatore e primo Rettore dell’Università Cattolica, che aveva iniziato a pensare alla sua realizzazione già nel 1943, durante il secondo conflitto mondiale, la Facoltà di Agraria – così si è chiamata fino al 2013 – si è posta da subito l’obiettivo di diventare «una struttura modello» capace di «perseguire un duplice scopo», come ricorda il professor Marco Trevisan, preside della Facoltà. «Da un lato formare i tecnici per le aziende agricole; dall’altro promuovere ricerche scientifiche nel campo delle industrie agrarie, così da utilizzare al meglio i prodotti della terra. Si trattava quindi di dare vita ad una struttura dotata di adeguati impianti e di vasti campi sperimentali, che venne realizzata con l’indispensabile contributo degli enti locali e delle principali realtà economiche del territorio».

Tra questi, l’Ente di Piacenza e Cremona per l’Istruzione superiore. Monica Patelli, presidente della Provincia di Piacenza e amministratore unico di Epis, si rivolge agli studenti: «I vostri anni qui sono fondamentali per rendervi protagonisti del futuro. È un momento di grande importanza, lo dico nella mia doppia veste». Un ruolo duplice che «testimonia ancora oggi il ruolo strategico che i due enti rivestono fin dall’inizio del percorso che ha reso anche Piacenza città universitaria. Un cammino improntato fin dai primi passi all’eccellenza: ricordo, ad esempio, che per i primi 19 laboratori allestiti all’epoca furono messe a disposizione risorse quasi pari a quelle investite per costruire e arredare i primi edifici. In 70 anni di eventi e cambiamenti sono stati tagliati importanti traguardi su tutti i fronti: l’Università Cattolica a Piacenza continua a crescere, in termini di spazi e in termini formativi».

 

Nelle parole del Rettore emerge l’importanza di una scelta lungimirante, quella dell’istituzione della Facoltà di Agraria, che il 19 gennaio 1953 dava avvio ai suoi corsi. «Nel clima del tempo rappresentava un’iniziativa ardita – soprattutto per un Ateneo non statale, tenuto ad autofinanziarsi – ma si alimentava di una forza particolare, perché esprimeva un progetto culturale e sociale. L’idea di fondo era infatti quella di contribuire alla modernizzazione del settore attraverso la ricerca scientifica e tecnologica, e soprattutto attraverso le persone, ossia formando personale qualificato, capace di padroneggiare le tecniche avanzate e di condurre una gestione moderna ed efficiente delle imprese agricole». Lo sguardo, tuttavia, si pone anche sull’apporto allo sviluppo e alla modernizzazione dell’Italia «non solo attraverso una ricerca scientifica ai più alti livelli e una riconosciuta capacità di trasferimento tecnologico, ma attraverso quell’attività propria e precipua di un’università, che è l’educazione delle persone». Queste ultime sono «il prodotto più nobile e incommensurabile» dell’Università Cattolica, che «sfugge alle graduatorie»: i suoi laureati.

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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«La sede piacentina è un esempio prezioso per le istituzioni e per il tessuto produttivo», commenta Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza. «È emozionante essere qui oggi, motivo di sincero orgoglio. L’università è un luogo che genera relazioni e connessioni. L’Università Cattolica, però, non è solo il luogo dove si acquisiscono competenze spendibili nel futuro professionale; è prima di tutto metodo, per permettere agli studenti di capire la città che li circonda con spirito critico e con attenzione. È innovazione, e capacità di rispondere alle esigenze del territorio, occupandosi non solo della formazione delle future generazioni ma proponendo momenti di riflessione di alto livello».  

 

Nel suo intervento, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ricorda «l’opera di avanguardia di padre Agostino Gemelli» e l’importanza del territorio piacentino per il settore dell’agricoltura. Il ministro si concentra poi sul tema dei sistemi di produzione sostenibile, a basso impatto ambientale: «Questo richiamo deve spingerci a ricercare nell’innovazione digitale, nelle biotecnologie e nella produzione integrata un virtuoso raccordo tra attività di studio e ricerca, tra tradizione e differenziazione alimentare. L’obiettivo è favorire il dialogo intergenerazionale nonché le sinergie tra istituzioni, enti e comunità». Lollobrigida evidenzia di aver voluto inserire nella legge di bilancio «un Fondo per la Sovranità alimentare da 100 milioni di euro, che serviranno a sostenere le filiere deboli, perché anche su questo si basa la possibilità di sopravvivere di alcune produzioni quando aumentano per esempio i costi di produzione», sottolineando l’importanza della «lungimiranza di capire che bisogna innovare e andare incontro alle nuove sfide, mantenendo però i piedi saldamente ancorati a valori profondi e tradizionali».

«Oggi questo settore è al centro di una vera e propria rivoluzione scientifica e tecnologica finalizzata a rendere i prodotti primari, così come quelli derivati da piante, animali e microrganismi, più ecocompatibili, di migliore qualità e sempre più competitivi nei mercati internazionali» afferma Trevisan nel suo saluto. In linea con queste esigenze la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali ha rinnovato costantemente i contenuti della propria attività scientifica e didattica, dando vita anche a una azienda agraria sperimentale, un laboratorio di analisi sensoriale, una cantina, un mini-caseificio e un noccioleto sperimentale. «La nostra attività ci vede partecipare a numerosi progetti di ricerca competitivi finanziati da istituzioni pubbliche che, nel solo 2022, hanno superato 3,5 milioni di euro di finanziamento», ricorda Trevisan «mentre, nello stesso anno, le attività di ricerca commissionate da privati hanno raggiunto un valore di oltre 4 milioni di euro». Il suo ringraziamento, infine, è rivolto «a tutte le realtà economiche che, a diverso titolo, ci supportano e credono nella nostra attività di formazione, e che insieme al generoso contributo della Fondazione Invernizzi ci permetteranno di lanciare per il prossimo triennio un piano di borse di studio per tutti i nove corsi di studio della Facoltà, di cui 4 completamente erogati in lingua inglese. Intendiamo con questo piano festeggiare i 70 anni ma anche lanciare un segnale di attenzione per le famiglie dei nostri studenti, in questo particolare momento di congiuntura economica sfavorevole».

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