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Premi Nobel, chi sono e perché hanno vinto

12 ottobre 2023

Premi Nobel, chi sono e perché hanno vinto

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Vaccini mRNA contro il Covid-19, l'affascinante mondo degli attosecondi, i punti quantici e le nanotecnologie, la drammaturgia dell'indicibile, lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e le analisi del gender gap. Questi i grandi temi al centro dei Premi Nobel 2023. Le prestigiose medaglie sono state assegnate dal 2 al 9 ottobre dall'Accademia Reale di Svezia per le scienze e dal Comitato Norvegese per il Nobel (Pace). Insieme ai docenti dell'Università Cattolica andiamo a scoprire chi è stato premiato e perché il loro impegno nei campi della Medicina, della Fisica, della Chimica, della Letteratura, della Pace e dell'Economia è stato ritenuto così importante.  

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Redazione

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Nobel per la Medicina

Katalin Karikò e Drew Weissman per "le loro scoperte riguardanti le modifiche delle basi nucleosidiche che hanno consentito lo sviluppo di efficaci vaccini a mRna contro il Covid-19".


«Un giusto riconoscimento, così viene premiata la ricerca. I vaccini basati su mRna sono un'arma efficace e flessibile, non solo contro il Covid ma lo saranno anche nei confronti di altre malattie, quali influenza e malaria». Per il professor Roberto Cauda, docente di Malattie infettive della Cattolica, «il premio èuna bellissima notizia per tutta la comunità scientifica perché premia l'impegno della ricerca. I vaccini - spiega Cauda - oggi sono efficaci, sicuri e possono essere aggiornati. La pandemia è durata a lungo, ma senza i vaccini Covid-19 basati su mRna lo scenario sarebbe stato devastante».

«Un premio meritatissimo per l'originalità e il rigore della scoperta - ha detto il professor Walter Ricciardi, docente di Igiene generale e applicata della Facoltà di Medicina - Kariko ha perseverato nel difendere contro tutto e contro tutti la ragionevolezza della sua scoperta, fino a diventare quello che oggi è stata, cioè una scoperta che ha salvato milioni di vite».

Nobel per la Fisica

Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier per "i metodi sperimentali che generano impulsi di luce di un trilionesimo di secondo (“attosecondo”) per lo studio della dinamica degli elettroni nella materia".


«Il premio - spiega Claudio Giannetti, docente di Fisica presso il campus di Brescia - è stato loro attribuito per lo sviluppo delle tecniche per produrre e misurare impulsi di “luce” così brevi da permettere di esplorare il mondo degli attosecondi. Un attosecondo corrisponde a un miliardesimo di miliardesimo di secondo ed è la scala di tempo tipica dell’interazione della radiazione elettromagnetica con gli atomi e della dinamica di trasformazione degli elettroni all’interno di atomi e molecole quando si formano i legami chimici. Per ottenere impulsi così brevi, è necessario bombardare gas con impulsi di luce brevissimi (pochi femtosecondi) che sono in grado di “scuotere” gli elettroni all’interno degli atomi e farli ricollidere con i nuclei. Durante questo processo vengono emessi impulsi di radiazione ultravioletta o X che durano frazioni di femtosecondo, cioè attosecondi. Questa scoperta apre infinite possibilità per esplorare e comprendere i primi istanti di trasformazione della materia e accedere a un nuovo mondo che cambia con velocità fino a pochi anni fa inaccessibili».

Nobel per la Chimica

Moungi G. Bawendi, Louis E. Brus e Alexei I. Ekimov per “la scoperta e lo sviluppo dei punti quantici”.


«Il Nobel premia la scoperta e lo sviluppo dei quantum dots - spiega la professoressa Lucrezia Lamastra, docente di Chimica della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali presso il campus di Piacenza-Cremona - nanoparticelle così piccole che sono le loro dimensioni a determinarne le proprietà. Questi minuscoli componenti della nanotecnologia, sui quali i tre vincitori lavorano dagli anni 80-90, sono quelli che diffondono la luce da televisori e lampade a LED, ma possono trovare svariate applicazioni che vanno dalla medicina all'agricoltura con un notevole potenziale di cambiamento rivolto ad una crescente sostenibilità».

«In agricoltura, in particolare, negli ultimi anni - prosegue Lamastra - i quantum dots a base di carbonio (CQD), hanno dato vita a una nuova generazione di tecnologie con il potenziale di rivoluzionare la ricerca in orticoltura e agricoltura grazie alle loro straordinarie proprietà (fotoluminescenza, alta biocompatibilità, il trasferimento di elettroni indotto dalla luce, basso costo e bassa tossicità). Queste proprietà uniche hanno reso i CQD un materiale promettente per incrementare la crescita e la resa delle piante nel settore agricolo. Oltre a trovare impiego come potenziatori della crescita potranno venire impiegati come strumenti per diagnosticare le malattie delle piante. Insomma, piccolissimi ma preziosissimi alleati per aiutarci nel vincere le sfide dell’agricoltura del futuro nello scenario di grande cambiamento che stiamo vivendo». 

Nobel per la Letteratura

Jon Fosse per «la drammaturgia e la prosa innovative che danno voce all'indicibile».


«Il Nobel a Jon Fosse - spiega Roberta Carpani, docente di Storia del Teatro dell'Ateneo - arriva come riconoscimento a un drammaturgo e romanziere al quale da anni si attribuisce la statura di classico, mentre i suoi testi sono tradotti, pubblicati e rappresentati con crescente intensità nel mondo. Nel percorso dagli esordi come romanziere alla successiva scelta della scrittura teatrale, che era stata dapprima oggetto di resistenza e sospetto, l’autore norvegese giunge a cogliere nel teatro "la più umana […] la più intensa forma d’arte". I testi drammatici di Fosse manifestano un teatro fondato sull’equilibrio fra parole e silenzi, minimalista, costruito come una rigorosa partitura musicale intessuta di ripetizioni e variazioni, plasmato da una struttura ritmica essenziale. Definito dalla critica, in ultima analisi, una drammaturgia immateriale, il teatro di Fosse è abitato da figure sempre meno riconoscibili, generiche, colte nell’essenza della loro umanità. Da Ibsen a Strindberg a Beckett, c’è una linea cruciale del teatro contemporaneo che riconosciamo dietro l’autore norvegese. Al centro della sua drammaturgia si colloca una tensione mistica che si apre verso una ricerca negli spazi della metafisica. Il teatro è un luogo in cui esplorare l’oltre, un’esperienza in cui, come Fosse scrive, "quando l’angelo attraversa il palcoscenico, estetica ed etica diventano una cosa sola"».

Nobel per la Pace

Narges Mohammadi per "la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti".


«Il Nobel per la Pace 2023 assegnato a Narges Mohammadi  - ricorda la professoressa Raffaella Iafrate, Delegata del Rettore alle Pari Opportunità - ci richiama lo slogan “Donna, vita, libertà, che già dall’anno scorso dopo la morte di Mahsa Amini ha risuonato in tutto il mondo, accendendo un riflettore sul tema dei diritti delle donne. Un Nobel, dunque, alle donne e ai loro diritti, ma anche un Premio per ribadire che la libertà è un diritto fondamentale di ogni essere umano, senza distinzioni di genere, età, etnia, religione  o status e che la vita, anche incatenata, soffocata, repressa, violentata, è sempre e comunque più forte della morte».

Nobel per l'Economia

Claudia Goldin per "aver accresciuto le nostre conoscenze sui risultati della partecipazione delle donne nel mercato del lavoro".
 


Secondo Elena Villar, ricercatrice presso il Dipartimento di Economia e finanza, «il lavoro di Claudia Goldin che riesce ad abbracciare motivazioni profonde sia da un punto di vista economico, che sociale e culturale, è fortemente radicato nelle esperienze che le donne vivono nel quotidiano e rappresenta da decenni una continua fonte di ispirazione per chi studia tematiche di genere nel mercato del lavoro. Decisivo è stato il suo contributo allo studio della relazione tra il ruolo della donna nel contesto familiare e la partecipazione femminile al mercato del lavoro, dando vita alla nota “forma ad U” nel descrivere la traiettoria della partecipazione femminile».

«Goldin - prosegue - ha infatti dimostrato che la partecipazione femminile non ha avuto una tendenza al rialzo negli ultimi 200 anni, ma forma invece una curva a forma di U. Questo perché, durante la transizione da una società agricola ad una industriale, la partecipazione delle donne è fortemente diminuita, per poi iniziare ad aumentare nuovamente con l’espansione del settore dei servizi nel secondo dopoguerra. È inoltre grazie a lei che sappiamo come, negli ultimi anni, la crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro abbia subito una brusca frenata e il gap salariale tra uomini e donne abbia dato pochi segni di miglioramento. I suoi lavori hanno quindi ispirato nuovi e stimolanti filoni di letteratura, come quello sulla motherhood penalty, la penalizzazione in termini di salari e possibilità di carriera che le madri subiscono in seguito alla nascita del primo figlio.

«Dopo la notizia dell'assegnazione del Premio - conclude Villar - Goldin ha dichiarato che la sua vittoria rappresenta il culmine di anni di importanti cambiamenti verso la parità di genere. Sicuramente il suo lavoro è stato fondamentale nel portare alla luce i fattori sottostanti e le barriere che ancora oggi impediscono una piena realizzazione personale e professionale».

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