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Scienza, politica e serietà: l'alleanza necessaria contro Covid e fake news

28 maggio 2021

Scienza, politica e serietà: l'alleanza necessaria contro Covid e fake news

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Una parte della comunità scientifica sottolineava da decenni il rischio di una pandemia globale. I segni c’erano, eppure politica, media e popolazione non li hanno considerati adeguatamente. Il Coronavirus sta allentando la presa grazie ai vaccini ma proprio ora serve rafforzare una “alleanza necessaria” tra governi, scienza e media per evitare simili disastri in futuro. Lo hanno sottolineato Walter Ricciardi, docente di Igiene della facoltà di Medicina dell’Università Cattolica e consulente per l’emergenza Covid-19 del Ministro della Salute, e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio durante un seminario del nuovo master in Comunicazione Sanitaria organizzato dall'’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (ALTEMS) e dall’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED) e moderato da Nicola Cerbino, responsabile dell'Ufficio Stampa dell'università.

Come ricordato all’inizio del webinar da Mariagrazia Fanchi e Amedeo Cicchetti, direttori delle due Alte Scuole di Ateneo promotrici del Master, la collaborazione tra scienza e mondo dell’informazione è fondamentale sia per rendere le istituzioni sanitarie capaci di diffondere messaggi tempestivi e chiari per raggiungere cittadini e pazienti sia per orientare il mondo della politica nelle sue scelte: «Peter Piot, uno degli scopritori del virus Ebola lo dice dal 2013 che non c’era tempo da perdere ma il messaggio non è arrivato– sottolinea Ricciardi-. Senza la collaborazione dei governi non se ne esce. Chi ha gestito al meglio la pandemia, con lockdown tempestivi, ha anche gestito efficacemente la comunicazione intervenendo direttamente».

Spesso invece in paesi come quelli dell’Unione Europea questo non è avvenuto, lasciando spazio alla confusione e alle falsità: «Noi stessi abbiamo esitato a parlare di pandemia per paura di generare timori ancora più grandi -racconta Tarquinio- poi abbiamo capito che occorreva una informazione pacata e “soda”. Gran parte della nostra stampa ha fatto bene questo lavoro con l’eccezione di alcune testate che hanno ideologizzato pure questa vicenda. Una collaborazione tra media e governi è ancora più decisiva in democrazia, dove serve che ogni cittadino faccia liberamente la sua parte. Il senso di mobilitazione collettiva credo sia stato trasmesso bene mentre anche su quella che Papa Paolo VI definiva “stampa onesta” fa fatica a passare il concetto che senza domare la pandemia anche nei paesi più poveri non si tornerà mai alla normalità».

Ma i concetti di responsabilità e serietà dell’informazione nell’anno e mezzo della pandemia sembrano aver portato i due relatori più su posizioni scomode che condivise dai canali mainstream: «Non è il migliore dei mondi possibili. C’è un rapporto indipendente intitolato “Covid-19, facciamo che sia l’ultima pandemia” che ci dice esattamente quello che dobbiamo fare -commenta Ricciardi-. I media dovrebbero amplificare le considerazioni che contiene. Ma è davvero difficile farlo. Ci basavamo su una evidenza scientifica molto forte quando abbiamo detto che era meglio seguire i protocolli sperimentali per le vaccinazioni, rispettando la distanza tra le due dosi emersa in fase di sperimentazione. Israele ha fatto così e ieri ha dichiarato il ritorno alla normalità, la Gran Bretagna invece ha fatto una unica dose alla stragrande maggioranza delle persone e ora si trova con il 75% delle infezioni generate dalla variante indiana e sta registrando una altissima frequenza di contagi tra persone vaccinate ma blandamente protette».

Il binomio scienza-informazione è fondamentale anche per arginare il fenomeno delle fake news, vera piaga globale: «In questo caso la partecipazione dei cittadini è necessaria ma sono i governi a essere indispensabili -commenta Tarquinio. La Comunità Europea è l’unica entità che sta alzando delle barriere contro lo strapotere di quelli che Papa Francesco ha definito come poteri multinazionali ma non universali». Va considerato infatti l’effetto cristallizzante di alcune informazioni parziali e incomplete che il mondo del web continua a far circolare: «Durante la pandemia sono stati date per assodate alcune notizie senza dargli seguito -sottolinea Tarquinio-. C’è ancora gente che crede che la scelta di non chiudere nulla in Svezia abbia pagato. La velenosità di certa informazione si sconfigge solo con la capacità di approfondire. È costoso e non acchiappa click ma abbiamo alcuni pezzi online sul nostro sito che sono ormai diventati dei punti di riferimento sugli argomenti che trattano e che tornano a essere letti puntualmente nel lungo periodo».

Un articolo di

Michele Nardi

Michele Nardi

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