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Lezione al museo? Oui!

22 maggio 2025

Lezione al museo? Oui!

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Una lezione diversa per comprendere come la letteratura e le arti abbiano sempre a che fare con la realtà che le circonda, e con il rapporto complesso che si instaura tra il punto di vista dell’artista e il contesto sociale in cui opera.

È quella effettuata agli studenti del corso di Letteratura francese della Facoltà di Scienze linguistiche di Brescia che, accompagnati dai docenti Davide Vago e Carlotta Contrini, si sono recati in visita alla mostra dedicata alla Belle Époque. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis.

L’esposizione, in corso fino a giugno a Palazzo Martinengo, è dedicata ai pittori italiani a Parigi e presenta i capolavori di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini: pittori che si affermarono In Francia immortalando il dinamismo che segnò profondamente Parigi e l’intera cultura occidentale.

Già nel XIX secolo la Francia fu il centro propulsore dell’arte contemporanea e di una cultura ritenuta senza eguali in tutta Europa.

Anche i pittori italiani furono spesso indotti al confronto con questa arte, attratti dal “mito parigino” promosso della Belle Époque: il trionfo del ceto sociale medio, un pensiero liberale-laico, lo sviluppo in ambito scientifico-tecnologico, l’accelerazione dei mezzi di trasporto e la nascita di un turismo di massa.

Un soggiorno nella capitale francese era un passo necessario per gli artisti italiani che cercavano fortuna altrove: è il caso dei pittori in mostra, che non solo hanno potuto emergere nel campo artistico parigino, ma hanno unito elementi artistici dello stile italiano con la quotidianità e l’impressionismo francese di fine Ottocento.

I dettagli dei dipinti emergono in relazione al contesto dell’epoca, con elementi di una nuova quotidianità benestante come ambienti di vita urbana, caffè, paesaggi naturali, momenti intimi e fugaci.

Spesso, la figura femminile emerge come vera protagonista dei quadri. Inoltre, l’utilizzo dei colori riflette nuove tecniche espressive: pennellate frammentate e spontanee creano l’impressione di movimento e di giochi di luce.

La visita ha spaziato anche nel campo letterario, attraverso la lettura e l’analisi “itinerante” di alcuni passi tratti dalle opere degli autori francesi più celebri del tempo, come Charles Baudelaire, Gustave Flaubert e Marcel Proust, selezionati dai docenti e letti di fronte ai quadri esposti. Il testo letterario si è così intrecciato al messaggio iconografico, consolidando punti di vista diversi di un’unica epoca di rinascita culturale.

In Du côté de chez Swann di Proust, ad esempio, si riflette una realtà filtrata dall’emozione del narratore, che descrive Gilberte nel paesaggio innevato degli Champs-Élysée con parole leggere e frammentate, proprio come i tratti di pennello nel dipinto Leontine che pattina di Giuseppe De Nittis. Anche Madame Bovary di Flaubert o L’Éducation sentimentale, riscoprono personaggi descritti nella loro complessità attraverso un’estetica oggettiva, mettendo in risalto la figura femminile: vera protagonista tra quadri in esposizione come un’ennesima Emma Bovary nascosta tra le dame parigine raffigurate.

Infine, il celebre sonetto di Baudelaire già anticipa l’artista decadente e moderno, attento all’evolversi di un’intera società. In À une passante il poeta narra di un incontro improvviso con una donna della folla e la nascita di un amore istantaneo: si tratta delle stesse emozioni effimere, immortalate dagli impressionisti. Una poesia che diventa una fotografia scattata sul momento.

Un articolo di

Gabriele David e Aurora Papa

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