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Soluzioni a valenza sociale per uscire dai debiti generati dalla pandemia

28 maggio 2021

Soluzioni a valenza sociale per uscire dai debiti generati dalla pandemia

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Nelle ultime settimane la morsa del Covid-19 si è finalmente allentata. La pandemia lascia però sul campo una situazione molto pesante per l’economia globale e anche in Europa le previsioni sono tutt’altro che rassicuranti. Stando a recenti rapporti dello Ersb e della Bce, i timori principali riguardano l’incremento dei debiti delle imprese che – per ragioni connesse alla pandemia, a partire dalla crisi della domanda in determinati settori di mercato – sono entrate in una situazione di illiquidità grave, pur se forse non irreversibile. Ma le preoccupazioni non mancano anche riguardo al crescente, e correlato, peggioramento della qualità dei crediti verso famiglie e consumatori.

L’uscita dalla fase emergenziale e l’inevitabile rimozione delle numerose misure di sostegno pubblico introdotte durante la pandemia rendono alta la probabilità di una significativa crescita dei tassi di default, soprattutto in quelle aree dell’eurozona dove la componente dei servizi è più alta.

Come entrambi i documenti più sopra richiamati mettono in luce, il transito dall’emergenza alla ripresa è uno snodo delicato, in cui il ruolo delle banche è cruciale. Se, però, l’atteso incremento di crediti deteriorati induce molti a concentrarsi su come assicurare la “tenuta” del sistema bancario e finanziario, non parimenti diffusa è la consapevolezza della necessità di una gestione efficace di tutte le conseguenze che da tale incremento scaturiscono sul sistema socio-economico, e in particolare per le famiglie con minori possibilità. Pensare solo alla tenuta del sistema bancario potrebbe rivelarsi una scelta miope.

In linea con il forte investimento fatto dall’Europa per assicurare ripresa e resilienza anche nell’ottica della coesione e dell’equità sociale, occorre allora avere coraggio e domandarsi se la policy europea di gestione dei non performing loan, o Npl, sino a oggi adottata non vada modificata per affrontare al meglio le numerose crisi conseguenti alla pandemia.

Proprio con l’obiettivo di contribuire all’elaborazione di una strategia di uscita basata su soluzioni innovative e sostenibili anche dal punto di vista sociale, è nata la collaborazione fra l’Università Cattolica e la Task Force Economia della Vatican Covid-19 Commission, la Commissione istituita da Papa Francesco presso il dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale al fine di affrontare le conseguenze della pandemia con capacità di visione, audacia e collaborazione internazionale: preparando il futuro, che è diverso da prepararsi per affrontarlo.

Le soluzioni proposte non vogliono favorire uno spreco di risorse per prolungare l’agonia di posizioni debitorie ormai decotte. Al contrario, si suggerisce di distinguere con attenzione nel novero delle varie situazioni di difficoltà le diverse tipologie debitorie e di intervenire con misure adeguate alle caratteristiche di ciascuna.

Ciò significa, per un verso, offrire strumenti atti a far gestire i “rischi di transizione” a quei debitori che oggi si trovano in una situazione di seria difficoltà ma che mostrano di poter ripartire e, per un altro, accompagnare all’exit dal mercato, con modalità al contempo efficienti e socialmente sostenibili, coloro che versano in una situazione di crisi irreversibile.

I piccoli imprenditori e le loro famiglie preoccupano maggiormente, perché in questi casi quasi non esiste barriera, o comunque ne esiste una molto sottile, fra la realtà individuale e quella economica e patrimoniale.


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Un articolo di

Antonella Sciarrone Alibrandi e Alessandra Smerilli

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