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Sostenibilità, Giulia Martignoni conquista il Premio Socialis

05 gennaio 2021

Sostenibilità, Giulia Martignoni conquista il Premio Socialis

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Il mese di dicembre è stato ricco di doni per Giulia Martignoni, non necessariamente legati al Natale ma al suo impegno di diligente studentessa. Infatti il 4 dicembre ha ricevuto il Premio Socialis per la tesi di laurea che ha discusso il 18 dicembre conseguendo la laurea in Scienze politiche e sociali e meritandosi un bel 110 e lode.

Ma andiamo con ordine, chiedendo direttamente a Giulia il percorso accademico intrapreso. «In triennale, mi sono laureata in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee all’Università degli Studi di Milano. Ho poi scelto di iscrivermi all’Università Cattolica del Sacro Cuore poiché particolarmente attratta dal corso “Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni”, curriculum COR», spiega Giulia. «Ho svolto la tesi in “Analisi della pubblica opinione” dal titolo “La sostenibilità come leva di coesione sociale: la realtà attuale e gli scenari post emergenza Covid-19” redatta sotto la supervisione di Nando Pagnoncelli, docente di Analisi della pubblica opinione nonché presidente di Ipsos Italia. In questi due anni, il corso di laurea che ho frequentato mi ha permesso di avere una visione sistemica del mondo in cui viviamo, di comprendere e analizzare, grazie anche all’ampia scelta di laboratori e corsi offerti dall’Università, i diversi aspetti della comunicazione e i suoi impatti sociologici in un mondo sempre più interconnesso».

Cos’è il premio Socialis? «È il primo riconoscimento nazionale per le migliori tesi di laurea sulla sostenibilità e la Responsabilità Sociale d’Impresa, aperto agli studenti di tutte le università italiane. In questa edizione, la XIII del Premio, le candidature sono raddoppiate e da quando esiste sono più di mille le tesi pervenute. I vincitori premiati sono stati in totale tre (tra cui io), a cui si sommano quattro menzioni speciali. La motivazione con cui la giuria ha premiato il mio elaborato è stata la seguente: “Un lavoro di tesi moderno e concreto, focalizzato sulle necessarie strategie d’impresa in un quadro di salvaguardia delle risorse naturali. Definisce ottimamente protagonisti, scenari e soluzioni indicando i corretti passaggi per fare della sostenibilità un driver strategico, garantire crescita e competitività e contemporaneamente assicurare il futuro di tutti”».

Qual è il concetto chiave del suo elaborato? «Sono da sempre molto attenta e sensibile al tema della sostenibilità. Durante il primo anno di magistrale ho parallelamente conseguito un Diploma all’ISPI in Human Security and Sustainable Development. La scelta di questo argomento è maturata al termine di una lezione del professor Pagnoncelli, in cui ci ha illustrato le ricerche Ipsos (presso la cui azienda, durante il secondo anno, ho svolto uno stage) sul tema della sostenibilità. Davanti a un’attenzione sempre più diffusa da parte di tutti verso il tema della sostenibilità ci chiedevano se essa rappresentasse una mera dichiarazione d’intenti a scopi di marketing politici o aziendali o fosse invece un agire convinto. Durante il lockdown ci siamo poi resi conto che ci trovavamo di fronte a un mondo completamente nuovo: temevamo che il tema della sostenibilità, alla luce di una nuova emergenza, potesse passare in secondo piano. Fortunatamente così non è stato e per quanto la crisi ci abbia allontanato dal raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, essa ha comunque fatto avvertire l’urgenza a decisori pubblici, alle imprese e a tutti i cittadini di un’immediata e inderogabile svolta dei nostri modelli economici. Obiettivo della mia tesi è stato quello di dimostrare che la sostenibilità rappresenta la leva a cui guardare per creare coesione sociale e rappresenta la molla in grado di creare crescita e benessere diffuso tra ogni membro della società civile».

Un argomento che ha attinenze molto pratiche con il nostro vissuto sociale ed economico in epoca pandemica. «Soprattutto in questo momento, il tema della sostenibilità non deve passare in secondo piano, né deve essere “banalizzato” e interpretato come una mera strategia di marketing. Dobbiamo ricostruire il futuro, tenendo ben presente tutti gli aspetti della sostenibilità: sociale, ambientale, economico ed istituzionale. Il Covid-19 ha dato vita a nuove e grandi emergenze - sociali ed economiche - che si affiancano all’altra grande crisi che stiamo vivendo: quella ambientale. Tutte e tre devono essere affrontate con estrema urgenza. Possiamo uscire da questa crisi solo se la sapremo cogliere come un’occasione inderogabile per ripensare ai nostri modelli economici, sociali e ambientali. L’unica strada perseguibile per riprogettare la ripartenza post-pandemica è quella designata dall’Agenda 2030, in grado di rispondere a tutti i problemi che dobbiamo affrontare».

E Giulia cosa farà “da grande”? «Per il momento sto svolgendo uno stage all’Ufficio Ambiente ed Economia Circolare della Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma sono estremamente curiosa di scoprirlo e ho una grande voglia di mettermi in gioco con attitudine trasformativa. Quello che so per certo è che ovunque sarò mi farò sempre guidare dai sogni e dai valori che mi hanno spinta a realizzare questo elaborato. Proverò, nel mio piccolo, a costruire un mondo all’altezza delle nostre aspettative: più giusto, più equo e più sostenibile per le generazioni presenti e soprattutto per quelle future dove (spero) nessuno verrà lasciato indietro».

Un articolo di

Agostino Picicco

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