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Studi storici, a Lucia Devescovi il Premio Luciano Russi

17 febbraio 2021

Studi storici, a Lucia Devescovi il Premio Luciano Russi

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Scienza politica e teoria democratica sono la sua passione. Un interesse maturato durante gli anni universitari e che nel tempo è stato premiato. Lucia Devescovi, 25 anni, originaria di Genova, nel 2014 si è iscritta al corso di laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso la facoltà di Scienze politiche e sociali, laureandosi a pieni voti nel 2017. Ha poi proseguito con la laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali e il 20 aprile scorso è stata proclamata dottoressa magistrale con lode dopo aver discusso una tesi sulla crisi della democrazia dal titolo “Leadership e popolo negli Stati Uniti di Theodore Roosevelt: una democrazia del pubblico?”, nata dalla frequenza del corso di Teoria politica dell’età globale, tenuto dal professor Damiano Palano, relatore della tesi.

Inoltre Lucia, attraverso l’Università Cattolica, che nella sezione premi e borse per laureati proponeva la possibilità di concorrere alla borsa di studio erogata dalla Fondazione Luciano Russi, ha partecipato alla selezione e l’ha vinta.

Un ottimo coronamento degli studi universitari in un percorso che Lucia ritiene molto positivo. «Studiare Scienze politiche in Cattolica mi ha aperto la mente e mi ha permesso di acquisire competenze multidisciplinari: questo è sicuramente uno splendido valore aggiunto. L’ambiente universitario mi ha permesso non solo di apprendere nozioni ma anche e soprattutto di formarmi come persona, dandomi l’opportunità di crescere e fare incontri importanti. In più studiare tra i chiostri del Bramante è proprio una fortuna».

La Fondazione, intitolata al professor Luciano Russi, docente di Storia delle dottrine politiche alla “Sapienza” di Roma e precedentemente Rettore dell’Università di Teramo, bandisce con cadenza biennale due borse di studio per valorizzare la ricerca scientifica di giovani studiosi, premiando le due migliori tesi di laurea magistrale che abbiano ottenuto pieni voti e che si siano occupate di materie inerenti all’operato del professor Russi.

La cerimonia di premiazione di Lucia si è tenuta sabato 6 febbraio in modalità online, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia del Covid19, e in quella sede sono state lette le motivazioni che hanno portato alla scelta delle vincitrici e all’attribuzione delle borse di studio: «Le tesi magistrali hanno evidenziato una particolare capacità nell’indagine storico-politica insieme ad una sintonia con tematiche di grande attualità».

Una soddisfazione per Lucia che ha visto riconosciuto l’interesse nutrito per lo studio della scienza politica e della teoria democratica. «Seguire il corso di Teoria politica dell’età globale mi ha permesso di approfondire l’argomento della crisi della democrazia stessa. Da qui la volontà di indagare se la forma della ‘democrazia del pubblico’, descritta da Bernard Manin a fine secolo scorso, potesse essere calzante all’esperienza della presidenza di Theodore Roosevelt di inizio Novecento. Lo studioso francese evidenzia una situazione in cui il popolo non è più sovrano ma pubblico: esso assiste inerme allo spettacolo di ‘figure mediatiche’ che si avvicendano sul palcoscenico e concorrono per il consenso, espresso sotto forma di voto. Il paragone tra le due situazioni nasce dalla comunanza di alcuni elementi tra le due epoche, primo tra tutti il senso di smarrimento nei confronti di una classe politica che non sembra in grado di gestire le problematiche quotidiane e la soluzione dirompente che il ventiseiesimo inquilino della Casa Bianca prova a proporre. Il punto focale è stato cercare di ritrovare nel suo operato le tracce del contesto descritto da Manin. La spettacolarizzazione del personaggio politico e l’uso scaltro che Roosevelt fu in grado di fare dello strumento mediatico sono due fattori certamente importanti per un paragone con la situazione di fine secolo».

Un’analisi che ha toccato i capisaldi della teoria democratica e approfondito il rapporto complicato sussistente tra governanti e governati, cercando di analizzare le problematiche del potere. «Per mettere a confronto due epoche apparentemente estranee l’una dall’altra, è stato necessario, infatti, partire dal principio e provare a studiare in maniera completa il concetto di popolo, leadership e ruolo della presidenza nel sistema particolare degli Stati Uniti d’America. Un aspetto importante si è rivelato lo studio dell’evoluzione della figura presidenziale, di cui l’operato di Roosevelt rappresenta un punto di svolta».

Peraltro il rapporto tra popolo e potere, in qualsiasi forma, è un argomento molto attuale. Lucia ci tiene a ribadirlo. «In questa fase di crisi assistiamo ancora di più a un profondo e generalizzato senso di smarrimento che ci porta a chiedere di più a chi governa. Se Alexis de Tocqueville considerava democratico un sistema in cui il popolo governa perché sceglie chi governa, oggi questo sembra non bastare più. Non è raro che si metta in dubbio l’intero sistema e si cerchino soluzioni più semplici al problema. Così come, spesso, il contenuto lascia il posto alla spettacolarizzazione dello stesso, in un gioco mediatico che premia chi è più convincente. L’analisi della democrazia e della sua crisi, qualsiasi forma assuma, resta un punto focale per comprendere i problemi dell’oggi e provare a porvi rimedio, partendo dalla concezione stessa di democrazia».

Con eguale determinazione Lucia si pone verso il mondo del lavoro, pur nelle incertezze del momento attuale. «Spero che si presenti al più presto l’occasione per intraprendere un percorso lavorativo inerente ai miei studi e che possa darmi soddisfazione: certamente mi piacerebbe un percorso di ricerca in ambito politologico, o un ruolo in contesto istituzionale e, perché no, magari dedicarmi a qualche esperienza nell’ambito dell’Unione europea. Per ora cerco di sfruttare tutte le possibilità che incontro, certa che si possa imparare da tutto».

Alla base delle sue aspirazioni Lucia cita una frase di Václav Havel che ha voluto porre come frontespizio della sua tesi di laurea: «Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono felice l’uomo. L’individuo, che a prima vista è l’essere più impotente di fronte alle proporzioni che governano la vita politica, ne è invece il protagonista necessario». Un monito ma anche un incoraggiamento davanti a un mondo incerto e problematico nel quale entrare con il passo giusto. Come Lucia Devescovi ha fatto, con capacità e determinazione.

 

Un articolo di

Agostino Picicco

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