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Tecniche di scrittura, la lezione di David Nicholls

17 maggio 2021

Tecniche di scrittura, la lezione di David Nicholls

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I segreti, le tecniche della sceneggiatura e del romanzo raccontati dalla viva voce di uno degli autori più importanti presenti sulla scena internazionale: lo scrittore e sceneggiatore britannico David Nicholls.

Lunedì 10 maggio gli studenti della laurea magistrale di Scienze linguistiche The Art and Industry of Narration e del master in International Screenwriting and Production si sono riuniti per incontrare il romanziere britannico in una sessione online guidata dal professor Arturo Cattaneo, docente di Letteratura inglese.

Nicholls ha al suo attivo cinque romanzi e numerose sceneggiature, tra cui gli adattamenti per il grande schermo di alcune delle sue fortunate opere letterarie. La più celebre è forse One Day (2009, in italiano Un giorno), divenuto nel 2011 un film con Anne Hathaway. Con grande generosità Nicholls si è reso disponibile a discutere con gli studenti della sua carriera, del suo processo creativo e delle lezioni imparate lungo la strada. Con un sorriso affabile ci ha accolto, grazie al collegamento teams, nel suo salotto, e si è aperto alle domande.

Prendendo spunto dalla sua esperienza sull’adattamento per la Bbc dei classici Tess of the D’Urbervilles e Much Ado About Nothing e poi dei suoi stessi romanzi One Day e Starter for Ten, Nicholls ha costruito un’acuta riflessione sulla differenza nelle tecniche tra scrittura originale e adattamenti, e su come far comunicare la carta stampata con lo schermo.

L’autore – ha spiegato Nicholls - che inizia a scrivere un film ha dei paletti precisi. Genere, lunghezza, commissioner sono tutte basi solide su cui lo scrittore può appoggiarsi per dare forma alla sua opera. Il romanzo non ha questi limiti rassicuranti e Nicholls ha ricordato come ci vollero tempo e spinte da parte di amici perché lui raccogliesse abbastanza coraggio per scrivere il suo primo romanzo. Superata la vertigine della pagina bianca, il medium romanzo si è rivelato molto più personale della sceneggiatura. Il romanzo ha il privilegio di poter mettere in pausa l’azione fisica per entrare in profondità nei movimenti interiori del personaggio. Lo screenplay richiede invece di trasporre ogni movimento interiore nel limitato mondo materiale. Il consiglio affidato agli studenti di sceneggiatura è stato quello di sfruttare tutta la potenzialità dello screenplay, e affidarsi poi alla professionalità di chi trasformerà lo scritto in un film: dal regista all’attore, al set designer. Saranno loro a portare a compimento la profondità emotiva indicata nella sceneggiatura.

Altro argomento delicato che è stato toccato nelle quasi due ore di intensa discussione è stata la gestione delle narrazioni lunghe, prendendo spunto da One day che copre un lasso di tempo di oltre vent’anni nella vita dei due protagonisti, ma raccontando solo lo stesso giorno, il 15 luglio, un anno dopo l’altro.

Nicholls ha raccontato di aver preso ispirazione da Tess of the D’Urbervilles in cui compare l’idea che ogni anno ciascuno di noi attraversa, ignaro, l’anniversario della propria morte. Da qui l’idea di affiancare una serie di fotografie dello stesso giorno, ogni anno, per ricostruire la relazione dei due protagonisti nelle diverse fasi della loro vita. 

La scelta di non raccontare in presa diretta i grandi eventi della vita dei suoi personaggi, l’ha costretto a creare una struttura che li facesse intuire, attraverso allusioni o riferimenti dei personaggi stessi. Questo lavoro architettonico su dettagli e suggestioni gli ha permesso di creare un senso di intimità con i personaggi, che si è ben tradotto sullo schermo, e anche conquistare quella preziosa scoperta dello straordinario nell’ordinario che ha fatto amare moltissimo il romanzo e spinto il pubblico nelle sale cinematografiche.

Oltre alla stimolante discussione tecnica, Nicholls ha condiviso il suo percorso professionale non lineare che l’ha portato, grazie alla spinta di amici, dagli inizi come attore alla sceneggiatura, e infine a sconfiggere il suo timore reverenziale per la narrativa. Alla luce di questo percorso che l’ha visto iniziare a scrivere a tempo pieno a 31 anni e pubblicare il suo primo romanzo a 34, Nicholls ha lasciato un chiaro e amichevole incoraggiamento agli studenti presenti a perseverare nel lavoro e nello studio senza la pretesa di vedere un risultato immediato.

Un articolo di

Maria Chiara Elisabetta Redoglio

Studentessa del Master in International Screenwriting and Production

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