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Giustizia riparativa, la lezione del premio Balzan John Braithwaite
Il professore, emerito all’Australian National University, è considerato uno dei “padri” della disciplina
| Katia Biondi
01 agosto 2023
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Nella martoriata Ucraina la voce dei giuristi non si è spenta. La loro riflessione prosegue intensamente, sempre più protesa a guardare oltre, ad afferrare il domani, a costruire un saldo ancoraggio all’Europa.
JusOnline - rivista digitale della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica pubblicata dalla casa editrice Vita e Pensiero - ha scelto con entusiasmo di offrire due spazi, nelle edizioni di aprile e giugno, ai colleghi ucraini. È parso infatti opportuno offrire visibilità alla dottrina di questo Paese in guerra per testimoniare la continuità della sua produzione giuridica anche nelle condizioni più difficili e tragiche.
Nei saggi pervenuti, la guerra e la politica rimangono per lo più sullo sfondo: soltanto in un contributo, dedicato alle problematiche del diritto militare e alle sue linee di sviluppo nel contesto dell’invasione russa, il conflitto occupa un ruolo centrale.
Per il resto gli argomenti spaziano sul fronte ampio delle discipline giuridiche, con particolare riguardo a quelle pubblicistiche: l’emergere di un diritto amministrativo globale come conseguenza delle sfide cui l’intera umanità sempre più spesso si confronta (pandemia e crisi ecologica, soltanto per citare quelle più recenti); l’amministrazione delle finanze pubbliche, esaminata anche attraverso lo strumento della comparazione; i profili regolatori delle rappresentanze dell’utenza nell’ambito della pubblica amministrazione come strumento di democratizzazione dell’azione amministrativa: gli enti pubblici e il loro inquadramento giuridico anche alla luce delle esperienze francese e tedesca.
A temi di diritto costituzionale è dedicato un articolo che si focalizza sul ruolo dei comitati parlamentari nel procedimento legislativo, sottolineando come nell’attuale sistema semi-presidenziale, con una chiara maggioranza parlamentare in favore del presidente in carica, tale ruolo sia marginale.
L’auspicio di un’evoluzione europea del diritto ucraino è poi contenuto in un serrato lavoro di comparazione sul procedimento legislativo, che confronta norme applicate nei paesi dell’Ue e quelle tipiche dell’esperienza sovietica che ancora influenzano i paesi che ne raccolgono l’eredità culturale. È di approccio comparato anche un saggio che si occupa della vexata quaestio dell’immunità parlamentare, dei suoi modelli e dei suoi limiti, spesso facile preda, in Ucraina ma non solo, di proposte riformatrici di taglio populistico. Il ruolo del giudice e, in particolare, gli aspetti positivi e negativi del cosiddetto “attivismo giudiziale”, tanto in Ucraina quanto nelle corti internazionali, costituiscono il tema di un ulteriore saggio. Unico contributo di diritto tributario, è quello che si focalizza sull’apparato sanzionatorio, sia amministrativo, sia penale, con particolare attenzione agli aspetti di prevenzione.
Al limitare tra diritto pubblico e privato si colloca un contributo che approfondisce il tema dell’utilizzo di norme imperative e dispositive nella disciplina di regolazione degli investimenti.
Appartengono, invece, pienamente all’alveo delle discipline civilistiche le pagine dedicate alla libertà contrattuale, alle sue garanzie e alle sue possibili limitazioni, giovandosi anche della comparazione e del confronto con il diritto dell’Ue.
Concludono queste sezioni due saggi di diritto del lavoro e uno di diritto della previdenza sociale. I primi due sono incentrati sulla legislazione ucraina contro lo sfruttamento del lavoro minorile (il fenomeno, purtroppo in espansione, e non da ultimo a causa della guerra, è analizzato anche alla luce dell’esperienza comparata e internazionale onde individuare i difetti di regolazione che impediscono di contrastarlo efficacemente) e il secondo sul diritto del lavoro ucraino, che viene esaminato alla luce del concetto di decent work, di derivazione OIL, e di alcune direttive emblematiche dell’Ue in materia, come quella sulle condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili: il nuovo disegno di legge sul lavoro, in particolare, presenta numerosi profili che confliggono tanto con le fonti internazionali, quanto con il diritto dell’Ue, e necessitano, pertanto, di opportuna correzione prima della definitiva approvazione. II terzo saggio si focalizza sul concetto di sicurezza sociale nella legislazione ucraina in comparazione con quella di vari paesi dell’Ue, anche al fine della realizzazione di un moderno sistema di welfare State.
Al termine di queste letture dal marcato taglio comparatistico appare chiaro il profondo desiderio del popolo ucraino, qui rappresentato da un gruppo scelto di professori universitari di diritto, di distaccarsi dal modello sovietico, che vede lo Stato protagonista, per adottare invece il modello europeo dove al centro della visione antropologica del diritto c’è l’uomo, ci sono i cittadini.
Foto di Ivan Rohovchenko su Unsplash
Un articolo di
Facoltà di Giurisprudenza