NEWS | Ateneo

Verde in…chiostro

14 marzo 2023

Verde in…chiostro

Condividi su:

L’antico monastero progettato dal Bramante, le vite dei monaci, il loro lavoro a stretto contatto con la natura e il verde. La riconversione a ospedale militare che lo trasforma in luogo di cura non solo del corpo ma anche dell’anima. E adesso luogo di studio, formazione e cultura. All’interno della sede di largo Gemelli dell’Università Cattolica nel corso dei secoli si sono alternati tanti utilizzi e altrettante storie. Unite, però, da un invisibile filo che le intreccia tra loro.

A riannodarne le trame, mercoledì 1° marzo, Verde in…chiostro, un incontro promosso dal Comitato Pari Opportunità dell’Ateneo. Un momento di riflessione dedicato agli studi e alle tecnologie nella storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore articolato in tre momenti: le relazioni dei docenti, la proiezione del cortometraggio “Respirando l’aria dei chiostri…” realizzato dalle studentesse dei collegi Marianum, Paolo VI e Buonarroti e una visita guidata alla scoperta del Giardino Santa Caterina di Alessandria, noto anche come “Giardino delle Vergini”, a cura a cura di Lorenzo Stagnati, ricercatore di Genetica agraria della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali.

Un’occasione per scoprire la grande varietà botanica che ospita questo spazio verde nel cuore della sede storica della Cattolica: l’imponente platano posto all’ingresso che, data la sua posizione, è antecedente al monastero, la sofora del Giappone con i suoi spettacolari rami piangenti e i frutti dalle virtù terapeutiche, il cipresso dell’Arizona, salici, querce e ovviamente non poteva mancare, all’interno di un giardino universitario, la pianta di alloro.   

Un articolo di

Luca Aprea

Luca Aprea

Condividi su:

La giornata era stata aperta dalla professoressa Raffaella Iafrate, prorettrice dell'Università Cattolica e delegata alle Pari opportunità: «La sostenibilità è un tema centrale. È affascinante vedere i nostri chiostri, uno spazio dove le nuove generazioni vivono e si formano, come luogo in cui si può sviluppare grazie all’incontro tra discipline scientifiche e umanistiche».

Il professor Aldo Carera, docente di Storia delle relazioni industriali e presidente del Comitato per le Pari Opportunità dell’Ateneo, mostrando alcune immagini tratte da un raro volume con le illustrazioni botaniche di Filippo Arena conservato nella biblioteca di Ateneo ha ricordato lo stretto legame tra la natura e la storia della Cattolica: «Chiostri, inchiostri, tecniche e la dimensione naturale. Nel monastero che oggi è sede della nostra Università i monaci vivevano all’interno di questo contesto. E ne restano molte tracce, basti pensare che il simbolo della rivista Vita e Pensiero era un albero rigoglioso. Anche la simbologia all'interno della Cappella lo testimonia: spighe e tralci di vite. C’è un rapporto molto forte tra la natura e l’identità multisecolare di questo Ateneo».

Il professor Gianpiero Fumi, docente di Storia economica si è soffermato invece sulla cultura scientifica e tecnica nei chiostri bramanteschi: «Le università nascono dalle scuole delle Cattedrali. Siamo in uno dei siti più antichi della città di Milano, un luogo unico anche nella destinazione degli spazi. Studiare qui non è casuale. È un luogo pieno di "semi". Le origini della cultura alta, laica o religiosa che sia, in vari ambiti sono strettamente legate alla Chiesa. Il cristianesimo – ha spiegato - ha desacralizzato la Natura, ma in essa siamo invitati a vedere il risultato di una mano creatrice. E, di conseguenza, a tutelarla, rispettarla e preservarla».

Giorgio Canali, docente di Economia dell’ambiente presso la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, dopo aver tracciato un breve quadro storico ripercorrendo le tre tappe dell'agricoltura della quantità, della qualità e della sostenibilità ha ricordato come negli ultimi tempi «si stia riscoprendo il ruolo importante del verde urbano nelle nostre città. C'è la consapevolezza di aver creato delle città cementificate, senza spazi di comunità, come i nostri chiostri. Tuttavia è una presa di coscienza approssimativa, non basta piantare qualche albero a caso. Servono piani precisi, la pianta giusta va sistemata in spazi adeguati. Questo determina il valore del verde urbano. Pensiamo, per esempio, a una corretta ombreggiatura: contribuisce ad abbassare le temperature, ha un effetto benefico per l'uomo e, limitando l'uso dei condizionatori, contribuisce alla tutela dell'ambiente oltre ad avere anche un impatto positivo sull'economia dei consumi. Un bel caso che ci aiuta a capire come l’agricoltura e la città hanno bisogno di rapportarsi correttamente con il verde, l’ambiente. Ma per farlo servono competenze».

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti