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Addio a Fausto Colombo, esploratore dei media

14 gennaio 2025

Addio a Fausto Colombo, esploratore dei media

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Esploratore dei media e della cultura popolare, animatore di centri di ricerca e di iniziative accademiche, professore amato da più di una generazione: questo, in breve, il ritratto di Fausto Colombo, morto a Monza la mattina del 14 gennaio 2025I funerali si terranno a Milano giovedì 16 gennaio, alle ore 11, presso la Basilica di Sant'Ambrogio.

Nato a Milano 16 aprile 1955, Colombo era stato allievo di Gianfranco Bettetini all’Università Cattolica del Sacro Cuore, presso la quale si è principalmente svolta la sua carriera di studioso e di docente. Nella sede di Milano aveva insegnato Teoria e tecnica dei media dapprima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e poi di Scienze politiche e sociali. Sempre a Milano aveva diretto il Dipartimento di Scienze delle Comunicazioni e dello Spettacolo e il master in Comunicazione, marketing digitale e pubblicità interattiva. Negli ultimi anni aveva la sua competenza al servizio dell’Ateneo nelle attività di comunicazione e di promozione dell’immagine dell’Università, come delegato del rettore Franco Anelli e, da ultimo, come prorettore.

La cultura popolare che unisce il Paese - La lezione di Fausto Colombo (VIDEO INTEGRALE)

Apprezzato in campo internazionale, Colombo aveva collaborato con diversi atenei europei. All’Università della Svizzera Italiana era stato professore incaricato del corso Genres and Formats, all'Université Stendhal di Grenoble aveva tenuto la Cattedra Unesco in Comunicazione internazionale, aveva insegnato come visiting professor all'Université Lumière a Lione e alla Sorbonne a Parigi, dove era stato anche membro del Consiglio Scientifico del CELSA, la scuola di alti studi in scienze dell’informazione e della comunicazione. Membro dell’Academia Europaea. Infine, aveva fatto parte del section committee della sezione Film, media and visual studies.

Un articolo di

Francesco Chiavarini

Francesco Chiavarini

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Ideatore del Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica (OssCom), da lui diretto per 18 anni, aveva partecipato a progetti di ricerca di interesse nazionale e collaborato con grandi aziende e istituzioni culturali.

Fin dagli inizi della sua attività, Colombo si era occupato del legame tra digitalizzazione e trasformazioni sociali. Esito di questi interessi sono il suo volume d’esordio Gli archivi imperfetti (Vita e Pensiero, 1986), Le nuove tecnologie della comunicazione (Bompiani, 1994), scritto con Gianfranco Bettetini, e La digitalizzazione dei media (Carocci, 2007). Nel secondo decennio degli anni 2000, si era inserito nel filone dell’analisi critica della rete con Il potere socievole. Storia e critica dei social media (Bruno Mondadori, 2013) e una serie di saggi su fenomeni come il trolling, il controllo dei dati e le sfide alla privacy. Appartengono a questo periodo anche una serie d’indagini empiriche sui legami tra i fenomeni della digitalizzazione e l’appartenenza generazionale. Nel 2020 questo insieme di esperienze era confluito nel «manifesto per una comunicazione gentile» pubblicato da Vita e Pensiero con il titolo di Ecologia dei media. Sempre presso la casa editrice dell’Ateneo era uscito nel 2018 uno dei libri più personali e caratteristici di Colombo, Imago pietatis, lucida riflessione sul legame tra fotografia e compassione.

Un altro tema indagato con continuità da Colombo è stato quello della storia dei media nel nostro Paese. Aveva approfondito l’argomento, per esempio, in La cultura sottile (Bompiani, 1998), nell’autobiografico Boom (Rizzoli, 2008) e in Il Paese leggero (Laterza, 2012).

Il 13 novembre 2024, già malato, Colombo aveva tenuto una partecipatissima lezione aperta nell’Aula Magna di largo Gemelli, tornando ancora una volta sul tema sul rapporto tra cultura alta e bassa, d’élite e comunitaria. Il testo dell’intervento, alla cui revisione il professore ha lavorato sino agli ultimi giorni, sarà pubblicato nei prossimi mesi da Vita e Pensiero. A quest’ultima Lezione sulla cultura popolare (è il titolo annunciato), si affiancherà a breve il saggio Una storia in comune. Perché la cultura pop racconta chi siamo, scritto con Lorenzo Luporini e in uscita da Mondadori in febbraio.

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