É scomparso all'età di 88 anni il professor Gianfranco Piva. Nato a Magnacavallo, in provincia di Mantova, nel 1937, dopo gli studi superiori si trasferisce a Piacenza per frequentare la Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica e qui rimane per intraprendere la carriera di ricercatore. Dal 1988 al 2009 è preside della Facoltà di Agraria. Dal 2002 è direttore del Centro per la qualità e la sicurezza del sistema agroalimentare della Facoltà mentre dal 2006 è direttore di Agrisystem, l’alta scuola di dottorato per il sistema agroalimentare.
Per ricordare il professor Piva, mercoledì santo 16 aprile, alle ore 13.40, sarà celebrata una Santa Messa in suo suffragio presso la Cappella Universitaria. In tale occasione, la comunità accademica si raccoglierà anche per prepararsi spiritualmente alla Pasqua di Risurrezione. Il ricordo del professor Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali.
Ho vissuto il professor Piva in tre fasi della mia e della sua esistenza. La prima da studente, poi da giovane ricercatore e poi come collega, in un percorso che si è sviluppato sia in Università che all’interno di commissioni scientifiche, come quella del Grana Padano.
Come studente, il mio ricordo del professor Piva è quello di un docente capace di portare l’innovazione dentro la formazione, offrendoci uno sguardo aggiornatissimo e appassionato del suo ambito di studi, la nutrizione animale. Sapeva entusiasmarci anche per la sua abilità nel mescolare gli aspetti più avanzati della ricerca con una forte applicazione pratica, trasferendoci le tecniche più innovative applicate agli allevamenti, per risolverne i problemi in modo nuovo ed efficace.
Da ricercatore, ricordo un Preside lungimirante: con l’idea di attivare un dottorato come Agrisystem, precorse i tempi, creando una scuola di alta formazione universitaria basata sulla transdisciplinarità, in cui discipline differenti come quelle delle scienze agrarie e alimentari, quelle economiche e quelle giuridiche fossero compresenti, favorendo una contaminazione di competenze utile a formare esperti dell’agroalimentare con una visione ampia, funzionale all’interazione nei team di lavoro in un settore, come quello agroalimentare, sempre più complesso e sfidante.
Come collega, ho vissuto il professor Piva nell’ultima fase della sua carriera accademica, soprattutto dopo la sua nomina a Presidente della Commissione scientifica del Grana Padano, di cui anche io facevo parte. È qui che ho potuto apprezzare non solo il suo indiscutibile valore come ricercatore e studioso, ma anche la sua elevata capacità politica di gestire le relazioni con le associazioni dei produttori e con i decisori politici: con il Ministero della salute ha sempre avuto un rapporto molto stretto sul tema One health, l’interazione tra la salute umana, i sistemi agricoli e l’allevamento, quando questo termine non era ancora stato coniato. Ha inoltre fatto parte dello SCAN, un Comitato della Commissione europea che ha preceduto l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare; ricordo che il primo giorno in cui, come giovane professore associato, entrai a far parte del gruppo di esperti di EFSA, mi accolsero dicendo: “Tu vieni dalla facoltà del professor Piva”. In quella occasione toccai con mano quanto la reputazione di una facoltà sia data dalla sommatoria del valore delle persone che la costituiscono.
Di Gianfranco Piva resta l’eredità di un uomo che ha saputo precorrere i tempi in modo straordinario, lasciando alla facoltà di Agraria l’eredità di una spinta innovatrice e di una vocazione internazionale che ancora oggi ci contraddistingue.