L'incontro "Città, persona e speranza", tenutosi presso il Collegio Augustinianum, ha visto la partecipazione di illustri relatori come monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica, e monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente della Cei per l'Italia meridionale. L'evento ha posto l'accento sull'importanza di un'ospitalità che abbracci le fragilità e le marginalità in aumento nelle nostre città. La riflessione è partita dall'idea che le città dovrebbero diventare spazi di cura e accoglienza, dove ogni individuo, specialmente il più vulnerabile, possa sentirsi parte di una comunità.
Il dibattito ha esplorato il concetto di "libertà" come un valore fondamentale, contrapponendolo alle barriere che spesso si frappongono tra le persone. Le migrazioni e il fenomeno delle persone "fuori sede" sono stati evidenziati come sfide significative, richiedendo una nuova visione di inclusione e partecipazione. Monsignor Savino ha condiviso come il Vangelo di Marco abbia trasformato la sua vita, ispirando un approccio aperto e accogliente della Chiesa, in grado di rispondere alle esigenze dei giovani e di tutta la comunità.
Un tema centrale dell'incontro è stato il ruolo dei giovani come agenti di cambiamento. È emerso che le città devono diventare più vivibili, umane e sostenibili, e che l'arte, intesa come espressione creativa e organizzazione socio-culturale, può giocare un ruolo cruciale in questo processo. Le parole di Mons. Giuliodori hanno sottolineato la necessità di un'alleanza tra diverse generazioni, in cui i giovani possano riscoprire il loro potere trasformativo e contribuire a reinventare gli spazi urbani, superando le occupazioni mafiose e creando un’agorà vivente.
Infine, il vescovo Savino ha proposto l'idea di una "fase detox" per affrontare l'iper-urbanizzazione, ripensando le metropoli attraverso la creazione di quartieri sostenibili e vivibili. Questa visione richiede un impegno collettivo per garantire che le città non siano solo luoghi sicuri, ma anche spazi ossigenati dove le persone possano prosperare. In un contesto segnato dal Covid e da un crescente disagio sociale, la conferenza ha toccato con mano l'urgenza di dare ai giovani un ruolo pubblico attivo, poiché, come affermato da papa Francesco, i giovani non sono solo il futuro, ma il presente, “l’adesso” di Dio.