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Educazione finanziaria, il sapere che conta

28 marzo 2025

Educazione finanziaria, il sapere che conta

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In Italia le conoscenze finanziarie restano ancora appannaggio di pochi. L’indagine più recente di Banca d’Italia (20 luglio 2023) conferma la posizione di ritardo nei confronti del panorama internazionale. Nello specifico, il livello medio di alfabetizzazione finanziaria degli italiani è pari a 10,6 (in una scala da 1 a 20) rispetto al 10,2 del 2020. Un ritardo che si registra anche nella finanza digitale e che si acuisce tra le donne, le persone tra i 35 e i 64 anni e gli abitanti del Mezzogiorno. Sono dati che la dicono lunga sull’importanza di sensibilizzare i giovani su questioni – come la gestione del proprio denaro – che sembrano ancora lontane, ma che in realtà riguardano anche la loro vita i. Lo sa bene Annamaria Lusardi, che da oltre vent’anni dedica gran parte della sua attività di docente a tenere corsi di finanza personale. Per lei, infatti, «l’educazione finanziaria è una forma di investimento del capitale umano», come ha detto il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli, introducendo la tavola rotonda che martedì 25 marzo si è sviluppata nell’aula Pio XI dell’Ateneo attorno al libro della professoressa Lusardi “Il sapere che conta”, pubblicato da Mondadori.

Economista e docente di Finanza alla Stanford University, dove dirige un centro sull’educazione finanziaria, Annamaria Lusardi è da tempo impegnata ad accrescere la consapevolezza tra le nuove generazioni consapevolezza. Del resto, lo stesso evento ospitato dalla Cattolica, oltre a essere stato pensato e fortemente voluto dalla professoressa Lusardi, «è perfettamente in linea con la sua ormai consolidata e apprezzata consuetudine di incontro con i giovani per sensibilizzarli su tematiche rilevanti per il loro futuro», ha detto il rettore Beccalli.

 

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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A ribadire quanta strada sia ancora da fare in questo ambito è stato anche Giovanni Petrella, preside di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, che con la Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, ha promosso l’iniziativa. «Quello dell’educazione finanziaria è un tema caro alla Facoltà e allo stesso tempo cruciale perché non solo migliora il benessere sociale e individuale ma rappresenta uno strumento di democratizzazione e di eguaglianza», ha affermato il preside Petrella. «Gli italiani non hanno conoscenze essenziali per prendere decisioni informate». Pertanto, «l’educazione finanziaria è un obiettivo da perseguire» e, da questo punto di vista il libro della professoressa è uno «strumento fondamentale», che si qualifica per due attributi: «semplicità e rigore, caratteristiche chiave in ogni fase decisionale». Da parte sua, il preside di Scienze linguistiche e letterature straniere Giovanni Gobber si è soffermato sull’importanza del linguaggio e dei termini usati per appassionare a temi che spesso possono risultare ostici. Per questo, «l’educazione finanziaria affinché sia cruciale deve essere organizzata in maniera fine e adeguata allo scopo». È chiaro allora che «le parole devono essere ritagliate sul potenziale destinatario per suscitare stupore che come, diceva Aristotele, è all’origine della conoscenza», ha specificato il preside Gobber.
 
E in effetti se c’è un aspetto che contraddistingue il libro della professoressa Lusardi è proprio la semplicità con cui sono illustrati alcuni concetti-chiave della finanza. «Insegnando finanza personale da più di dieci anni, mi sono resa conto di quanto fosse complessa la materia. Con questo libro ho cercato di semplificarla al massimo, con l’obiettivo di rendere l’argomento di più facile comprensione», ha raccontato l’economista della Stanford University, rivolgendosi alla platea di studentesse e studenti che hanno assistito alla sua lezione. Spiegando com’è nato il libro, articolato in sette capitoli, ciascuno dedicato alla spiegazione di alcuni temi finanziari a partire da storie concrete, l’autrice ha posto l’accento sul fatto che oggi più che mai è «importante avere una conoscenza di base per poter essere in grado di gestire le proprie finanze». Talvolta, ha aggiunto, «bastano pochi soldi per essere sereni»: anche piccoli risparmi sono sufficienti per proteggerci da imprevisti anche traumatici e offrire possibilità di scelte. 

Ecco allora i suoi tre suggerimenti per far capire quanto sia utile avere un minimo di competenze («sono tanto rilevanti quanto saper leggere e scrivere») per costruire il futuro. Innanzitutto, dobbiamo occuparci di quella che ha definito «salute finanziaria», in altre parole prenderci cura delle nostre finanze. In secondo luogo, dobbiamo imparare a investire, perché i soldi non crescono se lasciati sul conto corrente; in questo senso il fattore tempo è determinante visto che il tasso di interesse composto funziona anche quando stiamo dormendo. Infine, dobbiamo investire in conoscenza e, soprattutto, in educazione finanziaria, perché ne va del benessere non solo della nostra vita personale, ma dell’intera collettività.

La presentazione del libro si è arricchita con gli interventi di tre professori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore appartenenti a diversi ambiti disciplinari: Gian Paolo Clemente, docente di Matematica attuariale, Mariagrazia Fanchi, direttore dell’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (Almed), e Antonella Marchetti, direttore del Dipartimento di Psicologia. Moderati da Alberto Banfi, docente degli Intermediari finanziarie e promotore dell’iniziativa, hanno toccato alcune tematiche affrontate nel testo, ciascuno dalla propria prospettiva disciplinare, quella matematico-finanziaria, comunicativa e psicologica.

 

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