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Francesco e lo sguardo capovolto sul mondo

16 aprile 2024

Francesco e lo sguardo capovolto sul mondo

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La ricerca interdisciplinare ha ampiamente mostrato quanto la spiritualità francescana abbia influenzato arte figurativa, letteratura, predicazione, devozione, drammaturgia, determinando una “funzionale” trasformazione delle forme della rappresentazione dalla quale non si può prescindere per comprendere la cultura umanistica e, con essa, la modernità.

L’origine di questo terremoto culturale fu la vita stessa di Francesco: il suo modo di presentarsi in pubblico era di grande effetto teatrale e tutto quello che fece fu una rappresentazione, poiché trasfondeva il suo impulso interiore nella condotta esteriore, servendosi di modalità espressive immediate, realistiche, direttamente accessibili con i sensi e di conseguenza straordinariamente efficaci e leggibili per un pubblico popolare.

Francesco, però, non fu un uomo “teatrale” in senso stretto. Piuttosto fu un uomo “drammatico”.

Tra XII e XIII secolo, il significato di ioculator Domini (giullare di Dio) è sovente collegato a quello di “santa semplicità” con cui si fa riferimento a chi – avendo un solo cuore, un solo volto e un solo gesto – non costruisce un’immagine apparente di sé, ma si presenta per quello che è. Il “semplice” è colui che non è “doppio”. In lui non c’è finzione: essere, apparire, pensare e fare non sono separati.

«Il giullare è anche colui che simbolicamente cammina a testa in giù e, così, propone uno sguardo capovolto sul mondo» afferma Carla Bino, docente di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università Cattolica.

La vita fraterna come sudditanza reciproca, la rinuncia radicale del potere e della ricchezza in ogni sua forma, la posizione di sottomissione e minorità, la gratuità del dono, la nudità come inanizione e rinuncia sono tutte “proposte ribaltate” che invertono – o tengono insieme – dentro e fuori, essere e apparire, visione e azione, parola e gesto, alto e basso, sublime e umile.

Lo sguardo ribaltato di Francesco è quello di un “folle di Dio” nuovo e diverso rispetto agli esempi orientali, perché non è un solitario che vive isolato, fuori dalle regole sociali che contesta.

Egli è un novellus pazzus che non guarda dall’esterno il mondo, ma sceglie di essere in mundo: sceglie di agire nel mondo e con il mondo confrontarsi, di parlare al mondo facendosi capire dal mondo e di andare per il mondo, dando vita, in pochissimo tempo, a un Ordine di enormi dimensioni e di grande importanza ecclesiale.

Il convegno internazionale - promosso da Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo, Dipartimento di Studi medievali, umanistici e rinascimentali e Dipartimento di Scienze religiose, dell’Università Cattolica del Sacro Cuoredal 17 al 19 aprile 2024, sotto la direzione scientifica di Carla Bino e Nicolangelo D’Acunto - intende investigare come la logica ribaltata di Francesco da ideale (la follia dell’intuizione) si sia incarnata nella storia (la realtà dell’istituzione), da un lato entro le forme “ordinate” dell’organizzazione politica, civile, religiosa ed economica, dall’altro entro le forme della rappresentazione materiale.
 

Un articolo di

Paolo Ferrari

Paolo Ferrari

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