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«Il vero premio è fare la differenza»

28 ottobre 2025

«Il vero premio è fare la differenza»

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«Non vivete per i riconoscimenti e per i premi, scegliete i temi e le sfide più appassionanti e svolgete con professionalità e onestà il vostro lavoro. E se avrete il privilegio di capire qualcosa che non è mai stato capito prima e alcune di queste nuove conoscenze potranno aiutare i pazienti, sarà questo il vero premio».

Queste le parole fra le più importanti e sentite del messaggio che il professor William G. Kaelin Jr, Premio Nobel per la Medicina nel 2019, ha trasmesso agli studenti e ai giovani ricercatori nella Lectio dal titolo “The VHL tumor suppressor: insights into oxygen sensing, cancer immunity, and drugging the undruggable” tenuta il 27 ottobre nella sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in un Auditorium gremito e in ascolto dell’illustre professore di Medicina all’Università di Harvard e al Dana-Farber Cancer Institute.

L’evento, promosso dalla Facoltà di Medicina e chirurgia e dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, si è aperto con i saluti del professor Alessandro Sgambato, preside della Facoltà, e del professor Antonio Gasbarrini, direttore Scientifico della Fondazione Gemelli.

«L’incontro di oggi – ha esordito il professor Sgambato – dà l’avvio al nuovo ciclo delle “Letture di Facoltà", occasioni di incontro e confronto con docenti, ricercatori e scienziati che si sono distinti nel campo della Medicina e delle Scienze. Il Professor Kaelin, che fra poco avremo l’onore di ascoltare, rappresenta un grande esempio di “physician scientist”, una persona che ha sempre coltivato la passione per la ricerca e che, dopo una intensa esperienza clinica, ha deciso di dedicarsi completamente alla ricerca sperimentale che rispondesse a quesiti clinici, attraverso la creazione di un proprio laboratorio e di un affiatato gruppo di ricerca. Egli è la prova vivente che i traguardi e i successi si costruiscono giorno per giorno con impegno, sacrificio, passione e curiosità».

«Grazie al preside e all’intera Facoltà per questo incontro congiunto che oggi unisce studenti, medici, e giovani ricercatori – ha detto il professor Gasbarrini –. Voi studenti, in particolare, avete la grande fortuna di vivere e lavorare in una grande contesto, universitario e clinico, che rappresenta il connubio tra clinical care e transitional research, in tutte realtà del nostro Policlinico Universitario. Il professor Kaelin incarna esattamente quella figura di ”clinical scientist” che anche voi siete chiamati ad essere, traducendo la conoscenza in compassione e la scienza nel prendersi cura».

Ripercorrendo la sua biografia, i primi esperimenti, i successi, a volte le delusioni, il sacrificio, l’impegno e i numerosi traguardi, l’importanza di avere un mentore per poi diventarlo per le giovani generazioni, il professor Kaelin ha tracciato in parallelo le evoluzioni cliniche e scientifiche della Medicina, dimostrando agli studenti l’importanza del lavoro silenzioso e dell’impegno quotidiano, delle soste e delle ripartenze, della passione e della motivazione individuale che nemmeno un rifiuto e una delusione possono spegnere.

 

 

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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La lezione si è trasformata poi in un dialogo con i docenti e i ricercatori della Facoltà che hanno posto al Professor Kaelin domande sulle prospettive e i possibili sviluppi della ricerca, concluso dal messaggio che ha guidato tutto l’incontro e che di certo gli studenti conserveranno: «Il vero premio – ha concluso il professor Kaelin – è fare qualcosa che amate e che davvero possa fare la differenza».

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