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In Università Cattolica si rafforza il dialogo interreligioso

11 dicembre 2024

In Università Cattolica si rafforza il dialogo interreligioso

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«Non può esserci vero dialogo senza alterità, non può esserci comprensione di sé se non in una relazione. L’identità personale viene alla luce attraverso un intreccio di legami lasciandomi interrogare da colui che mi viene incontro». 

Le parole del cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, ha spiegato così il senso profondo dell’incontro “Studi per il dialogo” martedì 10 dicembre in Università Cattolica a Milano, dedicato al Premio di ricerca “Al Issa” per gli studi arabo islamici.  

Questa occasione istituzionale, introdotta da Wael Farouq, docente di Lingua e letteratura araba dell’Ateneo e segretario del Premio di ricerca “Al Issa”, ha promosso il dialogo tra il Cardinale, Muhammad Al Issa, Segretario generale della Lega musulmana mondiale, e il Rettore Elena Beccalli, confermando, così, l’identità dell’Ateneo che Papa Francesco in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico del centenario nel dicembre del 2021 aveva definito «una comunità aperta al mondo senza paure. Questo è speranza!». 

Il Cardinal Parolin ha delineato le condizioni effettive che garantiscono il dialogo, ovvero il coraggio di uscire per incontrare; la pazienza dell’ascolto perchè nell’era della comunicazione pervasiva fa difetto la capacità di ascoltarci in profondità; la libertà di affidarsi, esponendosi all’altro; la custodia della memoria perché è la storia che costruisce quotidianamente un’identità. «Il dialogo parte dai punti comuni – ha continuato il Cardinale –, come può essere per noi la comune fede in Abramo. Inoltre, il dialogo tende all’azione comune sui campi i cui è possibile avere una collaborazione come i temi della pace, della solidarietà e della giustizia, e infine conduce a scelte comuni per il bene dell’umanità. Promuovere con altri credenti in modo fraterno e conviviale il cammino della ricerca di Dio, questa è la missione che anche Papa Francesco auspica si possa verificare.
 
Le università sono il luogo dove tradurre in azione questi propositi e «in un’epoca segnata da profonde polarizzazioni e conflitti possono rappresentare spazi fertili e liberi per promuovere il confronto e favorire il dialogo tra popoli, culture e religioni» – ha detto il Rettore intervenendo all’incontro. «Da parte nostra, un altro, seppure piccolo, seme piantato è l’Istituto di cultura araba, inaugurato lo scorso 30 agosto in Università Cattolica. È uno spazio all’insegna del dialogo per creare ponti tra mondi e culture, perché studiare e conoscere l’arabo in Occidente significa costruire un legame con la cultura e il mondo che sono la culla di questa lingua». Beccalli ha segnalato le numerose iniziative promosse dall’Ateneo come il Festival di lingua araba, i corsi seguiti ogni anno da oltre 300 studentesse e studenti, l’istituzione di un centro di ricerca dedicato all’arabo moderno, un piccolo coro in lingua araba. Il grant di ricerca presentato in questa occasione preziosa di dialogo conferma la cifra di research university dell’Università Cattolica. 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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E proprio il dialogo, soggetto e oggetto dell’incontro, è sostenuto a livello globale. Infatti, uno dei semi di speranza, come ha ricordato il Rettore, «è la Carta della Mecca, redatta su iniziativa del Segretario Al Issa nel 2019 e realizzata con il consenso di studiosi islamici provenienti da 139 Paesi, che ribadisce la radice di una unità nella diversità della comunità musulmana e dell’umanità». 

«Da parte nostra, ci impegniamo fermamente a costruire “ponti tra gli uomini” per rafforzare il dialogo interreligioso, nel segno della convivialità, dell’amicizia e della fraternità – ha concluso Elena Beccalli –. Vediamo ergersi muri intorno a noi, esaltare frontiere come garanzia di sicurezza e praticare sistematiche violazioni del diritto, mantenendo una situazione di conflitto globale permanente. Proprio questo tempo mostra, invece, che bisogna seminare l’amicizia e la benevolenza piuttosto che l’odio e la paura».  

L’onore per questa storica occasione di incontro è stata condivisa da Muhammad Al Issa che ha confermato l’importanza di costruire ponti tra culture diverse utilizzando strumenti di comunicazione come le lingue: «Sono convinto che la pluralità e la differenza siano una ricchezza che rinforza la nostra fratellanza, la nostra unità e la nostra famiglia umana. Questi incontri e dialoghi rinforzano la cooperazione per la pace nel mondo». 

L’iniziativa di questo Premio è stata volutamente affidata all’Università Cattolica in qualità di «istituzione globale, antica e aperta a tutti» con la certezza che porterà dei frutti.  

«Le guerre di oggi purtroppo si appoggiano su un’idea profondamente sbagliata, che Dio ci ha creati diversi perché ci facessimo la guerra a vicenda – ha continuato Al Issa –. Al contrario noi siamo diversi per conoscerci e capirci, per amarci a vicenda, per cooperare ed essere solidali».  

«Musulmani, ebrei e cristiani vivono insieme da secoli e la lingua araba unisce tutti in Oriente, è semitica ed esiste da prima dell’Islam. E i nostri principi arabi e islamici portano in sé l’identità di questa che è la lingua di tutti – ha concluso Al Issa –. Questo premio dà impulso alle ricerche e agli studi a sostegno dei valori comuni che creano un ponte tra le università, per aumentare la capacità di comprenderci, nella speranza che si possano realizzare altre iniziative per il dialogo».
 

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