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L’arabo attraversa i confini

19 maggio 2025

L’arabo attraversa i confini

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Dal 14 al 17 maggio, la sede di Milano dell’Università Cattolica ha ospitato la VIII edizione del Festival Internazionale della Lingua e della Cultura Araba, organizzato dall’Arabic Cultural Institute (ACI) in collaborazione con la Sharjah Book Authority, partner dell’iniziativa dal 2019.

Nato nel 2014, il Festival ha mantenuto anche quest’anno la sua tradizionale struttura a “due assi”: l’asse accademico-scientifico, rappresentata da un convegno che ha riunito oltre trenta accademici, intellettuali, scrittori e artisti di alto profilo provenienti da diciotto paesi diversi del mondo arabo e occidentale; e l’asse socio-culturale e divulgativo, costituita da una serie di eventi culturali e artistici che hanno offerto a studenti e docenti di arabo, così come al pubblico generico, un’occasione unica di immegersi per qualche giorno nel contesto sociale, culturale e artistico della lingua araba, senza dimenticare l’opportunità offerta agli appartenenti delle tante comunità arabe locali di approfondire o riscoprire le proprie radici culturali.

Il tema scelto per il convegno di quest’anno, “La lingua migrante: l’arabo senza confini”, si è sviluppato lungo due direttrici principali: parlare la lingua dell’Altro, concentrato sull’esplorazione dell’insegnamento e dell’apprendimento dell’arabo in contesti non arabofoni; e abitare la lingua dell’Altro, focalizzato sulla letteratura araba della diaspora e la scrittura in esilio.

Wael Farouq, professore di lingua e cultura araba all’Università Cattolica, direttore dell’ACI e ideatore del Festival, ha spiegato, durante la sessione inaugurale, il significato di questa scelta: «La presenza dell’Altro è sempre stata il motore principale dello sviluppo della lingua araba, dall’epoca della fondazione delle scienze linguistiche arabe, il cui merito va a studiosi di origine persiana, bizantina e berbera, fino all’orientalismo moderno, che — pur non privo di pregiudizi — ha rappresentato una seconda rinascita per le scienze linguistiche arabe, fondata su metodi scientifici moderni».

«Viceversa - ha proseguito Farouq – alla lingua araba va riconosciuta la missione di aver preservato e assimilare il patrimonio culturale delle civiltà da Oriente a Occidente, e averle portate a una fase nuova che poi è stata fondamentale per il Rinascimento europeo». 

Secondo Farouq, le migrazioni arabe verso l’Occidente rappresentano oggi una nuova svolta nella relazione tra le due culture, nella quale la lingua e letteratura araba giocano un ruolo centrale: «Oltre ai milioni di migranti bilingui, esiste un numero considerevole di scrittori arabi trasferitisi in Occidente che scrivono direttamente in lingue europee, creando così una nuova letteratura degna di attenzione e osservazione. Al tempo stesso, si registra un notevole ampliamento dell’insegnamento della lingua araba contemporanea nelle università occidentali. Siamo di fronte, dunque, a una nuova ‘uscita’ dell’arabo dai suoi confini geografici e culturali, che merita di essere studiata e compresa», come appunto si è cercato di fare al Festival di quest’anno.

Un articolo di

Redazione

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La professoressa Silvia Gilardoni, ordinaria di didattica delle lingue moderne del nostro Ateneo, ha aperto il convegno scientifico presentando un approccio didattico orientato all’azione, in cui lo studente è considerato un attore sociale impegnato in compiti comunicativi reali, sottolineando anche la necessità di aprirsi a un’educazione plurilingue e pluriculturale.

Dal canto suo, M’hamed Safi Mostaghanmi, Segretario Generale dell’Accademia di Lingua Araba di Sharjah, ha illustrato le iniziative dell’Accademia per il sostegno della lingua araba a livello globale, tra cui la realizzazione del Dizionario storico della lingua araba in 127 volumi e il progetto di una vasta enciclopedia delle scienze in relazione alla civiltà araba, oltre all’organizzazione di programmi di immersione linguistica e culturale presso l’Accademia, dedicati alle delegazioni di studenti internazionali selezionati, fra le quali, recentemente, anche una delegazione di studenti dell’Università Cattolica.

Zeinab Taha, professoressa di lingua araba presso l’Università Americana del Cairo (AUC), ha invece affrontato la dimensione pragmatica dell’insegnamento linguistico, mentre Amr Khafagy, giornalista e fondatore di numerose testate arabe, ha discusso le sfide legate all’insegnamento dell’arabo dei mass media. Montasser al-Qaffash, scrittore e docente presso l’AUC, ha evidenziato il potenziale del racconto breve come strumento didattico per l’insegnamento della lingua.

Nei giorni successivi, il convegno si è concentrato sul tema della presenza della letteratura araba in Occidente, declinato in tre prospettive: la letteratura araba tradotta nelle lingue occidentali; la letteratura araba, in arabo, scritta in contesti occidentali; e la letteratura araba, scritta da autori arabi, direttamente nelle lingue europee.

Tra i relatori di spicco, solo per citarne alcuni: Sinan Antoon, poeta e romanziere iracheno residente negli Stati Uniti e professore alla New York University; May Telmissany, scrittrice egiziana e professoressa di studi cinematografici presso l'Università di Ottawa; Ali al-Muqri, scrittore yemenita di grande rilievo; Abbas Khider, scrittore iracheno residente in Germania, vincitore del Berliner Literaturpreis 2025; Saleh Zamanan, poeta e drammaturgo, autore della prima opera teatrale saudita; Ahmed Fawzi Saleh, regista egiziano protagonista di numerosi festival cinematografici internazionali; Subhi Hadidi, critico letterario e traduttore siriano residente a Parigi.

Dal versante occidentale, hanno preso parte al dibattito, fra gli altri: Francesca Corrao, professoressa di lingua e cultura araba all’Università LUISS di Roma; Ignacio Gutiérrez de Terán Gómez-Benita, professore di letteratura araba presso l’Università Autonoma di Madrid; Dragana Đorđević, traduttrice letteraria e professoressa di lingua araba dell’Università di Belgrado e Teresa Pepe, professoressa di studi arabi presso l’Università di Oslo.

Ad arricchire il programma accademico ci sono stati due eventi culturali di grande impatto: un reading poetico dedicato alla poesia dell’esilio sul tema della migrazione, che ha dato voce ad alcuni dei più noti autori arabi della diaspora; e il consueto concerto del Coro arabo dell’Università Cattolica, formato da una quarantina di studenti fra cantanti e musicisti che ha riscosso un grande successo di pubblico.

L’appuntamento con il Festival è rinnovato per il prossimo anno, con una nuova edizione dedicata alla letteratura della nuova generazione di scrittori arabi nell’era digitale.

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