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La lezione di John F. Kennedy vive ancora oggi

29 novembre 2023

La lezione di John F. Kennedy vive ancora oggi

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“Ogni nazione, ci sia cara o nemica, sappia che siamo disposti a pagare qualsiasi prezzo, ad addossarci qualsiasi fardello, ad affrontare qualunque difficoltà, ad appoggiare un amico o ad opporci a ogni nemico, al fine di assicurare la sopravvivenza e il successo della libertà”. 

Con queste parole pronunciate da John Fitzgerald Kennedy il 20 gennaio 1961 alla sua elezione come presidente degli Stati Uniti si apre l’articolo di Giuseppe Lazzati, allora direttore del quotidiano cattolico L’Italia, contenuto nel libro Kennedy, Dallas 1963. L’assassinio del presidente nella stampa italiana a cura di Giovanni Cerutti, edito da Interlinea. 
 

 

Il volumetto è stato presentato il 22 novembre in largo Gemelli, introdotto da Alessandro Zaccuri, direttore della Comunicazione dell’Ateneo, che ha dialogato con il curatore, e raccoglie le riflessioni delle migliori firme del giornalismo italiano dell’epoca a commento dell’evento più significativo di quegli anni a livello internazionale.

“La notizia dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy si abbatté inattesa sul mondo intero, provocando sconcerto e inquietudine - si legge nella quarta di copertina del libro -. La figura del giovane presidente alla guida della potenza egemone sembrava prefigurare un mondo che si lasciava per sempre alle spalle povertà e violenza. Ma il 22 novembre 1963 a Dallas tutto parve spezzarsi”. 

Infatti, sconcerto e inquietudine emergono dagli articoli, tra gli altri, di Enzo Biagi, Luigi Salvatorelli, Furio Colombo, Alberto Ronchey, Paolo Monelli ed Eugenio Scalfari che delineano i caratteri di una società in piena trasformazione, che sull’onda del recente impetuoso sviluppo economico vedeva nel modello dell’America kennediana una prospettiva e un sicuro punto di riferimento. 

Oltre a loro, nel libro si leggono testi di tanti altri intellettuali, scrittori, storici, politici, giornalisti come Mauro Calamandrei, Giulio De Benedetti, Aldo Garosci, Raniero La Valle, Giuseppe Lazzati, Paolo Monelli, Piero Ottone, Italo Pietra, Alberto Ronchey, Alfio Russo, Luigi Salvatorelli, Eugenio Scalfari, Ugo Stille, Bernardo Valli”. 

Ma perché questo presidente è stato ricordato da quelle prestigiose penne come tanto grande? Cerutti coglie tra i tanti aspetti «il legame fortissimo tra la politica internazionale e la politica interna degli Stati Uniti. Kennedy sosteneva che non si poteva essere credibili come difensori della libertà del mondo se prima non si fossero risolti i problemi interni, riferendosi soprattutto alla rimozione delle disuguaglianze rispetto a razza, povertà e capacità». 

Nelle “Note preparate per il discorso da pronunciare al Trade Mart” del 22 novembre 1963, che Kennedy non riuscì a pronunciare e che è riportato nel libro, il Presidente scriveva: «Solo un’America che mette in pratica ciò che predica sull’uguaglianza dei diritti e sulla giustizia sociale sarà rispettata da coloro che sceglieranno per il nostro futuro». Il discorso continuava affermando che «Solo un’America che ha completamente istruito i suoi cittadini è pienamente in grado di affrontare i problemi complessi e di percepire i pericoli nascosti del mondo in cui viviamo».

Cerutti conferma quest’altro caposaldo nella politica di Kennedy, ovvero i concetti indissolubili di leadership e learning: «Credeva fortemente nell’apprendimento, nella cultura, nelle grandi università come capacità di sviluppare leadership all’interno delle società. E aveva a cuore la cura della parola perché un leader politico non può essere sciatto nel momento in cui sta rappresentando i valori massimi della comunità».

L’attualità della figura di John F. Kennedy resta viva ancora oggi, come ha rilevato Cerutti, che ha colto la centralità della speranza che quel presidente era in grado di risvegliare negli americani: «Se oggi ci fosse un grande patto tra le classi dirigenti, i cittadini e la società per ricominciare a sperare, forse questa sarebbe la lezione migliore di Kennedy».
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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