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Sale l'inno alla pace dalle tragedie greche messe in scena

12 maggio 2025

Sale l'inno alla pace dalle tragedie greche messe in scena

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Rappresentare gli orrori del mondo attraverso il teatro e innalzare l’invocazione della pace. A questo monito sono stati dedicati molti degli spettacoli messi in scena durante l’undicesima edizione del Festival Thauma, concorso di teatro classico per le scuole secondarie di secondo grado, promosso dall’Università Cattolica e ideato dalla professoressa Elisabetta Matelli, docente di Storia del Teatro greco e latino, con lo scopo di valorizzare le virtuose attività dei laboratori teatrali diffuse in numerosissime scuole italiane. 

Dal 7 al 9 maggio, presso il teatro PIME di Milano, si sono sfidate diciassette scuole sul territorio nazionale (di cui 13 dalla Lombardia), con14 spettacoli e 3 saggi laboratoriali. In particolare, le scuole provenivano da Milano e provincia, Como, Mantova, Varese, Bergamo, Monza, Brescia. Presenti anche il Piemonte, la Puglia e la Basilicata. 

Sabato 10 maggio nell’Aula Magna dell’Università Cattolica sono stati assegnati i premi e le menzioni speciali per l’ultima edizione del Festival.

Nella categoria “Spettacolo” il primo premio per “Miglior lavoro corale” è andato a Le Vespe (Aristofane), messo in scena dal liceo Statale Carlo Alberto di Novara, e la menzione speciale a Lucrezia Maria Balbo nel ruolo di Filocleone. Il primo premio per la “Migliore rappresentazione complessiva” se l’è aggiudicato Prometeo incatenato (Eschilo), portato in scena dal liceo Scientifico Camillo Golgi di Breno (BS) con una menzione speciale per Mario Gabriele Bandini nel ruolo di Prometeo. Infine, ha meritato il primo premio per “Soluzione artisticamente più originaleSi fa presto a dire Antigone (Sofocle) del liceo Classico G. Palmieri di Lecce, con una menzione speciale a tutti gli interpreti per la resa corale del dramma. 

Nella categoria “Video - Festival Thauma “Playing Greek Tragedies online” (realizzazione di un video della messinscena di una libera selezione di versi tratti dalla commedia Anfitrione di Plauto) hanno vinto rispettivamente il primo e il secondo premio Qui e oggi, Mercurio stesso reciterà e noi con lui della classe V E del liceo «Sandro Pertini» (Ladispoli) e Non SO chi SIA! della classe IV E dello stesso liceo.

Nella categoria “Saggio laboratoriale” il primo premio per “Migliore rappresentazione laboratoriale complessiva e miglior lavoro corale” è stato assegnato a Antigone (Sofocle) del liceo classico Galileo Galilei di Legnano (MI) con menzione speciale a Elena Colombo nel ruolo di Antigone.

Infine, il primo premio per “Soluzione artisticamente più originale” l’ha ricevuto Il sacrificio di Ifigenia (Euripide) dell’ITELL Gadda Rosselli di Gallarate (VA) con una menzione speciale ad Asia Manfrè nel ruolo di Clitemnestra e a Ilaria Manfrè nel ruolo di Ifigenia. Un attributo di merito è andato poi a Le supplici (Eschilo) del Collegio Don Bosco di Borgomanero (NO) e una menzione speciale al personaggio di Pelasgo.

Anche quest’anno si sono create importanti interconnessioni tra studenti e docenti grazie a progettualità condivise che hanno dato vita a veri e propri ‘laboratori di speranza’. 

Tra i molti miti, la scelta è caduta soprattutto su testi che, rappresentando in modo drammatico gli orrori dei comportamenti umani che causano la guerra e del cinismo politico autoritario, levano un grido che richiede pace e rispetto della persona umana, specie quando è in condizioni di fragilità come per i bambini e le donne. 

Centinaia di adolescenti hanno, così, rappresentato personaggi antichissimi dando corpo e voce alle loro vicende conflittuali attraverso miti solo apparentemente lontani (li scopriamo, infatti, ancora in vita tra noi) che emozionano e colpiscono. Allora come ora, i personaggi mostrano le conseguenze tragiche degli autoritarismi inflessibili che generano stragi, e della guerra fratricida nella quale non si è disposti a cedere alle ragioni dell’altro. Al punto di arrivare a sacrificare i figli e ad annientarsi reciprocamente (così nelle tragedie Prometeo di Eschilo, Antigone di Sofocle, Troiane, Fenicie, Ifigenia in Aulide di Euripide). 

Nell’ultima edizione del Festival Thauma altri temi sono stati portati sulla scena, come le idee di giustizia contrapposte e non conciliabili (diritto patriarcale versus diritto matriarcale) rappresentate dal mito di Oreste nella trilogia eschilea del 458 a.C., che ha portato alla creazione del primo tribunale ad Atene in sostituzione della vendetta personale; la dignità femminile, delle vittime di guerra e dei profughi che è stata sviscerata in tragedie come le Supplici di Eschilo e l’Alcesti ed Elena di Euripide e la tragicommedia Anfitrione di Plauto; la corruzione, i populismi e le demagogie politiche denunciate nelle commedie Vespe e Cavalieri di Aristofane.

L’evento annuale che ormai tradizionalmente si svolge a Milano è stato preceduto quest’anno lo scorso 3 maggio da una messa in scena de Il Prometeo incatenato di Eschilo grazie all’Associazione “Kerkis. Teatro antico in scena”, diretta dalla professoressa Matelli. Lo spettacolo ha coinvolto il palcoscenico del teatro di pietra della rocca di Lipari ed è stato realizzato con maschere teatrali perfettamente riprodotte dai reperti archeologici originali, miniature provenienti dai corredi funerari ed esposti al Museo Luigi Bernabò Brea. La realizzazione dello nell’ambito del progetto PNRR del Parco delle isole Eolie della Regione Sicilia e dei fondi PRIN assegnati all’Università Cattolica. 
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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