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A Vione, in Valle Camonica, il campo archeologico più alto d’Europa

29 agosto 2022

A Vione, in Valle Camonica, il campo archeologico più alto d’Europa

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Quella leggenda tramandata da generazioni che narrava di un ultimo rifugio dei pagani oppositori alla cristianizzazione di Carlo Magno non ha trovato  verità negli scavi archeologici che l’Università Cattolica sta coordinando dal 2011 a Tor dei Pagà, un sito collocato a 2250m, nel comune di Vione, in alta Valle Camonica.  

Anche quest’anno tredici studenti appassionati di archeologia hanno trascorso parte delle loro vacanze estive a scavare, setacciare terra e a catalogare materiali antichi per capire meglio chi erano questi “pagà” rifugiati in alta quota.

Tassello, dopo tassello, nel corso degli anni, gli scavi, i più alti d’Europa, hanno dimostrato che la fortificazione di Tor dei Pagà è esistita veramente tra la fine del XIII e il corso del XIV secolo. Numerosi i reperti rinvenuti come ad esempio punte di dardo per balestra e arco, hanno suggerito la presenza nella fortificazione di uomini armati, mentre il rinvenimento di bottoni, borchiette floreali da cintura in lega d’argento, ma anche fibbie da cintura in bronzo o i frammenti di un bicchiere in vetro decorato sono indizi della presenza o del passaggio nella fortificazione di persone di rango sociale relativamente elevato.


Importanti novità sono emerse nell’estate del 2015, nel corso dell’annuale campagna estiva come spiega Marco Sannazaro, coordinatore del progetto e ordinario di Archeologia medievale. «Al di sotto delle murature sono venute alla luce tracce di una più antica fase di frequentazione, di epoca protostorica che in base alle datazione radiocarboniche si colloca tra IX e V secolo a.C., che ha visto l’accensione ripetuta di fuochi a carattere votivo».

Ma sono ancora molti i segreti da svelare di questo insediamento basso medievale di alta quota, dominato dalla cima Bles, con tracce di importanti preesistenze protostoriche. 
In questi anni l’Università Cattolica ha contribuito alla riscoperta del passato di una comunità, quella di Vione, dando la possibilità agli iscritti delle sedi di Brescia e Milano, di praticare uno scavo archeologico a fianco di archeologi professionisti e specialisti in vari ambiti.   

Partecipando alla campagna “Vione archeologica” gli studenti hanno avuto la possibilità di vivere un’esperienza che va oltre la semplice pratica di scavo archeologico.  Nel rifugio Case di Bles, una malga immersa nel bosco a più di duemila metri di quota, che si raggiunge con tre ore di camminata, hanno seguito lezioni sulle metodologie dell’indagine archeologica, quali ad esempio le tecniche fotografiche, il disegno tecnico dei reperti, l’uso della strumentazione utile al rilievo topografico e il fotoraddrizzamento degli elevati. 

A coordinarli, gli archeologi laureati in Cattolica Giovanna Bellandi, vera anima e motore di tutta l’organizzazione che in ogni momento della giornata contamina il gruppo con la sua passione e competenza, e Riccardo Valente, che non si è perso un campo, prima come studente e ora come professionista.   

Gli scavi archeologici sono promossi dal Comune di Vione nell’ambito del progetto “Vione archeologica”, voluto dal sindaco Mauro Testini e realizzati in accordo con l’Università Cattolica e la direzione del Ministero dei Beni Culturali.

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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