Lunedì 28 luglio – La prossimità come scelta
La giornata si è aperta con la preghiera del mattino nel Collegio Nuovo Joanneum, in un clima di raccoglimento e ascolto. Poco dopo il gruppo si è recato presso il Policlinico Gemelli dove don Nunzio Currao ha guidato una catechesi sulla parabola del Buon Samaritano. Le sue parole hanno provocato una riflessione concreta sulla capacità di fermarsi, lasciarsi coinvolgere, farsi prossimi. Subito dopo, sono seguite alcune testimonianze di servizio, di volontariato e di prossimità professionale all’interno del Policlinico Gemelli con l’esperienza del Servizio Civile Universale, dell’associazione Unitalsi e il progetto PS*2 guidato dalla dottoressa Raffaella Lombardo volto a promuovere l’accompagnamento e la prossimità verso i pazienti degenti presso il pronto soccorso. Con tanta autenticità, chi ha parlato ha condiviso frammenti di vita: gesti piccoli ma veri, in cui si è imparato a stare accanto a chi è più fragile e più nel bisogno.
Alcuni gruppi si sono poi recati al Centro Nemo Armida Barelli, accompagnati dal professor Mario Sabatelli. La visita si è svolta in silenzio e con rispetto. In quel luogo, ogni stanza racconta una medicina che non separa mai il corpo dalla persona: si cammina accanto, si cura insieme.
Presso la cappella San Giovanni Paolo II del Policlinico Gemelli, è stata quindi celebrata la Santa Messa presieduta da Mons. Claudio Giuliodori, durante la quale è stato conferito il Mandato del Pellegrino. In questo gesto si è colta una chiamata personale e comunitaria: non essere semplici visitatori, ma giovani in ricerca, pellegrini autenticamente disponibili ad accogliere il cammino come tempo di ascolto e di risposta.
Nel pomeriggio, i pellegrini hanno poi incontrato il professor Antonio Gasbarrini, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Il suo intervento è stato denso e incisivo. Ha parlato del legame essenziale tra ricerca, formazione e cura, richiamando con forza il dovere di una medicina che tenga insieme verità scientifica e responsabilità umana. Le sue parole hanno lasciato un segno, ponendo domande esigenti ma necessarie ai nostri pellegrini.
A seguire, la professoressa Maria Antonietta Gambacorta ha introdotto il progetto Gemelli ART, percorso di umanizzazione attraverso l’arte e la bellezza. Le opere installate nei reparti sono segni che curano, parlano, aprono spazi di respiro anche nei luoghi del dolore.
La giornata si è conclusa presso la Villetta della Misericordia, dove la dottoressa Gianna Iasilli ha guidato l’incontro con alcuni ospiti della struttura. In quel tempo semplice, vissuto senza copione, i giovani si sono trovati davanti a una povertà che non chiede risposte, ma presenza. Nessuna lezione: solo la possibilità di incontrare l’altro così com’è, e restargli accanto.
Martedì 29 luglio – Il cuore che arde
La catechesi del mattino, guidata da don Mauro Cinquetti, si è ispirata al racconto dei discepoli di Emmaus. Si è camminato dentro la Parola, riconoscendo in quella fuga e in quel dialogo la trama di tante esperienze interiori. La speranza, ha ricordato don Mauro, non è ottimismo: è fiducia che nasce nel momento in cui si riconosce la presenza del Risorto anche nella fatica.
I gruppi di condivisione, accompagnati da tempi personali di silenzio, hanno permesso a tutti di rielaborare i passi fatti. È stato uno spazio per dirsi qualcosa di sé, per ascoltare gli altri senza fretta, per lasciarsi toccare.
Nel pomeriggio, la partenza per Piazza San Pietro gremita di giovani provenienti da tutto il mondo. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da Mons. Rino Fisichella, e si è arricchita della sorpresa dell’arrivo di Papa Leone XIV. Il suo saluto è stato intenso e profondo: un invito alla pace, pronunciato con fermezza e semplicità. In quel momento, la piazza con più di 100mila persone all’interno fino a Via della Conciliazione si è tutta pienamente unificata nelle parole del sommo pontefice. Non era solo una folla, era un popolo in cammino. Un cuore solo che arde intensamente nel nome del Signore.