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Abbracciare la vulnerabilità per eliminare lo stigma: il messaggio di Sacru alle istituzioni sanitarie

08 aprile 2025

Abbracciare la vulnerabilità per eliminare lo stigma: il messaggio di Sacru alle istituzioni sanitarie

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La vulnerabilità non è un’eccezione, ma una dimensione fondamentale dell’esperienza umana. Non rappresenta un limite, bensì una forza che unisce e interpella alla responsabilità. È proprio nella vulnerabilità che si radica la fiducia: chiedere cura significa desiderare relazioni capaci di accogliere la fragilità.

A partire da questa consapevolezza, il seminario di ricerca organizzato da SACRU – il network globale di università cattoliche, il cui Segretariato ha sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – ha lanciato un appello alle istituzioni: creare spazi sanitari in cui le persone possano essere vulnerabili in sicurezza, in un clima di fiducia, è essenziale per promuovere il pieno sviluppo umano.

L’evento, organizzato in concomitanza con il Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità e svoltosi lunedì 7 aprile presso il campus romano dell’Australian Catholic University alla presenza dell’Ambasciatore Australiano designato presso la Santa Sede, On. Keith Pitt, ha visto la partecipazione di dottorandi provenienti da sette atenei del network, che hanno presentato le proprie ricerche sul concetto di vulnerabilità e cura.

L’evento ha rappresentato il coronamento di un percorso avviato nel 2024, durante il quale i dottorandi selezionati dal Working Group di SACRU sulla vulnerabilità hanno avuto l’opportunità di confrontarsi sui rispettivi progetti di ricerca. Questi affrontano un’ampia gamma di tematiche: dalle sperimentazioni sui vaccini nei Paesi in via di sviluppo al suicidio assistito, dai test genetici prenatali al dialogo interreligioso sulla salute nelle zone di conflitto, dai confini dell’etica ambientale alla storia della medicina monastica, dalle concezioni aristoteliche e tomiste della virtù fino alla giustizia sociale ed ecologica nelle strutture residenziali per anziani. Un approccio autenticamente multidisciplinare, che si inserisce nel solco della mission di SACRU: mettere l’higher education al servizio del bene comune, attraverso la formazione di nuove generazioni dotate di una solida visione etica e la promozione di una ricerca capace di generare un impatto reale sulla società.

I lavori sono stati aperti da David Kirchhoffer, Direttore del Queensland Bioethics Centre presso l’Australian Catholic University e chair del Working Group di SACRU sulla vulnerabilità: «Sin dalla pandemia di Covid-19 e dall’istituzione del Working Group, abbiamo compreso quanto fosse fondamentale porre la vulnerabilità al centro della nostra riflessione, nell’ambito della ricerca portata avanti in qualità di università cattoliche. Ci siamo posti l’obiettivo di coinvolgere in modo attivo l’ampia comunità accademica di SACRU, in particolare i giovani ricercatori. Questa collaborazione tra dottorandi rappresenta la sintesi concreta di questo impegno e offre una preziosa opportunità di scambio di idee e best practice tra il mondo accademico, i professionisti del settore sanitario e i rappresentanti delle istituzioni».

È seguito l’intervento di Virginia Bourke, Pro-Chancellor dell’Australian Catholic University e Presidente del Board di Mercy Health Australia, che ha sottolineato l’importanza di rafforzare la ricerca sul significato etico della vulnerabilità per le agenzie sanitarie e di assistenza agli anziani. In un contesto normativo frammentato e in continua evoluzione, gli operatori sanitari si trovano ad affrontare sfide particolarmente complesse nel sostenere le persone nelle fasi più delicate della loro vita. In tal senso, Bourke ha sottolineato come questa iniziativa di SACRU sia riuscita a proporre un orientamento e un linguaggio comune, contribuendo alla costruzione di un quadro etico coeso che può offrire un valore aggiunto concreto al settore sanitario.

La discussione sul tema è entrata nel vivo con la tavola rotonda animata dai dottorandi Lachlan Green (Australian Catholic University), Dorothy Goehring (Boston College), Gabriel Vidal (Pontificia Universidad Católica de Chile), Jefferson da Silva Bellarmino (Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro), Joana Ramos (Universidade Católica Portuguesa), Enrico Frosio (Università Cattolica del Sacro Cuore), Aitana Juan Giner (Universitat Ramon Llull) e Geetanjali Rogers (Australian Catholic University). Alla riflessione ha partecipato anche Simona Beretta, professoressa ordinaria di Politica economica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del Working Group sulla vulnerabilità: «Partendo da approcci diversi, i dottorandi hanno condiviso ricerche che interpretano la vulnerabilità non solo come fragilità, ma come responsabilità verso l’altro. Un principio di buona convivenza, che attraversa i rapporti interpersonali fino alle forme organizzate della vita civile e politica, come ci ricordano l’immagine del Samaritano che si fa vulnerabile nell’incontro con il ferito lungo la strada e l’enciclica Fratelli Tutti. Si è riflettuto sulla necessità di costruire spazi di fiducia, anche istituzionali, in cui la vulnerabilità diventi occasione di reciprocità e crescita, contribuendo allo sviluppo umano integrale».

La sessione si è chiusa con l’intervento di James Keenan, teologo e Vice Rettore del Boston College per il Global Engagement: «La vulnerabilità è un concetto solido nell'etica della cura sanitaria. Non solo individua coloro che si trovano in una condizione di precarietà, ma anche coloro che rispondono a questa condizione; infermieri, medici e altri professionisti sono vulnerabili (nel senso di 'ricettivi') nei confronti di chi è nel bisogno. Tuttavia, chi è ricettivo non può essere veramente vulnerabile verso l’altro, se non si permette prima di essere vulnerabile nei confronti della persona che accompagna. La vulnerabilità rappresenta quindi un’apertura fondamentale, che ha un’importanza notevole nel nostro tempo».

Questo panel ha anche riaffermato il valore della collaborazione accademica internazionale, come ha sottolineato Pier Sandro Cocconcelli, Segretario Generale di SACRU e Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: «In un contesto globale segnato da profonde disuguaglianze e da una crescente sfiducia nella scienza, il panel di oggi dimostra come la ricerca accademica possa rimettere al centro la dignità della persona e contribuire, concretamente, al bene comune. Un'iniziativa che assume ancora più valore all’indomani del Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità. SACRU intende continuare a promuovere spazi di dialogo e collaborazione, affinché la prossima generazione di scienziati possa affrontare le grandi sfide etiche e sociali del nostro tempo con rigore, passione e responsabilità».

Un articolo di

Matteo Caoduro

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