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Al via Stars of Dams

01 marzo 2022

Al via Stars of Dams

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Dai banchi dello Stars alla cattedra del Dams. Samanta Cinquini, ex studentessa dell’Università Cattolica di Brescia, è tornata in aula per incontrare gli studenti di Arti, Media e Spettacolo e raccontare la propria esperienza all’interno delle arti performative.

Un cammino lungo più di dieci anni, dalla laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo, alla Magistrale in Storia e Critica della Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, fino ad arrivare agli studi, tuttora in corso, in Scienze Pedagogiche presso l'Università Bicocca.

In questo lungo cammino, Samanta ha sempre coniugato teoria e pratica, formandosi a livello artistico con Barbara Bonriposi, il Teatro Tascabile di Bergamo, Il Teatro dei Sassi, gli Ateliers dell'Accademia di Belle Arti di Venezia.

Artista, performer, ricercatrice e curatrice indipendente, dedita anche alla pedagogia teatrale per adulti, ha collaborato con la Venice International Performance Art Week, con diversi danzatori per i quali ha firmato la drammaturgia, con C32 performingartworkspace di Venezia. 

Fulcro del suo percorso è il progetto interdisciplinare artistico e di ricerca pedagogica performativa “Il Pesce d’Oro”, nato nel 2016 in collaborazione con Micaela Leonardi, artista, fashion designer indipendente, fondatrice della casa di moda e del costume Balaustio. 

Attraverso la presentazione di video e di fotografie, Samanta, insieme ad alcuni membri e collaboratori del collettivo il Pesce d’Oro (Micaela Leonardi, Valentina Riva, Giulia Cosio, Luca Sugliani, Luca Nava, Massimo De Pascale), ha raccontato agli studenti come ha avuto origine questa esperienza interdisciplinare artistica e come si è sviluppata. 

«Tutto nacque da un progetto per una performance d’arte – ha spiegato Samanta. Avevo immaginato che delle donne dorassero con foglia d’oro zecchino una lisca estratta da una trota. L’oggetto di scarto diveniva oggetto di lusso. Dietro questo c’erano tanti presupposti teorici e, accanto, una favola inedita legata a una leggenda del popolo Aynu, giapponese, scelto come archetipo di una comunità legata ancora alla ritualità. A partire da questi spunti pubblicai una lettera su facebook e ricevetti risposta da alcune donne. L’invito era rivolto inizialmente a sole donne. Fu così che iniziammo a lavorare».

Quello compiuto da Samanta, insieme ai compagni, è un lavoro “corale” minuzioso che unisce il mito al rito e che trova espressione nella continua contaminazione tra performance art e videoarte. Si potrebbe aggiungere anche la parola “artigianalità”, dal momento che tutto viene autoprodotto dal collettivo: dai costumi ai pastelli. Le sessioni di lavoro si svolgono mensilmente (con incontri mai inferiori alle sei ore consecutive), sono aperte solo a pochi osservatori che diventano parte del processo, di quella ritualità che sta alla base della ricerca compiuta dal Pesce d’Oro. 

Cosa accade durante gli allenamenti? «È impossibile parlarne realmente – ha detto Valentina Riva, una delle più giovani del gruppo. Ogni volta è nuovo quello che scopriamo l’uno dell’altro. Siamo molto diversi tra di noi. All’interno del lavoro troviamo il modo di creare dei rapporti via via differenti. Ho scoperto la cura che per me non era scontata».

Il gruppo è in continua evoluzione, i membri che lo compongono sono designer, musicisti, ricercatori, insegnanti, operai, studiosi, psicologi, educatori, artigiani, studenti… La pratica vive di una contaminazione continua attraverso i linguaggi dell’arte, del teatro, del video, dell’illustrazione, della didattica, dei mestieri. Il Pesce d’Oro propone anche diversi laboratori, tra cui quello relativo al Collage, ai pastelli fatti a mano, al cucito “poetico”, alla progettazione d’arte.  

Come ha spiegato Samanta, mostrando agli studenti alcuni video: «Questa è solo una parte del nostro lavoro. Per conoscerci dovreste stare con noi almeno una settimana, perché noi non lavoriamo per piacere, non lavoriamo per il risultato, non lavoriamo per il pubblico. Il nostro è un rito». Del rapporto tra rito e mito ha parlato anche Giulia Cosio, membro del collettivo e docente di filosofia, spiegando, in maniera esaustiva, la concreta applicazione di questi due elementi nel lavoro corale del Pesce d’Oro. 

Questo primo appuntamento di Stars of Dams è stato accolto con entusiasmo dagli studenti. Le tante domande, insieme agli spunti di riflessione, hanno ulteriormente arricchito l’incontro, trasformandolo in vera occasione di confronto. 

L’iniziativa Stars of Dams, promossa dal corso di laurea in Discipline delle Arti, dei Media e dello Spettacolo e dal Centro di cultura e iniziativa teatrale Mario Apollonio (CIT) e coordinata da Carla Bino e Maria Rita Simone, proseguirà fino al mese di maggio con i seguenti appuntamenti: Coralità: pensare insieme con Davide Gasparro (18 marzo), Vita d’attore con Serena Balivo (8 aprile), Medicina narrativa e pratiche teatrali – La comunicazione come luogo di cura e fulcro della relazione con Francesca Franzè (4 maggio).


 

Un articolo di

Maria Rita Simone

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