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Alla Chiesa serve un Papa che ami il Signore, a servizio del suo popolo

05 maggio 2025

Alla Chiesa serve un Papa che ami il Signore, a servizio del suo popolo

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(At 5,27b-32.40b-41; Sl 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19)


In questi giorni l’attenzione di tutta la Chiesa e del mondo intero è rivolta all’imminente Conclave che ha il compito di eleggere il vescovo di Roma, successore di Pietro e nuovo Pontefice. La liturgia anche oggi ci offre utili spunti per leggere con gli occhi della fede questo importante evento. Il Vangelo ci riporta, infatti, la domanda che Gesù rivolge per ben tre volte a Pietro. Con un crescendo di intensità gli chiede: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro, sorpreso per tale insistenza e quasi imbarazzato, risponde, con lo slancio che lo contraddistingue: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». L’evangelista Giovanni pone questo singolare episodio al termine della sua narrazione, quasi a dire che tutta la missione della Chiesa si riassume in questo dialogo così intenso e toccante.

Nei giorni in cui abbiamo accompagnato con grande commozione il passaggio alla casa del Padre di Papa Francesco e mentre ci prepariamo ad accogliere il nuovo pontefice, siamo travolti da fiumi di parole, commenti, analisi, valutazioni con cui, da una parte, si è cercato di valutare il pontificato di Francesco e, dall’altra, si tenta di tracciare il profilo del successore. Il Vangelo sembra dirci che tutto questo può essere certamente interessante, ma non è la cosa più importante.  Una sola cosa appare davvero necessaria: che Pietro, e con lui i suoi successori, amino davvero il Signore e la sua Chiesa e siano disposti a seguirlo fino in fondo, sulla via del martirio.

Che Papa serve allora alla Chiesa? Ieri come oggi, un Papa che ami il Signore con tutto se stesso e sopra ogni altra cosa. Che abbia a cuore il gregge mettendosi totalmente a servizio del popolo di Dio e avendo sempre e solo come mandato le parole che Gesù dice a Pietro: «Pascola le mie pecore», secondo l’esempio e con lo spirito del maestro e Buon Pastore. Certo, lo farà con la sua personalità e la sua storia, la sua sensibilità e le sue scelte, su cui possiamo anche discutere, ma su tutto deve risplendere luminoso quell’amore per il Signore che è il contrassegno della sequela e consente di riconoscerlo come “servo dei servi di Dio”.

Nella ferma e coraggiosa risposta di Pietro e dei suoi successori si rende possibile la missione della Chiesa e il suo essere nel mondo testimone credibile dell’amore di Dio. Quando agisce seguendo logiche umane - Papa Francesco avrebbe detto “mondane” -, la Chiesa rischia di avere le reti vuote, come gli apostoli che si organizzano da soli, ma se ascolta la voce del Risorto e getta le reti “sulla sua Parola” la pesca si fa inaspettata e abbondante, oltre ogni immaginazione. Una narrazione simile la troviamo anche nell’evangelista Luca, solo che è posta all’inizio della chiamata dei discepoli ma ha la stessa dinamica e si conclude con lo stesso invito lapidario alla sequela (cfr. Lc 5,1-11).

È da quel “seguimi”, su cui si modula tutta la vita dei discepoli e di ogni battezzato, che scaturisce la forza per l’impegno missionario della Chiesa, di ieri e di oggi. A noi è chiesto di avere la stessa libertà e determinazione che hanno avuto Pietro e i primi discepoli, come raccontato nella prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli. Di fronte alle difficoltà e alle persecuzioni, non si scoraggiano ma sostenuti e guidati dallo Spirito Santo annunciano con franchezza il Vangelo, nella consapevolezza che «bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini».

Di questa coraggiosa missione, che si declina nel tempo con forme sempre nuove, fa parte anche quell’impegno culturale ed educativo della Chiesa che trova nell’Università Cattolica del Sacro Cuore una delle espressioni più significative e qualificate. Celebrando oggi, nel contesto dell’anno giubilare, la Giornata nazionale per l’Ateneo dei cattolici italiani siamo invitati a riflettere su come i luoghi di alta formazione possano essere veri e propri “laboratori di speranza”. I Vescovi italiani nel loro Messaggio ricordano che «cercando la verità attraverso tutte le vie del sapere e ponendo sempre al centro dell’attività accademica l’attenzione alla dignità di ogni essere umano, l’Università Cattolica continua ad offrire il suo peculiare contributo alla formazione di personalità che siano in grado di dare senso compiuto alla propria esistenza e di mettersi con competenza e generosità a servizio del bene comune».

Si tratta di una missione affascinante e impegnativa che si è sempre sviluppata, fin dalla fondazione dell’Ateneo, alla luce di un profondo legame con i successori di Pietro. Legame che è stato confermato e rafforzato da Papa Francesco. Mentre ci auguriamo che tale rapporto possa continuare anche con il nuovo Pontefice, innalziamo al Signore la nostra fiduciosa preghiera per la sua prossima elezione. Amen.

Un articolo di

Mons. Claudio Giuliodori

Mons. Claudio Giuliodori

Assistente Ecclesiastico Generale di Ateneo

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