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Alle Settimane Sociali la democrazia conquista le piazze

09 luglio 2024

Alle Settimane Sociali la democrazia conquista le piazze

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Le città aiutano a orientarsi nel mondo e le piazze aiutano a orientarsi nelle città. È una delle tante lezioni che si possono ricavare dalla 50° edizione delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, svoltasi a Trieste dal 3 al 7 luglio. Tema impegnativo, “Al cuore della democrazia, partecipare tra storia e futuro”, e programma di alto profilo: basti pensare al discorso inaugurale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella presso il Generali Convention Center («La democrazia – ha detto tra l’altro – non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento», ma «si invera ogni giorno nella vita delle persone») e all’omelia pronunciata da Papa Francesco durante la Messa conclusiva in piazza Unità d’Italia («Gesù ha vissuto nella propria carne la profezia della ferialità, entrando nella vita e nelle storie quotidiane del popolo, manifestando la compassione dentro le vicende, e ha manifestato l’essere Dio, che è compassionevole», ha ricordato il Santo Padre, aggiungendo subito dopo che «anche noi cristiani siamo chiamati a essere profeti, testimoni del Regno di Dio, in tutte le situazioni che viviamo, in ogni luogo che abitiamo»).

Di particolare rilievo, in un’edizione tanto importante, l’apporto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la cui storia è del resto intimamente legata a quella delle Settimane sociali, fondate nel 1907 dal beato Giuseppe Toniolo. Per questo viaggio “Al cuore della democrazia” l’Ateneo si è lasciato coinvolgere a tutti livelli, dal Comitato organizzatore, di cui è stato segretario il Professor Sebastiano Nerozzi, alla numerosa delegazione (composta, tra gli altri, dall’Assistente ecclesiastico generale Mons. Claudio Giuliodori e dal Professor Guido Merzoni, Preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali), dagli autorevoli relatori fino al drappello di studenti coordinati dal Centro pastorale.


In maniera decisamente significativa, le giornate di Trieste hanno costituito l’occasione del primo intervento pubblico della Rettrice Elena Beccalli, che nel pomeriggio di sabato 6 luglio ha preso parte alla presentazione del podcast “La terra del noi”, realizzato da Avvenire in collaborazione con Federcasse. Un viaggio lungo la “via democratica al credito”, condotto dall’economista Luigino Bruni in dialogo con Marco Ferrando, vicedirettore del quotidiano cattolico. Con loro, oltre che con il direttore Marco Girardo e con il presidente di Federcasse Sergio Gatti, si è confrontata la Rettrice nel corso dell’incontro al Museo Revoltella.

«A fronte dell’inedita situazione di sovraindebitamento nella quale si trovano molte famiglie italiane, da un lato gli istituti bancari sono chiamati ad esercitare l’attività creditizia prestando attenzione ai profili responsabilità sociale, dall’altro il sistema è chiamato all’elaborazione di forme alternative al credito bancario ordinario», ha affermato Beccalli prima di indicare i princìpi fondamentali per accedere a una situazione di maggior equità. «In primo luogo – ha elencato – è necessario che la relazione di credito si basi su una conoscenza delle persone e delle loro fragilità. Va poi resa esplicita la condivisione di un sistema di valori comuni, rifacendosi anche in questo al modello delle parish communities scozzesi ottocentesche. Infine, è urgente il risveglio di un sentimento di comunità, intesa come interconnessione delle relazioni. Solo in questo modo è possibile rimettere in circolo il valore immateriale della fiducia, oggi troppo spesso soppiantato dal criterio di una affidabilità materiale che non garantisce la tutela delle fasce di popolazione più deboli».


Come già accennato, nel programma delle Settimane Sociali ha trovato ampio spazio il contributo dei docenti dell’Ateneo. Anche in questo caso, si è trattato di un apporto articolato su più piani. L’assemblea plenaria di venerdì 5 luglio, per esempio, è stata aperta da una relazione – molto apprezzata – della Professoressa Mara Gorli su “La democrazia del noi: per una democrazia trasformativa”, mentre nelle “Piazze della democrazia” sparse per la città si sono susseguiti gli interventi di Gilberto Turati, Floriana Margherita Cerniglia e Antonio Campati, senza dimenticare la partecipazione di Renato Balduzzi, Padre Enzo ViscardiMauro Magatti e Johnny Dotti a diverse tavole rotonde. A beneficio delle Settimane Sociali, inoltre, l'Istituto Toniolo ha realizzato una ricerca su giovani generazioni e impegno politico, presentata il 5 luglio a Trieste dal vicepresidente dell'Istituto, Giuseppe Fioroni, insieme alla Professoressa Cristina Pasqualini e al Professor Andrea Bonanomi.

In questi giorni, però, l’immagine della piazza non è stata solo metaforica. Nella piccola foresta di stand allestiti per l’occasione nel centro del capoluogo giuliano erano ben visibili in piazza della Borsa le postazioni ravvicinate dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della casa editrice Vita e Pensiero (una curiosità: ad assicurarsi il record di vendite è stato il programmatico "Da Camaldoli a Trieste" di Ernesto Preziosi). Provenienti dalle sedi di Milano e di Brescia, le studentesse e gli studenti in servizio presso lo stand dell’Ateneo hanno calamitato le simpatie dei partecipanti all’evento e dei tanti passanti che si sono lasciati coinvolgere dalla proposta di fornire una definizione personale di alcuni termini-chiave della partecipazione democratica, come “cura”, “spazio” e “talento”.

Un articolo di

Alessandro Zaccuri

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Alle ragazze e ai ragazzi di piazza della Borsa, e con loro all’intera comunità dell’Ateneo, può a buon diritto essere esteso il ringraziamento espresso dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Matteo Maria Zuppi, fin dall’inizio dei lavori delle Settimane Sociali: «Grazie a chi continua a partecipare nonostante la crisi del “noi” perché la Chiesa è un luogo dove ci si appassiona al prossimo e, quindi, al dialogo, come è avvenuto in assemblee, convegni, riunioni, nel cammino sinodale, proprio per il suo carattere eminentemente sociale e non egocentrico o di massa. Grazie a chi non si scoraggia. Grazie a tutti quelli che con tenacia stanno favorendo esperienze di partecipazione Grazie agli amministratori che, pur tra sacrifici, si dedicano al bene comune e a quanti esercitano funzioni pubbliche e le adempiono con disciplina e onore (Costituzione, art. 54). Grazie a chi svolge umilmente, secondo le proprie possibilità e scelte, “un’attività o una funzione che con corra al progresso materiale o spirituale della società” (Costituzione, art. 4)».

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