«Questa nuova ricerca, promossa dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, evidenzia la percezione delle nuove generazioni verso la democrazia nel contesto della partecipazione politica e delle istituzioni europee, e rappresenta un importante contributo in vista della Settimana sociale che si svolgerà a Trieste dal 3 al 7 luglio, con la presenza di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella»: queste parole del professor Pier Sandro Cocconcelli, prorettore vicario dell’Università Cattolica, hanno offerto lo scenario entro cui si collocano i dati emersi nella ricerca presentata il 18 giugno in Sala Negri da Oleggio.
«In pratica – ha sintetizzato Giuseppe Fioroni, vicepresidente Istituto Toniolo, - i giovani non sono apatici e rassegnati ma ci donano voglia di esserci che interpella direttamente la democrazia, luogo dove è consentita la crescita. Inoltre, è forte la scelta del volontariato che si realizza all’interno della Chiesa e c’è tanta voglia di partecipazione, in particolare al Sud, e questo è un dato di speranza e di riflessione oltre che occasione per spronare i giovani ad entrare in politica, sempre considerata la più alta forma di carità».
Il fatto che il Rapporto Giovani del Toniolo sia considerato un punto di riferimento nazionale per il dibattito giovanile è stato ribadito dal professor Sebastiano Nerozzi, docente di Storia del pensiero economico in Università Cattolica e segretario del Comitato scientifico delle Settimane sociali. «Saranno i giovani - ha anticipato Nerozzi - i coordinatori dei “laboratori sulla partecipazione” e ad animare “i villaggi di buone pratiche” e "le piazze della democrazia"». In relazione alle recenti elezioni europee, poi, ha rilevato che si è registrata un’astensione del 56% tra i giovani, e tra le fasce a basso reddito si supera il 70%. «Esprimono tuttavia un potenziale di partecipazione che intende essere valorizzato, unito alla sensibilità per i temi dell’ambiente, delle riforme e di impegno per la comunità. La partecipazione sociale è la prima forma di partecipazione alla politica e alla vita della comunità. La partecipazione comporta benefici in termini di relazionalità, riconoscimento interpersonale, ma permangono ostacoli e difficoltà a causa di una leadership verticistica e della poca capacità di ascolto».
Una conferma sui risultati della ricerca è venuta dalla testimonianza di due studenti, Cloe e Matteo, i quali hanno partecipato ai focus group. Nella loro esperienza, maturata in famiglia fin dall’infanzia, il volontariato e la partecipazione ad associazioni ecclesiali per l’organizzazione di campiscuola e attività missionarie è stata vissuta proprio nell’ottica del dono del proprio tempo.
La ricerca, infatti, ha visto il coinvolgimento di due mila giovani italiani tra i 18 e i 34 anni, e mille per ciascuno degli altri Paesi coinvolti: Germania, Francia, Polonia, Spagna. Tra le istituzioni verso le quali i giovani nutrono fiducia c’è al primo posto il Presidente della Repubblica con il 55%, la Camera dei deputati al 35,2%, il Senato al 34,8%, il governo al 35,3%. La fiducia nei confronti dell’Unione europea è al 54,5%. Altre istituzioni come la scuola, gli ospedali il volontariato raggiungono il 60%. La fiducia verso la ricerca scientifica tocca il 74%. Inoltre, le incertezze economiche, ambientali e sociali, si sovrappongono e indeboliscono la propensione ad agire nella realtà con un atteggiamento di disillusione verso la politica.