NEWS | Giustizia riparativa

Arte, memoria, riparazione. L’accidentato cammino dei Principi di Washington

03 maggio 2021

Arte, memoria, riparazione. L’accidentato cammino dei Principi di Washington

Condividi su:

Poche settimane fa i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza hanno recuperato presso un antiquario milanese un dipinto di Nicolas Poussin, Loth avec ses deux filles lui servant à boire, consentendone la restituzione ai legittimi proprietari, eredi della famiglia ebraica spossessata dai nazisti durante l'occupazione tedesca di Poitiers nel 1944. La vicenda è emblematica di quanto siano ancora attuali le questioni di recupero e restituzione di opere d'arte sequestrate a perseguitati, razziali o politici, sotto il dominio nazifascista. Delle vicissitudini del dipinto tra il 1944 e il 2017 nulla si sa, malgrado le vittime ne avessero segnalato la sottrazione al Commission de Récupération Artistique già nel 1946. La tela è riemersa sul mercato internazionale, a Maastricht, nel 2019, quando è stata fortunosamente identificata da un esperto d'arte e si sono quindi potute avviare le indagini per il suo recupero.

Le opere sottratte nel corso delle persecuzioni nazifasciste e della seconda guerra mondiale e mai recuperate sono ancora decine di migliaia. Furti e saccheggi non interessarono solo musei, gallerie, chiese e istituzioni culturali di varia natura, ma presero di mira con particolare ferocia la popolazione ebraica d'Europa, nel quadro di quella più generale sistematica privazione dei diritti culminata nella privazione della vita stessa, con lo sterminio di massa. Proprio queste vittime e (ormai) i loro discendenti si trovano nella posizione più difficile, quando si tratti di recuperare beni culturali oggetto di vendita forzata o spoliazione violenta. Oltre a doversi confrontare con la storia tragica che lega questi oggetti alla persecuzione, e quasi sempre alla perdita, dei propri congiunti, costoro si trovano infatti di fronte a molteplici ostacoli. Gli sconvolgimenti del periodo bellico e il passaggio inesorabile del tempo pongono enormi problemi probatori, e la circolazione delle opere sul mercato internazionale, con molteplici passaggi di mano e l'applicazione di differenti regimi legali, rendono la proposizione di azioni giudiziali per il recupero onerosa, complessa, e fortemente incerta quanto all'esito.

Proprio per questo nel 1998 vennero adottati, in esito alla Conferenza di Washington sull'arte confiscata dai nazisti, una serie di principi che dovrebbero ispirare l'azione degli Stati nel favorire e sostenere la ricerca e restituzione di queste opere. Si tratta di indicazioni non vincolanti, concepite con l'obiettivo di promuovere proattivamente le restituzioni e favorire soluzioni quanto più possibile eque, anche attraverso il ricorso ad accordi stragiudiziali basati sul riconoscimento delle drammatiche circostanze di questi spossessamenti e di tutte le difficoltà collegate.


Continua a leggere sul Sole 24 Ore

L'intervento di

Arianna Visconti

Arianna Visconti

Docente di Diritto penale e Law & the Arts - Università Cattolica del Sacro Cuore

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti