NEWS | il ricordo

Bellezza, verità e responsabilità: l'eredità di Matteo Scanni

31 gennaio 2022

Bellezza, verità e responsabilità: l'eredità di Matteo Scanni

Condividi su:

Sabato 29 gennaio alle 11 si è celebrato nella chiesa di San Pietro in Sala di piazza Wagner a Milano il funerale di Matteo Scanni, direttore delle testate della Scuola di Giornalismo dell'Università Cattolica spentosi a 51 anni dopo una lunga malattia. Pubblichiamo un suo ricordo scritto da Marco Lombardi, direttore della Scuola. 


Al suo funerale c’era tanta gente. Come c’era da aspettarselo: parenti e amici, colleghi del giornalismo e della Scuola di Giornalismo, soprattutto tanti studenti allevati da Matteo per diventare “i buoni giornalisti”.

E c’era un Parroco che, sua dichiarazione d’esordio alla celebrazione, lo conosceva poco e, dunque, ne avrebbe parlato essendosi fatto un’idea leggendo gli scritti di Matteo e le parole di tanti, su Matteo. Allora il Parroco ci parlò dal pulpito di bellezza, verità e responsabilità: i tre concetti attraverso i quali interpretava il Nostro.

Perché Matteo era trasparente, nella rabbia come nella squisita gentilezza: quei tre concetti trasparivano sempre e chi si avvicinava a lui li coglieva fin dall’inizio. Alla Scuola poi erano la bussola per la sua ciurma. Dopo tanti anni in cui abbiamo lavorato insieme, lui direttore delle testate e io direttore del master, il suo insegnamento della professione era nel suo stile di vita “diritto”. Gli studenti sapevano bene che, dallo scritto all’immagine, ancor più nella fusione narrativa dei generi nel digitale, la bellezza del prodotto non era mai un optional: perché il sacro è bello e la forma è un aspetto irrinunciabile della narrativa.

E poi, se non maneggi gli strumenti con competenza e stile non puoi fare il giornalista: la verità deve avere la sua dignità. La verità, consapevolmente scritta con la minuscola, perché è l’opinione dei fatti, raccontata dagli occhi di qualcuno che la legge: la verità sta innanzitutto nella comprensione dei propri limiti incensurabili da parte di chi la racconta. Lasciamo la Verità (maiuscola) ad altro.

Ma proprio per questo, nessun racconto può escludere la responsabilità del narratore del vero: la comunicazione ha sempre un effetto, anche se non sappiamo quale! Alla Scuola Matteo insegnava a produrre bei pezzi, di quelli veri, che colpiscono e fanno pensare: bellezza, verità, responsabilità era il codice.

Quello che ci lascia in eredità.

Un articolo di

Marco Lombardi

Marco Lombardi

Direttore scuola di Giornalismo - Università Cattolica del Sacro Cuore

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti