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Violenza di genere… mi riguarda

21 maggio 2025

Violenza di genere… mi riguarda

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Le motivazioni per cui le relazioni sentimentali possono degenerare fino a sfociare in atti violenti, sono spesso difficili da individuare e non generalizzabili.

E tuttavia sempre, all’origine di una cosiddetta relazione tossica, vi è un profondo spaesamento emotivo e una scarsa conoscenza dei meccanismi che possono trasformare un legame in una gabbia, come ha dimostrato una recente ricerca di Save the Children pubblicata nel rapporto “Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, diffuso a febbraio dello scorso anno. Comportamenti lesivi (di controllo, limitazioni, minacce…), offensivi e manipolatori spesso si nascondono nel chiuso di relazioni intime, col rischio di “normalizzarsi” per chi li vive, e di scivolare in derive inarrestabili. Per questo alzare la guardia su questi temi ci riguarda: riguarda anche chi non ha avuto esperienze di legami malsani, riguarda gli adulti che spesso vivono vicino a giovani in difficoltà senza accorgersene.

Nei tre incontri realizzati nel Collegio Sant'Isidoro la riflessione, introdotta da brevi visioni di documentari (tratti dalla docuserie di RaiPlay "Chi vuole parlare d'amore?", o riferiti a episodi di cronaca di revenge porn o alle confessioni di uomini maltrattanti), ha suscitato la condivisione di esperienze intime e toccanti, a conferma del bisogno di parlare di questi temi: delicati, complessi ma imprescindibili nel percorso maturativo. I giovani presenti hanno raccontato come i legami di coppia siano spesso soggetti ad aspettative stereotipate (su cosa può o deve fare un ragazzo o una ragazza), specie in relazione alla sessualità. Difficile potersi confidare riguardo a paure, insicurezze, fragilità: nella coppia come nelle relazioni di amicizia ragazzi e ragazze ostentano una disinvoltura e una spavalderia che non corrispondono ai vissuti che provano. 

L'amore e l'intimità, poi, sono a loro volta avvolti da conoscenze approssimative e superficiali, carenza di riflessività e confronto (al punto che è emerso, riguardo alla sessualità, il ricorso ai siti porno per "farsi un'idea"). Inespresse rimangono quindi le grandi domande: cosa vuol dire amare ed essere amati da un/a partner? Quando l'amore rischia di scivolare in manipolazione, travisamento, violenza? Quali sono i sintomi che avvisano di una relazione che sta degenerando? Come ci si può proteggere?  Cosa vuol dire "maturità emotiva"? Come si consegue? 

Sono state analizzate forme di manipolazione le cui definizioni da qualche anno sono entrate a far parte del linguaggio giovanile: love bombing, mansplaining, breadcrumbing, ghosting, gaslighting, orbiting ecc. Attraverso un confronto intenso e accogliente fatto di sguardi limpidi, ascolto e parole coraggiose sono emerse le ambivalenze della vita emotiva, esperienze dolorose e soprattutto il desiderio di esplorare insieme il mondo sempre misterioso, affascinante ma anche insidioso delle relazioni. Da studenti e studentesse è stata apprezzata la proposta di destrutturare luoghi comuni, stereotipi e pregiudizi così come l’idea che possano esservi “ricette” preconfezionate di contrasto alla violenza; ma al contempo è emerso come nei momenti di confusione, difficoltà, invischiamento sentimentale il mondo adulto sia in genere assente o (ritenuto) poco accessibile. Forse il desiderio dei giovani di esplorare la vita in autonomia è fisiologico, ma questo non rende meno problematica la solitudine e la carenza di proposte formative su temi delicati e decisivi quali la sessualità e la dimensione affettiva che caratterizzano la crescita. 

Un articolo di

Elisabetta Musi

Elisabetta Musi

Docente Facoltà di Scienze della formazione - Università Cattolica

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