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Charity Work Program, nuove opportunità di volontariato internazionale
Più di 15 destinazioni in vari Paesi con 41 scholarship. Candidature entro il 10 febbraio 2025
| Valentina Stefani
10 febbraio 2025
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La curiosità di vedere come si vive dall’altra parte del mondo, cogliere al volo un’opportunità, forse unica nella vita, uscire dalla propria zona di comfort per mettersi alla prova, anche sul piano professionale. Sono queste le motivazioni che hanno spinto Alice Colombo, Greta Ierardi e Chiara Zai, laureate della Facoltà di Psicologia, a candidarsi per il Charity Work Program promosso dal Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale (CeSi) con il sostegno dell’Istituto Toniolo.
Così, grazie al programma che porta ogni anno le studentesse e gli studenti dell’Università Cattolica in giro per il mondo a sperimentare il volontariato, Alice, Greta e Chiara, la scorsa estate, hanno trascorso un mese in Bolivia a Munaypata, 3800 metri di altezza, uno dei quartieri più poveri di La Paz, la città con il nucleo abitativo più grande del Paese. Lì si trova il Centro de Rehabilitación Neurológica Infantil Fundación Mario Parma, dove le tre psicologhe hanno prestato il loro aiuto a chi offre cure a bambine e bambini con ritardo mentale, problemi nello sviluppo motorio, del linguaggio, cognitivo-comportamentale o sordità congenita, e un servizio integrato di assistenza alle famiglie.
«A turno giravamo le stanze dove si trovavano i vari professionisti, psicologi, psicopedagogisti, terapisti occupazionali e fisioterapisti – racconta Alice – per affiancarli e seguire nelle settimane i piccoli pazienti che venivano insieme ai genitori a fare le diverse terapie sulla base del loro disturbo e di altre necessità».
«Non credevo che avremmo fatto così tanto - aggiunge Chiara - ci sono stati affidati dei test da somministrare. Questo compito, che abbiamo svolto in autonomia, e la relazione individuale con i bambini ci hanno fatto sentire molto utili. Abbiamo poi partecipato con i professionisti alle diagnosi e condotto colloqui con le famiglie. Un confronto arricchente da entrambe le parti».
Un articolo di
«Ho visto per la prima volta come certe dinamiche influenzano il rapporto tra lo psicologo e il bambino, come effettivamente si svolgono alcune attività – continua Greta, che ha appena iniziato la laurea magistrale – è stata un’esperienza che mi ha restituito sicuramente più di quanto io abbia dato».
Un mese intenso, l’azione quotidiana sul campo, ma anche la vita comunitaria nella parrocchia Apostol Santiago, dove, raccontano le ragazze, «Don Luca e Don Giovanni sono stati di grande supporto, rendendo più semplice l’adattamento a un contesto nuovo. La loro gentilezza e disponibilità hanno reso l’esperienza ancora più positiva». È anche grazie a loro che le ragazze sono entrate in contatto vivo con la città e altre realtà che si occupano di povertà, malnutrizione, abuso di alcol e disagio sociale.
L’apertura a una nuova cultura, lo spirito dei boliviani, la scoperta dei sapori locali e delle tradizioni. «La festa di Tata Santiago, il patrono, nel quartiere Munaypata è stata memorabile: abbiamo partecipato al desfile con i costumi tradizionali e ballato danze tipiche per due ore ininterrottamente», racconta Alice.
E poi luoghi inattesi, mozzafiato, come l'Isla del Sol (Isola del Sole), chiamata anche Isola Titicaca, al confine con il Perù, la valle della luna e il Salar de Uyuni. «In quella distesa di sale c’è un silenzio assoluto, mai sperimentato prima», racconta Chiara.
«Non sapevo niente della Bolivia – ammette Greta – ho scoperto un paese che è un gioiello. È come essere su Marte, un posto pazzesco – ricorda ripensando al tour di tre giorni nel deserto - svegliarsi alle tre di notte perché la temperatura scende a meno venti ed è troppo freddo per dormire, partire sotto il cielo stellato per andare a visitare i geyser, è stato incredibile».
«Con il cuore aperto e un po’ di emozione, ci siamo preparate a un’esperienza che si è rivelata unica – concludono – e che ci ha permesso di ampliare le nostre prospettive e arricchire le nostre competenze». Un capitolo importante della loro vita che continuerà a guidare il loro percorso umano e professionale.