Quando Tommaso Antongini, amico e collaboratore di D'Annunzio, giunse sul Garda per visitare alcune ville a nome del Vate, fu accolto a Gardone Riviera proprio da Nando Benvenuti e dal commediografo Giuseppe Bonaspetti di Toscolano Maderno. Condotto da loro nella farmacia gardonese del dott. Mario Ferrari, Antongini scoprì dell'esistenza e della disponibilità di Villa Cargnacco, una proprietà sotto sequestro che visitò immediatamente e gli parve adatta a ospitare il suo patrono.
Avvisato dell’esito soddisfacente del sopralluogo, D'Annunzio giunse a Gardone Riviera il 28 gennaio 1921. Fu una sosta di poche ore, durante le quali visitò la villa con l'intenzione di soggiornarvi per «alcune settimane solitarie» utili a terminare la revisione del Notturno. La proprietà gli ricordò probabilmente la villa della Capponcina, la dimora da lui abitata sul colle di Settignano presso Firenze, accomunabile a Cargnacco per la posizione defilata alle pendici di un colle, il giardino all'italiana e i terrazzamenti saturi di roseti.
Benvenuti, presente con Bonaspetti e Ferrari al primo momento di D'Annunzio a Gardone, lo udì esprimere un altisonante parere favorevole: «Hic manebimus optime», “qui staremo benissimo”, espressione di Tito Livio che D'Annunzio aveva preso come motto al momento dell'occupazione della città di Fiume (1919-1920) e che era stata stampata, insieme alla sua effigie, sulla prima serie di francobolli della Reggenza Italiana del Carnaro.
Negli anni successivi, dopo l’acquisto della villa da parte di D'Annunzio per fissarvi la propria residenza, la proprietà continuò ad ampliarsi con importanti interventi architettonici e l’acquisto di immobili e terreni confinanti: la villa di Cargnacco diventò così il Vittoriale degli Italiani. Furono peraltro gli stessi Antongini, Benvenuti e Bonaspetti a supervisionare i primi lavori di ristrutturazione affidati al falegname Isaia Scarpetta, che inizierà in quest'occasione la sua collaborazione con il Vittoriale.
Nando Benvenuti, sposato dal 1919 con Rosalie Wheeler e successivamente con la scrittrice bresciana Bianca Maria Faggiani (1901-1979), partecipò significativamente alla vita mondana gardesana all'indomani del Primo dopoguerra. In qualità di presidente della Stazione climatica di Gardone Riviera, ebbe la lungimirante intuizione di promuovere il Garda, privo di turisti stranieri al termine del Primo conflitto mondiale, tramite il Circuito del Garda (Salò/Campoverde/Roè Volciano), gara automobilistica disputata per la prima volta nel 1921, che proseguì per quindici edizioni, in modo discontinuo, fino al 1966.
La già ricca donazione della famiglia Benvenuti, ora al vaglio degli studiosi dell'Università Cattolica, è stata accompagnata anche da un album di rarissime immagini fotografiche, nelle quali si ravvisano personaggi di primo piano nelle vicende italiane del primo Novecento. Uno tra tutti: Benito Mussolini, ben riconoscibile tra i partecipanti a una cerimonia gardesana.