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Dati e più "pubblico-privato": i consigli di imprese e università ai leader del G20

29 ottobre 2021

Dati e più "pubblico-privato": i consigli di imprese e università ai leader del G20

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Condividere dati e più collaborazione tra pubblico e privato. Per affrontare le transazioni digitali e green di cui tutti parlano servono basi condivise. Il forum globale B20 ha riunito oltre 1.000 delegati dei paesi del G20 e circa 2000 rappresentanti delle imprese di tutto il mondo per arrivare a queste due indicazioni, che possono riassumere molto sommariamente tutte le raccomandazioni di policy consegnate al premier Mario Draghi in vista del G20 di Roma del 30-31 ottobre. Per la prima volta è stato coinvolto in modo attivo il mondo accademico: l’Università Cattolica del Sacro Cuore, assieme ad altri cinque atenei italiani, è partner scientifico del forum e ha partecipato con i suoi docenti ad alcune delle otto task force che costituiscono il B20.

«È interessante che il mondo del business abbia chiesto la partecipazione degli atenei – conferma Antonella Sciarrone Alibrandi, pro rettore vicario dell’Università Cattolica e docente coinvolta nel gruppo di lavoro Integrity & Compliance-. Ritengo sia molto positivo lavorare assieme per la progettazione di questo tipo di documenti».

Gli altri docenti dell’Ateneo coinvolti nei lavori sono stati il direttore dell’Alta Scuola per l’Ambiente Roberto Zoboli nel settore Energy & Resource Efficiency, la Preside della facoltà di Scienze Bancarie Elena Beccalli e la professoressa Chiara Frigerio per Finance and Infrastructure e il direttore del Diparimento di Scienze Mediche e Chirurgiche del Policlinico Gemelli Antonio Gasbarrini per la priorità strategica Health & Life Science.

I lavori sono iniziati quasi un anno fa, con riunioni mensili per dare forma ai documenti finali del forum: «La mia task force era coordinata dal CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina -racconta la professoressa Frigerio- e ha prodotto raccomandazioni che si sono concentrate soprattutto sull’importanza della condivisione dei dati tra banche, imprese e istituzioni e sull’inclusione delle pmi nei contesti finanziari. Il nostro è stato un ruolo di validazione scientifica ma grazie all’esperienza del CeTIF abbiamo potuto fornire integrazioni e proporre esperienze concrete per supportare e dare valore alle riflessioni emerse dai gruppi di lavori».  

Solo nel 2021 il Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari ha avviato 13 tavoli di confronto in cui istituzioni finanziarie, autorità e imprese si sono incontrate per definire tendenze e aree di collaborazione. Da questi confronti sono partiti sei progetti di ricerca su temi come l’identità digitale nel mondo finanziario o la possibilità di cartolarizzare i cosiddetti debiti non performing, cioè il cui saldo è a rischio, per evitare il fallimento di imprese o messe in mora dei privati: «È emersa in modo chiaro l’attenzione per l’impatto sociale delle raccomandazioni che il forum ha scelto di presentare ai leader globali -sottolinea Frigerio-. La necessità è quella di rafforzare le politiche degli Stati, in particolar modo quelle fiscali, per raggiungere in modo capillare gli obbiettivi di sviluppo sostenibile, puntando non solo sul tema ambientale ma soprattutto sull’aspetto sociale».

Il B20 ha prodotto un documento finale contenente tutte le raccomandazioni che il mondo economico e accademico ha posto all’attenzione di capi di stato e di governo. Consegnandolo al premier Draghi la presidente del forum Emma Marcegaglia ha auspicato una collaborazione sempre più incisiva tra istituzioni pubbliche e soggetti privati: «Queste forme di partenariato sono ritenute fondamentali in molte delle raccomandazioni che abbiamo prodotto – conferma Sciarrone-. Siamo convinti che il mondo dell’università debba avere un ruolo decisivo, sia perché siamo un “centro di produzione” del pensiero sia perché siamo un luogo di incontro, un ponte con cui pubblico e privato possono incontrarsi e costruire nuovi ambiti di collaborazione».

Ma oltre alle possibilità di incontro ci sono anche le missioni dell’università, fondamentali per affrontare i tanti cambiamenti imposti dalla pandemia. Per Sciarrone gli atenei hanno tre grandi ruoli: «Formare le nuove generazioni di lavoratori e dirigenti, offrire progettualità per dare solidità alla visione richiesta dai cambi di paradigma ma anche accompagnare chi è già nel mondo del lavoro attraverso le dinamiche richieste dalla transizione digitale e green. Non si tratta di scelte facili ed economiche. Questo è il mondo della formazione permanente, decisivo per riuscire a rendere protagonisti del futuro non solo i nostri studenti ma anche le persone che costruiscono il nostro presente. Senza di loro la sfida del cambiamento non si vince».

Ora la palla passa ai governanti globali: «Mi aspetto che queste istanze vengano prese sul serio -conclude Sciarrone-. Tante linee di azione sono più efficaci se accompagnate da azioni legislative e politiche ma sono convinta che il lavoro svolto dal B20 sia già una ottima base di partenza da cui le imprese possono partire per lavorare assieme in autonomia. Non è un caso se negli ultimi due anni è emerso sempre di più il ruolo delle aziende per perseguire obbiettivi di sostenibilità ed equità sociale che vanno oltre il profitto».

Un articolo di

Michele Nardi

Michele Nardi

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