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Donna è sviluppo

10 marzo 2023

Donna è sviluppo

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Il ruolo della donna nel Sud del mondo. L’Università Cattolica ha deciso di celebrare l’otto marzo ascoltando la testimonianza di quattro alumnae del corso di laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale allo sviluppo attualmente impegnate in vari progetti di volontariato. Un’occasione resa possibile dall’incontro “Donna è sviluppo” promosso dalla Facoltà di Scienze politiche e sociali e dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (CESI) dell’Università Cattolica.

Francesca Pellegatta, progettista di Aleimar ODV, Organizzazione Di Volontariato che si occupa di sostegno a distanza di minori in difficoltà, è intervenuta per parlare del ruolo che la donna ha all’interno del settore agricolo nei Paesi in via di sviluppo. Pellegatta cita Bina Agarwal, economista dello sviluppo indiana, che ha individuato nella donna due ruoli fondamentali. Il primo è quello di consumatrice e gestrice, colei che gestisce le risorse alimentari, principalmente in ambito familiare. «Il secondo grande ruolo – continua la progettista – è quello di lavoratrice, produttrice e conduttrice di aziende agricole». Infatti, le Nazioni Unite stimano che nei Paesi in via di sviluppo il 43% dei lavoratori in ambito agricolo siano donne. Due terzi dei 600 milioni di agricoltori e allevatori che vivono in condizioni di povertà sono sempre donne. Spesso però lavorano in aziende familiari condotte da uomini, senza essere retribuite oppure con contratti poco stabili.

La donna è una figura fondamentale anche nella risoluzione dei conflitti. Gloria Mussetto, dottoranda in Sociologia, organizzazioni e culture, citando la risoluzione 1325 del 2000 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ricorda che «le donne sono fondamentali nel garantire la democratizzazione dei processi di pace, nella risoluzione ma anche nella prevenzione dei conflitti». Nella pratica però non c’è la volontà di garantire la loro partecipazione alla vita diplomatica. Infatti, ancora oggi le donne fanno fatica ad accedere ai negoziati e a coprire cariche verticistiche. Mussetto cita il Ruanda: «È un caso esemplare perché il parlamento di questo Paese ha il più alto numero di donne parlamentari in tutto il mondo». Allo stesso tempo però le competenze di queste donne vengono messe in discussione ogni giorno. «Un alto numero di donne in politica non è sufficiente da solo a garantire il raggiungimento dell’uguaglianza di genere» conclude Mussetto.

Giulia Tringali, project manager di Mani Tese, ong che si batte per la giustizia sociale, economica e ambientale nel mondo, oggi si trova in Burkina Faso. Tringali è a capo di un progetto che ha come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo economico del territorio favorendo una transizione agro ecologica per la sicurezza alimentare delle famiglie, mettendo al centro le donne. «Il tipo di intervento che viene utilizzato da Mani Tese consiste nel contribuire direttamente al miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie, favorendo la leadership e l’imprenditorialità femminile, supportando la produzione e la trasformazione di prodotti orticoli coltivati dalle stesse» afferma Tringali.

Silvia Fregoso è referente regionale per il Sahel con ACRA, ong italiana impegnata nella cooperazione internazionale, nella tutela dei diritti umani e nel contrasto delle povertà e delle disuguaglianze. La ong milanese è nata in seguito ad un’esperienza fatta da un gruppo di giovani in Ciad; oggi le basi aperte in questo Paese sono sei. «Il Paese – spiega Fregoso - vive un periodo di forte instabilità e ad essere maggiormente colpite sono le donne. Le donne sono grandi lavoratrici ma non possiedono terreni propri. Inoltre, ci sono bassissimi tassi di scolarizzazione e molte devono subire gravi violazioni dei diritti umani perché nel Ciad avvengono le mutilazioni genitali e i matrimoni precoci. L’obiettivo del progetto di ACRA - conclude Fregoso - è di contribuire all'uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne».

 

 


Foto di Annie Spratt su Unsplash

Un articolo di

Eugenia Durastante

Scuola di Giornalismo

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