Il passaggio dalla scuola superiore all'università è un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti e nuove scoperte, che possono avere un forte impatto per alcuni studenti.
Essere una matricola, può significare infatti essere un poco disorientati, tra dinamiche sconosciute - nuove materie, docenti e modalità di studio - ma, al tempo stesso, essere immersi in un nuovo ambiente ricco di opportunità, stimoli ed esperienze nuove da vivere.
È per questo che a qualche mese dall’inizio dell’avventura accademica, ogni matricola descrive e racconta la propria esperienza in modo differente, con parole diverse che possono rievocare sentimenti contrastanti, dall’entusiasmo, alla curiosità, alla preoccupazione.
Sono parole che rispecchiano indubbiamente un gran sicurezza, per esempio, quelle di Maria Chiara Alimenti - matricola della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma - che a commento del suo primo anno in università dice: «Sono stati mesi molto impegnativi e pieni di cambiamenti. Non posso certo dire di sentirmi una persona totalmente diversa rispetto a un anno fa, ma penso di essere cresciuta tanto ed essere più consapevole di me stessa, delle mie potenzialità e delle mie fragilità. Emotivamente non è stato immediato l’adattamento a un ambiente nuovo, ma più che difficile direi stimolante verso nuove prospettive proiettate sul futuro» mentre - per quanto riguarda l’aspetto didattico e di studio - afferma: «non è stato un salto troppo difficile, essendo già abituata a lavorare e impegnarmi molto per raggiungere i miei obiettivi e avendo acquisito già alle superiori un metodo di studio solido».
Maria Chiara in merito ai corsi e a tutte le lezioni seguite, che cosa hai apprezzato particolarmente da neo-studentessa universitaria?
«È sicuramente un percorso di studio impegnativo, non solo dal punto di vista didattico, ma anche a livello emotivo. Al tempo stesso però, ammetto, che formarmi in un ambito del genere mi stimola e incuriosisce ogni giorno di più, tanto che – a un anno dalla mia immatricolazione – posso affermare tranquillamente che risceglierei questa strada mille volte. La didattica, la ricerca e la cura della persona sono le fondamenta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico Gemelli e - insieme a valori come solidarietà, accoglienza, impegno e dignità della persona - ci vengono trasmessi costantemente con ogni materia affrontata e studiata».
Perché hai scelto di studiare medicina e perché hai deciso di immatricolarti in Cattolica?
«Studiare medicina è stata per me una scelta piuttosto naturale. Ritengo che prima ancora dell’interesse verso determinate discipline, debba esserci uno spirito incline al sostegno e alla vicinanza per intraprendere un percorso universitario come questo. Io credo di essere infatti una persona molto empatica, sempre disponibile all’aiuto, all’ascolto, alla cura. Sicuramente anche la storia personale influisce su scelte determinanti come questa, ma per lo più direi che è l’animo, l’indole e la personalità a pesare maggiormente».
Tu Maria Chiara hai fatto il liceo classico, c’è qualcosa che hai particolarmente apprezzato da matricola universitaria rispetto a quando eri una studentessa liceale?
«Sicuramente il mondo universitario è molto diverso da quello della scuola superiore di secondo grado. A prescindere dall’impegno didattico e dalla mole di lavoro, credo che sia un passaggio che richieda tanta responsabilità e consapevolezza. Se da un lato l’università ti aiuta anche nel passaggio graduale, dall’altro ti mette anche davanti un mondo nuovo, sconosciuto, da cui imparare tanto. Io in particolare, da quando sono una studentessa universitaria, apprezzo molto il poter organizzare, come meglio credo, il mio tempo di studio e svago, da ciò, conseguentemente, si imparare a gestire la propria vita in ogni suo aspetto. Un’altra cosa che mi entusiasma è che, quando entri in università, hai veramente la possibilità ogni giorno di incontrare e conoscere nuove persone».