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Donne che si raccontano. Percorsi di migrazione al femminile

06 marzo 2021

Donne che si raccontano. Percorsi di migrazione al femminile

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Lasciare i luoghi delle origini, intraprendere un viaggio verso l’ignoto, sperare in condizioni di vita migliori. Per sé, ma soprattutto per i propri figli. È un innesto in un’altra cultura, a volte doloroso, forse, ma probabilmente solo all’inizio e comunque a fin di bene. Poi si incontreranno altre donne, altre famiglie. I volti della città saranno sempre meno anonimi. Questa è la storia di tante donne che arrivano in Italia sperando di essere ben accolte, aiutate a conoscere la città e le sue risorse.

L’8 marzo, in occasione della festa della donna, la facoltà di Scienze della formazione propone il seminario "Donne che raccontano, donne che si raccontano. Percorsi di migrazione al femminile", che si terrà in Sala Piana dalle 9.30 alle 11.30.

Introdotto dalla prof.ssa Elisabetta Musi, l'incontro darà voce alle esperienze della mediatrice linguistico-culturale Nadia Takhchi, marocchina, e di Mandana Khosravi, iraniana e vedrà il contributo di Rita Parenti, dell’ Associazione Mondo Aperto, coordinatrice del Progetto Laboratori di cittadinanza, che sostiene l’acquisizione, da parte di donne immigrate, di strumenti culturali e conoscitivi della realtà italiana.

«Il fenomeno migratorio viene rappresentato innanzitutto in modo impersonale, in virtù dei numeri che lo definiscono: percentuale di immigrati presenti in città, quantità di bambini distribuiti nelle scuole, varietà di etnie, numero e tipologie di richieste rivolte ai servizi e alle istituzioni. Ma questa rappresentazione oscura le storie di vita che stanno dietro quei numeri - sostiene Elisabetta Musi - caratterizzate da decisioni sofferte, da vissuti di smarrimento e solitudine, di sacrifici e rinascite. Dedicare uno spazio di ascolto a quelle storie, attraverso la testimonianza diretta delle protagoniste, è un richiamo a contrastare l'anonimato e la doppia discriminazione di cui sono vittima le donne immigrate: in quanto straniere e in quanto donne».

Creare occasioni di incontro e dialogo tra persone di culture diverse, scoprendo ciò che abbiamo in comune e che unisce, e accogliendo le differenze come motivo di arricchimento reciproco è un esercizio concreto di democrazia, un'esortazione all'accoglienza reciproca che esprime l'indice di civiltà di un paese. Nell'incontro di lunedì donne immigrate e mediatrici culturali condivideranno con gli studenti e le studentesse dell’Università i passaggi più significativi dei loro percorsi di migrazione, mentre le donne del progetto “Laboratori di cittadinanza” testimonieranno la propria esperienza di incontro, collaborazione e costruzione di legami e amicizie". Le considerazioni conclusive saranno affidate alla professoressa Alessandra Augelli.

L’incontro si potrà seguire anche online. Per partecipare vai al seguente link.

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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