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Alfredo e Piergiorgio Frassati tra crisi dell’Italia liberale e fascismo

07 luglio 2025

Alfredo e Piergiorgio Frassati tra crisi dell’Italia liberale e fascismo

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La sede di Milano dell’Università Cattolica ha in custodia le carte di Alfredo Frassati, fondatore de “La Stampa” e padre del futuro santo Piergiorgio Frassati. Alfredo e Piergiorgio sono due figure dell’Italia di inizio Novecento con percorsi esistenziali e culturali differenti ma profondamente accomunati da un impegno civile limpido e operoso.  Le esperienze interne al nucleo familiare e i contesti socio-culturali della famiglia Frassati, con uno stile borghese e una difficoltà di relazioni interpersonali, avvicinano la loro esperienza alla nostra contemporaneità. Alfredo è stato un uomo politico e poi un dirigente d’azienda formato nel suo impegno dell’Italia giolittiana. Piergiorgio, giovane borghese, diventa una figura esemplare di laico cristiano con un’intensa spiritualità che motiva e alimenta un’azione sociale e civile a tutto campo. Tutte e due vivono in una società in crisi, con le fibrillazioni e le tragedie della Prima guerra mondiale e la crisi dello stato liberale. I vari componenti di questa illustre famiglia della Torino sabauda e liberale ricercano con inclinazioni e aspirazioni diverse un rapporto con il trascendente e vivono la contemporaneità con un ruolo attivo.

L’Archivio per la Storia del movimento sociale cattolico in Italia ha organizzato un seminario di studi (“Alfredo e Piergiorgio Frassati tra crisi dell’Italia liberale e Fascismo”) presso l’Ateneo di Largo Gemelli il 4 luglio nella ricorrenza della morte di Piergiorgio Frassati per parlare dell’impegno civile e politico e della spiritualità del padre Alfredo e del figlio Piergiorgio. Una ricerca del trascendente che in Piergiorgio diventa incontro radicale con la fede e fondamento della sua presenza laicale nella Chiesa e nella società. In particolare, la spiritualità motiva anche le scelte politiche. Piergiorgio sceglie di iscriversi al Partito Popolare di Sturzo e si espone decisamente per un’alleanza con i socialisti con l’obiettivo dichiarato di contrastare il movimento fascista che riteneva un pericolo per la democrazia. Questa scelta, secondo Marta Margotti dell’Università di Torino, derivava direttamente dalla sua antropologia cristiana che valorizzava in primo luogo la libertà come condizione principe della dignità umana. Piergiorgio, all’inizio del Novecento, da cattolico sceglie la democrazia criticando la prospettiva di molti cattolici del tempo di “cristianizzare il fascismo”. L’attenzione ai partiti interclassisti e vicini alle masse popolari derivava in Piergiorgio dalla sua preferenza per i poveri e soprattutto dal rimando, profondamente radicato in lui, del trinomio carità, solidarietà e giustizia di chiara matrice paolina. 

In lui l’impegno politico e l’azione sociale erano quindi il frutto della visione spirituale così come delineato da Ernesto Preziosi mettendo in luce che la conversione e tutto il percorso di fede del futuro santo vedeva una sintesi unitaria tra cammino di fede e azione sociale. Il laico cristiano secondo Frassati viveva il suo tempo con una spiritualità forte e matura che alimentava l’impegno civile. Piergiorgio era un giovane che viveva nella totalità la sua fede e proprio in ragione della sua spiritualità “voleva animare” la società contemporanea per migliorarla nel segno della giustizia sociale. La sua coerenza intellettuale e morale, ma anche il vigore del corpo e la serenità dello spirito, erano la condizione per l’impegno politico come servizio.

Il padre Alfredo ha una carriera pubblica brillante mentre la sua esperienza familiare è complessa e segnata da molte ombre. Le carte depositate in Cattolica e consultabili da studiosi e ricercatori testimoniano questa personalità dai molti aspetti e, nel contempo, articolata. Daniele Bardelli docente di storia contemporanea all’Università Cattolica ha delineato la sua matrice culturale liberale e il suo rigido stile educativo, tipico di un esponente dell’alta borghesia sabauda, per poi ricostruire il complesso rapporto con il figlio e il lungo e controverso avvicinamento alla fede segnato dal dialogo con esponenti ecclesiali, primo fra tutti Giovan Battista Montini. Patrizia Cerini che insieme a Patrizia Angelone dell’Archivio storico generale della Cattolica ha curato le carte Frassati ha messo in luce il legame fra Piergiorgio e l’Ateneo di Largo Gemelli. Infatti, Piergiorgio diventa un “amico dell’Università Cattolica” e soprattutto a più riprese ne sostiene la presenza nella società italiana e gli obiettivi come istituzione dove realizzare un dialogo proficuo tra la cultura cattolica e la ricerca scientifica. D’altro canto, come ha ricordato Ernesto Preziosi, il rettore della Cattolica Giuseppe Lazzati considerava la spiritualità e l’impegno sociale e civile di Piergiorgio come esempio da diffondere fra i giovani universitari.

La rilettura delle biografie dei Frassati sulla base, dove è possibile, dei documenti originali ed evitando ideologismi e conformismi, da cui spesso la ricerca storica è affetta, aprono alla riflessione sul rapporto tra la società  e i processi di cambiamento in atto all’interno di essa. In questo contesto Piergiorgio Frassati non è solo una figura del laicato cristiano esemplare ma una proposta di cristiano pienamente inserito in una società in trasformazione e con istituzioni deboli e nella quale interpreta una “gioiosa operosità” così come indicato da Papa Francesco.

Un articolo di

Andrea Maria Locatelli

Andrea Maria Locatelli

Docente di Storia economica - Dip. di Storia dell'economia, della società e di scienze del territorio 'Mario Romani'

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