"Accetto di essere chiamata 'attrice' ma con l'aggiunta di qualche altra definizione". Con queste parole Franca Rame rivendicava un percorso professionale ben più ampio di quello che, comunemente, le veniva riconosciuto. Compagna, nella vita e nel percorso artistico, di Dario Fo, e troppo spesso in questo ruolo confinata, la Rame, di cui il prossimo 29 maggio ricorrono i dieci anni dalla scomparsa, è stata in realtà molto di più.
E proprio per ricordarne la figura, l'Università Cattolica, in collaborazione con l'Università di Verona e la Fondazione Fo Rame, ha promosso il 18 e il 19 maggio, due giornate di studi, inserite in un contesto variegato che ha previsto anche spettacoli, reading e dibattiti e che si articolerà nel corso dei prossimi mesi in quello che è stato definito "Un anno per Franca".
Ad aprire la due giorni milanese è stato il saluto dell'Assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi che, in un messaggio, ha ricordato come la città di Milano sia stata lo scenario in cui ha preso forma il sodalizio formato da Dario Fo e Franca Rame. Un contributo che la città ha riconosciuto dedicando alla Rame un giardino nel quartiere Adriano e ai due artisti un murales sulla facciata esterna del Teatro Grassi.
«Il detto che recita che "dietro un grande uomo c’è una grande donna" non mi piace, lo trovo fastidioso - ha esordito il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Andrea Canova - mi piace più pensare che dietro grandi azioni ci siano grandi donne e grandi uomini con valori morali importanti. Ed è certo il caso di Franca Rame, la cui storia si presta a delineare una traiettoria molto importante della seconda metà del '900 e dei primi anni Duemila. Un periodo molto complicato, fatto di grandi passioni e violente contraddizioni che è difficile raccontare ai ragazzi di oggi. Franca Rame è una figura molto importante per comprendere quel contesto».