Quali sono gli elementi materni, sociali e ambientali che agiscono sul decorso di una gravidanza?
A questo interrogativo mira a dare una risposta scientifica lo studio dal titolo “GenerationGemelli: studio longitudinale per la valutazione dell’esposoma materno sulla salute del neonato e del bambino” (linea di ricerca di Ateneo D.3.2), condotto nella sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica della Facoltà di Medicina e chirurgia e guidato dalla professoressa Stefania Boccia (a sinistra nella foto), Ordinario di Igiene generale e applicata, che coinvolgerà le donne in assistenza presso l’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Patologia ostetrica della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal professor Antonio Lanzone, Ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica.
Lo studio si inserisce in un filone di ricerca innovativo che punta a indagare un ampio numero di elementi (definiti “esposoma”) che potrebbero incidere sul decorso della gravidanza, nell’ambito della sezione del bando di Ateneo 2021 sui finanziamenti alla ricerca dedicata alle strategie pubbliche e collettive di prevenzione dei rischi naturali, mediante un approccio multidisciplinare verso l’elaborazione di strategie di protezione dello sviluppo umano integrale.
Tra i potenziali determinanti inclusi nell’analisi sono presenti sia fattori che agiscono ad un livello di popolazione, quali il clima e inquinanti ambientali, sia fattori specifici per la singola paziente, come la dieta, lo stile di vita e le condizioni lavorative, ma anche elementi riconducibili alle “condizioni interne” materno-fetali come i marcatori infiammatori o ormonali.
Il progetto coinvolgerà, per un biennio, donne che vivono da almeno due anni nel territorio della città metropolitana di Roma la cui gravidanza è seguita presso il Policlinico Gemelli.
Lo studio vede la collaborazione di un team di ricerca che coinvolge trasversalmente le sezioni afferenti al Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, diretto dal professor Giovanni Scambia. Tra gli accademici coinvolti nel progetto i professori Walter Ricciardi e Maria Luisa Di Pietro (sezione di Igiene e Sanità Pubblica), Antonio Lanzone (sezione di Ginecologia e Ostetricia), Ornella Parolini e Wanda Lattanzi (sezione di Biologia Applicata), Luca Tamagnone (sezione di Istologia ed Embriologia), Antonio Chiaretti e Giovanni Vento (sezione di Pediatria Generale e Specialistica), Eugenio Mercuri e Stefano Vicari (sezione di Neuropsichiatria Infantile), Maurizio Genuardi (sezione di Medicina Genomica), Marco Marazza (sezione di Medicina del Lavoro) e Guido Rindi (sezione di Anatomia Patologica). L’attività di ricerca coinvolge anche la sezione di Microbiologia del Dipartimento di Scienze biotecnologiche di base, cliniche intensivologiche e perioperatorie guidata dal professor Maurizio Sanguinetti.
«L’auspicio è che la ricerca di GenerationGemelli possa gettare luce su quali componenti agiscono sullo stato di salute del neonato e in che misura impattano sul normale andamento della gravidanza, al fine di fornirci una conoscenza più ampia per poter migliorare l’assistenza e lo stato di salute di mamme e bambini – spiega la professoressa Stefania Boccia - L’innovatività e l’ambizione del progetto si manifestano nella volontà di adattare la ricerca scientifica alle richieste di una popolazione in continuo mutamento e nel tentativo di superare i limiti della conoscenza nell’ambito della crescita e dello sviluppo dell’individuo, sin dai primi giorni di vita».
«L’identificazione di ciò che può impattare, positivamente o negativamente, sul nostro benessere, prima ancora di venire al mondo – continua Boccia - può dare l’avvio a un rinnovamento della Sanità pubblica, in particolare nel campo della prevenzione, intervenendo sin dalle prime fasi della vita. Questa innovazione, che risulta prioritaria nelle agende europee e mondiali, potrebbe condurre ad un miglioramento della salute nel breve, medio e lungo termine, non solo del singolo ma anche della collettività».