«L’interazione uomo-robot per noi deve esser accettabile oltre che soddisfacente -ha evidenziato Antonella Marchetti, direttrice del dipartimento di Psicologia dell’Ateneo e co-autrice del volume-. Ciò significa che il comportamento di un robot deve essere percepito dall’uomo come comprensibile e affidabile. I meccanismi che ci permettono da un punto di vista psicologico di comprendere il comportamento altrui e di ritenerlo affidabile cambiano nel corso di ciclo di vita. Per cui per progettare robot che entrano in relazione con l’uomo in modo efficace e accettabile per noi è necessario tenere presente lo sviluppo delle competenze cognitive affettive e sociali dell’uomo nel corso della sua vita».
Il lato etico di robotica e Intelligenza Artificiale deve recuperare terreno nei laboratori dove esse vengono sviluppate: «Noi tecnologhi facciamo fatica a gestire questo fronte – ha confermato Giorgio Metta, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia-. Io sono un tecno-ottimista, credo che oltre a sforzarci per non usarla male dovremmo fare uno sforzo a livello nazionale per sviluppare la nostra tecnologia. Attualmente l’Italia ha forse l’1% delle capacità di calcolo globali. Per investire in maniera corretta però dobbiamo darci orizzonti temporali che vadano oltre la durata dei governi. I nostri ricercatori hanno avviato la ricerca su una molecola che potrebbe risolvere alcuni disturbi dello sviluppo neuronale dieci anni fa e potrebbe volerci un altro decennio per produrre un farmaco».
Una alleanza tra governi, università e aziende è fondamentale: «Serve mantenere uno sguardo positivo sulla tecnologia – ha sottolineato Roberto Vavassori, Chief Officer Pubblic Affair e Relazioni Internazionali di Brembo-. Dobbiamo cercare in dialoghi come questo fino a dove può arrivare la tecnologia e qual è il suo inalienabile punto di arrivo. Pensiamo all’editing genetico: cosa rende umano l’uomo quando esso ha a disposizione una quantità così impressionante di tecnologia? Su questo il mondo delle aziende deve essere aiutato a riflettere».