Il card. Angelo Sodano – che si è spento il 27 maggio 2022 all’età di 94 anni – ha avuto con l’Università Cattolica del Sacro Cuore un rapporto costante da quando è diventato Segretario di Stato di Giovanni Paolo II nel 1991. Ogni anno, infatti, ha inviato una lettera in occasione della Giornata universitaria ai rettori dell’Ateneo - Adriano Bausola, Sergio Zaninelli e Lorenzo Ornaghi -, fino al 2004, quando invece ha cominciato a rivolgersi al card. Dionigi Tettamanzi, in qualità di Presidente dell’Istituto Toniolo. Sono notizie che si ricavano dal secondo tomo del volume terzo della Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato a Il Magistero della Chiesa per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, curato da mons. Claudio Giuliodori e recentemente presentato dal card. Pietro Parolin e da Giuliano Amato.
Anche se inviate ex ratione officii, i testi di tali lettere mostrano un’attenzione non formale nei confronti dell’Università. Ne emerge un sincero interesse per l’attività dell’Ateneo nei campi della ricerca e della formazione, per il suo ruolo in rapporto alla società italiana e, più in generale, al mondo contemporaneo, per il suo legame con la Chiesa e per il suo contributo alla diffusione della verità cristiana. Questi punti focali sono stati da lui richiamati ogni anno con accenti diversi. Di volta in volta ad orientarlo sono stati anzitutto i temi scelti per ciascuna Giornata Universitaria. Si avverte inoltre l’influenza dei magisteri di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Di grande rilievo appare anche il raccordo con le prospettive indicate dalla Cei. Ma non mancano forti tracce delle sue convinzioni personali.
Le sue lettere possono essere suddivise in quattro periodi: dal 1991 al 1995, dal 1996 al 1999, dal 2000 al 2004 e dal 2006 al 2007 (manca il 2005 perché, dopo la morte di Giovanni Paolo II, fu il Sostituto, mons. Leonardo Sandri, a inviare, a nome della Segreteria di Stato, la consueta lettera). Nelle sue prime lettere Sodano si muoveva nell’orizzonte tracciato da San Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi – sottolineando l’importanza di “una generosa evangelizzazione della cultura, più esattamente delle culture” - e dell’insegnamento di Papa Giovanni Paolo nel contesto degli sconvolgimenti legati al crollo del blocco sovietico. Nel 1991, nel centesimo anniversario della Rerum Novarum, ricordò l’insegnamento della Sollecitudo Rei Socialis – secondo cui “lo sviluppo, perché sia davvero rispettoso di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, deve essere coerente con i fondamentali valori etici e morali” – e nel 1992 sottolineò che mentre l’Europa presentava “un volto davvero nuovo, caratterizzato da una situazione inedita di “libertà” si poneva “la questione della giusta comprensione della libertà e del suo retto uso, come pure dell’adeguato contesto di valori in cui collocarla”. Nel 1993, invece, commentando il tema della Giornata “Una cultura per la convivenza tra i popoli. «Tutti là siamo nati» (Sal 87)”, si misurò con il problema – evidenziato dalle tragiche vicende nei Balcani – “che la convivenza pacifica dei vari popoli è talora minata da tragici eventi di guerre fratricide ed è anche sconvolta da intolleranze razziali e culturali. Si impone, quindi, un’attenta riflessione sulla visione cristiana della vita sociale […] Purtroppo l’antico veleno dell’odio fra uomini e popoli tende sempre a riaffiorare con conseguenze deleterie per l’avvenire della convivenza umana”. Nel 1994 e nel 1995, Sodano tornò su temi a lui cari e che riaffiorano spesso nelle lettere per le Giornate universitarie. Commentando il tema del 1994 – “Investire in cultura. «Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli» (Mt 25, 16)” – scrisse: “vi è un ulteriore sforzo al quale difficilmente potrebbe sottrarsi un’università che si definisce e vuole essere cattolica: quello di indicare […] un principio […] coordinatore del proprio impegno di ricerca […] quello rivelatoci da Dio creatore, Padre dell’umanità, e da Cristo Redentore, Fratello di tutti”. Nel 1995, infine, commentando «Investire in cultura. Per dare un futuro alle nuove generazioni», l’accento cadde sulla difesa della vita.
Dal 1996 al 1999, le lettere del card. Sodano appaiono in forte sintonia con il “progetto culturale” della Cei. Nella lettera del 1996 si legge: “Il tema scelto quest’anno per la Giornata – «Investire in cultura. Da 75 anni una scelta per aiutare la società» – […] vuole far rimarcare il compito impegnativo che l’attende all’interno del progetto pastorale della Chiesa in Italia […]. Come non vedere, poi, in tale tema un’eco del terzo Convegno ecclesiale, svoltosi a Palermo nel novembre dello scorso anno?”. E nel 1997 commentò il tema «Investire in cultura. Nel progetto culturale della Chiesa italiana», affermando: “è un tema che […] sottolinea l’irrinunciabile e fecondo legame che unisce l’Università Cattolica alla vita della Chiesa”. Richiami analoghi sono presenti nel 1998 e così pure nel 1999, nel quale si sottolinea che la “dimensione nazionale” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore non discende tanto dalla sua presenza “in più punti del territorio”, quanto dal “corrispondere alla domanda formativa che viene da tutta la società italiana”.
Su un piano diverso si colloca invece l’omelia da lui pronunciata nella Basilica di San Pietro a Roma, in occasione del pellegrinaggio dell’Università per il Giubileo del 2000. Richiamando il dogma di Calcedonia, ne sottolineò l’importanza contro il rischio di “cedere a riduzionismi”. E, ricordando la testimonianza dei martiri, morti per difendere il mistero custodito dalla dottrina cristiana, concluse: “Questo mistero l'Università Cattolica del S. Cuore lo porta inscritto fin nel nome, quasi come un suo DNA, un progetto genetico a cui tutto si richiama. Siatene testimoni coraggiosi voi tutti, docenti, alunni, amministratori, operatori ed amici che a diverso titolo fate parte di questa grande famiglia a cui guarda con affetto l'intera cattolicità italiana”.
Dopo che nel 2001 il card. Sodano aveva richiamato i temi della Fides et Ratio – cui faceva riferimento il tema scelto per la Giornata: «L’audacia della ragione, la libertà della fede» - nel 2002 lo ispirarono le conseguenze del drammatico attentato alle Twin Towers di New York dell’anno precedente. Commentando il tema “Nel nome dell’uomo. Il tuo sostegno per l’Università Cattolica nei Paesi emergenti”, scrisse che per l’Università era “importante aiutare i Paesi emergenti ad evitare forme di fondamentalismo religioso”. In questa lettera chiese a “codesta Istituzione, le cui finalità culturali sono garantite per incarico della Santa Sede dall’Istituto Toniolo, un supplemento di creatività e di iniziative per imprimere un rinnovato slancio a quanto finora svolto a livello nazionale ed internazionale”. Nel 2003 tornò invece sul richiamo alla Verità e nella lettera del 2004, indirizzata per la prima volta al card. Tettamanzi, sottolineò “il fondamentale ruolo dell’Istituto [Toniolo] come depositario della fiducia della Santa Sede, la quale da esso s’attende un’efficace azione di garanzia e di controllo sugli indirizzi dell’Università”
Le ultime due lettere del 2006 e del 2007 riflettono anche nel linguaggio l’influenza del nuovo Papa, Benedetto XVI. Nella prima ribadì le parole del Papa secondo cui una “comunità accademica cattolica si distingue […] per la fedeltà al messaggio cristiano così come è presentato dalla Chiesa e per l’impegno istituzionale al servizio del popolo di Dio” e in quella del 2007 riprese il pensiero di Benedetto XV sulla Populorum Progressio di cui si celebrava quell’anno il cinquantesimo anniversario. Come si vede, i testi del card. Sodano che riguardano l’Università Cattolica del Sacro Cuore costituiscono un patrimonio prezioso sia per conoscere il suo pensiero a riguardo sia per ricostruire la storia dell’Università dal 1991 al 2007.