NEWS | 78° Mostra di arte cinematografica

Il cinema riparte. Venezia l’ha testimoniato

10 settembre 2021

Il cinema riparte. Venezia l’ha testimoniato

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Sguardi inattesi, insoliti, talvolta “strambi” come quelli dei “freaks” protagonisti del fragoroso film diretto da Gabriele Mainetti (il regista che si è affermato nel 2015 con Lo chiamavano Jeeg Robot). Un’attenzione a realtà complesse, problematiche, talvolta persino scioccanti, che ci investono urtando la nostra sensibilità e rimettendo in moto la nostra intelligenza. Il cinema si è riacceso a Venezia78 dopo più di un anno e mezzo di difficilissima “convivenza con la pandemia”.

La Mostra Internazionale del Cinema, conclusasi come un grande successo (oltre novemila presenze, col Lido tornato ad attrarre sul red carpet anche le star internazionali, da Kristen Stewart a Timothée Chalamet, Penelope Cruz o Jamie Lee Curtis), riapre una stagione essenziale per l’industria del cinema, alle prese, oltre che col Covid, con una profonda ri-articolazione delle proprie strategie distributive, legate al ruolo sempre più rilevante delle piattaforme di streaming (Netflix in testa).

Dopo lunghi periodi di lockdown e di sale chiuse, Venezia è il Festival che lancia una sfida cruciale: riportare il pubblico nelle sale. A partire dalla stagione che si apre a settembre e culmina col Natale. E il risultato pare a portata di mano, considerata l’offerta di film in distribuzione in autunno, fra titoli “congelati” per mesi e tutto quello che è in arrivo da Venezia e dai grandi Festival. Il cinema, insomma, ci sgancia da una narrazione tutta schiacciata sulla pandemia (mascherine, vaccini, greenpass) e ci ricorda che la realtà è fatta di storie e problemi non meno urgenti del Covid.

Un affare di donne. Nonostante il mondo del cinema resti caratterizzato da sguardi per lo più al maschile e – come ci ha ricordato una ricerca realizzata da Almed Università Cattolica – l’industria sia attraversata da un “gender gap” che resta un limite da superare, mai come questa Venezia78 si è popolata di punti di vista al femminile. A riprova che il buon cinema è spesso più avanti di norme più o meno credibili su “quote rosa” e dintorni.

Il titolo che ha sicuramente più colpito è L’événement della regista francese Audrey Diwan, tratto dall’omonimo romanzo di Annie Ernaux. Nella Francia del 1963, Anne (interpretata da Anamaria Vartolomei, un nome da segnare in vista dei premi) è una brillante studentessa che sente messo in crisi il proprio futuro d’emancipazione per una gravidanza non voluta. Il film è potente e ci colpisce allo stomaco (la sequenza dell’aborto clandestino è al limite della sopportabilità): la protagonista non prende nemmeno mai in considerazione che ci possa essere una soluzione diversa da quella che ha scelto, stretta dalla pressione sociale che la circonda. Ma il film ha il pregio di non varcare mai il confine del banalmente ideologico e, stretto sul corpo e la sofferenza di Anne, trasmette tutta la tragicità del tema.

Alle donne Madres paralelas dedica la sua sensibilità Pedro Almodòvar, e tutta al femminile è la vicenda raccontata dalla regista americana Maggie Gyllenhall, con una storia che appare immediatamente il frutto della penna di Elena Ferrante: The Lost Daughter ci riporta a un passato di maternità travagliata, ma, nonostante un’interpretazione straordinaria di Olivia Colman (che in molti ricordano come Regina Elisabetta II in The Crown), fatica a rendere la complessità della pagina scritta.

Sguardi sul mondo decisamente al femminile anche per Ana Lili Amirpour (col rock Mona Lisa and the Blood Moon) e Jane Campion (che con The Power of the Dog affronta con la sua sensibilità l’universo al maschile del romanzo di Thomas Savage).

E come dimenticare proprio Kristen Stewart, straordinaria interprete di Lady D. nello Spencer del cileno Pablo Larrain (il suo Jackie è stato candidato agli Oscar): nel film ci immergiamo nella prospettiva in soggettiva della “principessa di cuori” Diana Spencer, intrappolata in una corte Windsor dove il presente e il futuro hanno il polveroso sapore del passato. 

Ritorno alla politica. Ci riportano alla politica i film che vengono dall’Est dell’Europa. Il polacco Leave no Traces (di Jan P. Matuszynski), il russo Captain Volkonogov Escaped (di Aleksey Chupov) e soprattutto uno dei più belli del concorso: Vidblysk/Reflectiion, del regista ucraino Valentyn Vasyanovych, è un altro pugno allo stomaco, che ci ricorda che nel cuore del Continente si è combattuta una guerra sanguinosa fra Ucraina e Federazione Russa. Il film adotta uno stile originalissimo, un’estetica non fine a sé stessa ma perfettamente funzionale al racconto: si tratta per lo più di sequenze ad inquadratura fissa, a ricordarci che è il cinema – con le sue inquadrature e il suo schermo 16:9 – a prestarci il suo sguardo sulle atrocità della storia. Un film molto politico, che speriamo possa essere valorizzato e, soprattutto, distribuito. 

L’Italia riparte. A giudicare dai cinque film italiani in concorso, lo stato del cinema nazionale è molto positivo, nonostante le grandi difficoltà della pandemia. Se c’è (quasi) unanimità sulla “grande bellezza” di E’ stata la mano di Dio, di un Paolo Sorrentino particolarmente ispirato e controllato, anche gli altri lavori hanno ben figurato: Freaks Out di Gabriele Mainetti è straordinariamente ambizioso e dimostra che anche il cinema italiano può confrontarsi con grandi storie e grandi mezzi. L’Eduardo Scarpetta (col volto del virtuosistico Toni Servillo) di Qui rido io di Mario Martone è senza sbavature, così come eccellente è Elio Germano nel (pur deludente) America Latina dei Fratelli D’Innocenzo. C’è poco da dire invece sul pretenzioso e ostentatamente anti-spettacolare Il buco di Michlelangelo Frammartino, una trappola per blandire i critici (come puntualmente accaduto).

Venezia ha riacceso finalmente il cinema e – per dirla col presidente della giuria del Festival Bog Joon Ho – “il Covid passerà, il cinema invece continuerà a vivere”. 
 

Un articolo di

Massimo Scaglioni

docente di Storia dei media e direttore del Ce.R.T.A. - Università Cattolica

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