Che cos’è il mecenatismo culturale e come è cambiato nel tempo? Quali forme assume oggi tra iniziativa pubblica e privata? Qual è lo scopo dell’investire sulla cultura e come farlo nel modo più adeguato?
Sono state queste alcune delle domande a cui si è provato a rispondere, martedì 5 marzo, durante l’incontro "Il mecenatismo delle imprese: investire nell’identità artistica del Bel Paese", organizzato dalla Direzione del Collegio Augustinianum all’interno del corso di approfondimento ‘Il segreto italiano: L’arte di fare impresa in Italia’, promosso quest’anno accademico ed attraverso il quale si intende investigare il tema del Made in Italy trattandone alcune sfaccettature.
Nella cornice del Collegio di via Necchi sono stati ospiti e hanno offerto numerosi spunti di analisi il professor Lorenzo Ornaghi, presidente del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci", già ministro per i Beni e le attività culturali e rettore dell’Ateneo dei cattolici italiani dal 2002 al 2012, e il dottor Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo, direttore di Gallerie d'Italia.
In una sala gremita di studenti e docenti, alla presenza del rettore Franco Anelli, si è cercato di esplorare il legame tra il mondo delle imprese e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La vasta esperienza degli intervenuti ha garantito un contributo di elevato valore stimolando un arricchente dibattito e alcune riflessioni conclusive da parte del pubblico.
«Arte e impresa si intrecciano di continuo ancora al giorno d’oggi – ha affermato il professor Ornaghi – un po’ come Fidia e Pericle nell’Atene classica per la costruzione del Partenone, o Bramante e Papa Giulio II per il progetto di realizzazione della nuova Basilica di San Pietro a Roma». La cultura deve, in qualche modo, portare con sé ragioni nobili e virtuose, e questo vale anche per le imprese nel loro processo di crescita e sviluppo. Lo Stato, che oggi ha una funzione sia di protezione sia di agevolazione rispetto al settore artistico e culturale, si fa carico di una forte responsabilità nei confronti del cittadino, destinatario ultimo della valorizzazione del patrimonio e per il quale anche il privato assume una missione di tipo sociale.
Lo ha ribadito Michele Coppola, portando l’esempio del sistema bancario, ed evidenziando quanto grandi siano le risorse investite nella sponsorizzazione culturale in Italia ma, allo stesso tempo, quanto sia sempre più necessario comunicarne il valore nella maniera più adeguata, al fine di farle aumentare ancora di più. La soluzione, per un sistema sempre più fruttuoso e innovativo, non può che passare dalla collaborazione stabile e duratura tra pubblico e privato.
“La bellezza salverà il mondo”, diceva il principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij. Senza dubbio, incontri come quello vissuto ieri dalla comunità accademica ricordano che questa affermazione è sempre valida, e che un Paese ricco di storia, arte e cultura come il nostro può e deve saper fare di queste sue risorse un’arma di civiltà per i suoi cittadini e per tutti.