La Giornata mondiale dei bambini indetta da Papa Francesco si celebra per la prima volta quest’anno il 25 maggio. E l’Università Cattolica condivide il suo appello quando nel Messaggio scritto per questa occasione si rivolge alle bambine e ai bambini per incoraggiarli ad ascoltare con attenzione i racconti dei grandi e a non dimenticare chi prematuramente «si trova a lottare contro le difficoltà, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola… insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia».
Nei contesti di guerra o calamità naturali caratterizzati per lo più dalla perdita di familiari e casa, dalla distruzione, dal senso di impotenza e di annientamento, ai bambini occorre ridare speranza e restituire il futuro. Un’operazione che si può fare solo all’interno di relazioni d’aiuto, dove i valori dell’amicizia e della solidarietà costituiscono le basi per la ricostruzione di sé.
È quello che fanno i personaggi di Uga la tartaruga resiliente. Una storia per bambine e bambini che parla dei valori dell’amicizia e della pace, un silent book realizzato dall’Unità di ricerca sulla resilienza (RiRes) e dagli allievi del master “Relazione d’aiuto in contesti di sviluppo e cooperazione” dell’Università Cattolica in collaborazione con l’Associazione Francesco Realmonte, che verrà consegnato dal cardinal Tolentino De Mendonça del Dicastero per la Cultura e l’Educazione a Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale.
Un libro senza parole? Sì, perché dialogare in silenzio si può, con l’aiuto delle immagini e della creatività. A fronte del protrarsi della guerra in Ucraina e dell’escalation inarrestabile del conflitto israelo-palestinese, coltivare la pace è una necessità che va promossa a partire dai bambini. Un modo è «inserire “nel loro “kit di sopravvivenza psicologica” libri illustrati con racconti che insegnino ad andare oltre i conflitti, permettendo al contempo di rielaborare ansie e paure ed esprimere speranze ed auspici» - spiega Cristina Castelli, direttrice dell’Unità di ricerca sulla resilienza.