Il tema della Scuola è incentrato su due pietre miliari, l’innovazione e la sostenibilità. «Il 40% delle attività è dedicato al vigneto, lo stesso spazio è riservato alla sfera cantina e il resto alle ripercussioni ambientali e alle relazioni tra la filiera vitivinicola e l’ambiente» prosegue il professor Gatti, mentre i suoi studenti salgono su una vendemmiatrice EnoControl sapientemente guidata da esperti tra i filari variopinti di Pico Maccario. Il warm up del Corso è un prezioso giro di riscaldamento in pista nel quale gli studenti vengono introdotti ai temi cardini del programma. «Questa fase è fondamentale proprio per allineare i partecipanti data la loro eterogeneità» continua Gatti. «Vengono coinvolti docenti e professionisti di livello internazionale. A questa, segue una full immersion di lezioni, webinar ed esercitazioni con un forte coinvolgimento dei gruppi di ricerca e sviluppo del mondo aziendale. Nell’ultima parte, i dottorati hanno un assignment sul quale devono riflettere individualmente».
In questa prima edizione, l’Università Cattolica ha messo in campo un team guidato da Marco Trevisan, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, che con Ettore Capri e Lucrezia Lamastra si occupano dei profili ambientali e legati alla sostenibilità. Milena Lambri e Mario Gabrielli si concentrano sull’Enologia mentre Stefano Poni, Matteo Gatti e Tommaso Frioni sono il riferimento sul tema Viticultura. «Pico Maccario è un’azienda ideale per questa School perché è aperta all’innovazione e all’aggiornamento costante delle tecnologie» prosegue Gatti. «In questo contesto storico, il ricorso alla digitalizzazione e all’agricoltura di precisione rappresenta una delle strade di accesso per rendere l’agricoltura più efficiente in termini qualitativi, e più produttiva anche in risposta al cambiamento climatico».
Del resto, lo ha spiegato bene il preside Trevisan, in un settore oggi al centro di «una vera e propria rivoluzione scientifica e tecnologica» finalizzata a rendere i prodotti «più ecocompatibili, di migliore qualità e sempre più competitivi nei mercati internazionali», la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali «ha rinnovato costantemente i contenuti della propria attività scientifica e didattica». Innovation and Sustainability in Viticulture and Enology è un esempio. «Da anni il dottorato di ricerca non apre unicamente la porta degli atenei» conclude il professor Gatti. «Ci sono numerose aziende, anche nel settore agroalimentare, che hanno bisogno di queste competenze. Gli sbocchi professionali di chi svolge questo percorso lo dimostrano».