Cinque mesi all’anno in giro per il mondo a documentare gli effetti dei cambiamenti climatici: è la missione di Fabio Cappa, influencer ed esperto di emergenze ambientali, che ha raccontato la crisi climatica in uno spettacolo teatrale fatto di immagini e filmati, testimonianze e racconti: “Non c’è più tempo! Sostenibilità tra cambiamenti climatici e culturali”, che ha fatto tappa al teatro Politeama di Piacenza, dove Cappa è intervenuto davanti a una platea di oltre 1200 studenti delle classi quarte e quinte delle scuole superiori e della laurea triennale in Management per la sostenibilità della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica, evento in cui hanno dato il proprio contributo anche i professori Francesco Timpano e Monica Veneziani.
Obiettivo dell’evento, quello di «fare corretta informazione. La nostra generazione ha miseramente fallito - ha detto Cappa -, consegniamo ai ragazzi un pianeta peggiore rispetto a quello che abbiamo avuto noi. Un modo per tentare di alleviare il peso sulla coscienza è quantomeno quello di condividere con un’informazione accurata ciò che sta accadendo realmente al pianeta, non le tante demagogie dei negazionisti o dei talebani della sostenibilità che fanno solo il male di una causa importante». «Ciò che dobbiamo salvare non è il pianeta ma gli uomini» sostiene Cappa, che lancia appello incisivo alle ragazze e ai ragazzi presenti: «Non mollate mai perché la posta in gioco è enorme. Voi lo avete capito, la mia generazione purtroppo no. Questo un momento dove dovremmo essere tutti dalla stessa parte».
Lo spettacolo con Cappa, promosso dai Private Banker di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, è stato seguito dagli interventi del professor Francesco Timpano, referente del curriculum in Sostenibilità della laurea magistrale in Gestione d’azienda, e della professoressa Monica Veneziani che coordina la triennale in Management per la sostenibilità, entrambi percorsi erogati dalla facoltà di Economia e Giurisprudenza. Se Cappa si è soffermato sul tema della sostenibilità a livello mondiale, Timpano si è focalizzato sulla dimensione nazionale, illustrando i principali risultati dell’ultimo rapporto ASVIS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile): «Ci troviamo a metà del percorso verso l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; l’Italia mostra forti ritardi e rischia di non rispettare gli impegni assunti nel 2015 in sede Onu: dei 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo per otto si raggiungerà presumibilmente il valore fissato per il 2030, per quattordici sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per nove si registrano andamenti contraddittori, per due la mancanza di dati impedisce di esprimere un giudizio» ha spiegato il professore, che ha precisato come i ritardi accumulati possano essere in parte recuperati, «ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme, come peraltro l’Italia si è impegnata a fare nel corso del Summit Onu del 18-19 settembre scorso. È ora di trasformare le promesse in atti concreti».
Anche l’Università Cattolica si sta muovendo nella direzione della sostenibilità secondo tre direttrici ben illustrate da Veneziani: «Una prima linea di intervento è quella della formazione: la sola facoltà di Economia e Giurisprudenza propone due programmi dedicati al tema della sostenibilità con la possibilità, quindi, di completare un percorso di cinque anni (tre di triennale e due di magistrale) incentrato sull’economia e la gestione delle imprese secondo modelli di business sostenibili a livello economico, ambientale e sociale».
Poi c’è la ricerca, «con il Centro di ricerca ResHub che promuove attività scientifiche, di base e applicate, inerenti la sostenibilità in campo economico-aziendale, la responsabilità socio-ambientale d’impresa e l’etica aziendale. E infine, l’ impegno sul territorio per la comunità e quindi da ultimo la costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) collegata al neo inaugurato parco Agrovoltaico, che vede proprio l’Università Cattolica in prima linea nell’impegno sociale e ambientale sul territorio».
Un lavoro di squadra, interfacoltà: perché è solo insieme che si può vincere questa sfida.